
“Chiusa una porta, si apre un portone, prima o poi”, ha dichiarato Jusuf Nurkic in queste ore, intervistato da Duane Rankin di Arizona Republic. Nel recente articolo, il lungo dei Phoenix Suns ha chiarito alcune situazioni controverse, come l’apertura da parte della squadra ad ascoltare offerte – anzi, diciamo che è apertamente svenduto sul mercato ormai da settimane – o il rapporto con coach Mike Budenholzer. A tal proposito, Nurkic ha ammesso di non parlare con il proprio allenatore da un paio di mesi, un aspetto sicuramente critico, che le parti stanno cercando di gestire senza intaccare l’equilibrio di squadra – già di per sé precario, e su questo il centro si è concesso addirittura di fare ironia:
“Non abbiamo una relazione. Quindi, va bene così. Per me, basta essere un professionista e fare del mio meglio. Lavorare e tenermi pronto per qualsiasi evenienza, ma non c’è nessun caos e non bisogna fare in modo che questo influenzi la squadra. Hanno già problemi in abbondanza. Cerco di essere il più professionale possibile e di lavorare al meglio per qualunque altra cosa mi attenda.”
– Jusuf Nurkic
Curioso, tra l’altro, l’uso della terza persona plurale nell’appellarsi alla squadra, per esprimere ancora maggior distacco. Nurkic ha giocato solo 2 delle ultime 14 partite dei Suns, e si trova in un’assenza prolungata di 9 gare consecutive. Nelle due apparizioni, è stato in campo appena 14 e 19 minuti scarsi. Se vi doveste chiedere come mai, sappiate che è il 2° peggiore della squadra per on/off, dietro solo a Bradley Beal: -7.1 punti per 100 possessi di deficit di squadra fra quando è in campo e quando è fuori, con -5.8 punti per 100 possessi segnati in meno (peggiore della squadra) e +1.3 subiti in più (4° peggiore di squadra). La sua percentuale di palle perse quando gestisce un possesso è del 23.1%, la peggiore in carriera e valida per il 5° percentile nella Lega fra i pariruolo, 8° peggior dato dell’intera fra i giocatori con almeno 500 minuti in stagione. Aspetto, quest’ultimo, particolarmente grave, dal momento che la sua unica qualità offensiva consisteva nel fungere da connettore: conseguenza delle tante palle perse è infatti un crollo della percentuale dei tiri di squadra assistiti, passata dal 18.6% della scorsa stagione (89° percentile) all’11% (48° percentile), dato peggiore in carriera escludendo l’anno da rookie. Non a caso, questa è stata la risposta di Budenholzer:
“Non è mai facile in questa Lega. Non ha giocato, sono sicuro che sia frustrato, lo rispetto.”
“Ci sono state delle conversazioni. C’è stata comunicazione, ma abbiamo tre o quattro ragazzi che giocano nella stessa posizione. Sceglieremo chi ci darà le migliori possibilità di vincere. Bisogna guadagnarsi i minuti. E questo è stato comunicato.”
“Nell’NBA si hanno delle opportunità”, ha dichiarato Budenholzer dopo l’allenamento di venerdì, affermando che i giocatori possono “guadagnarsi dei minuti” in allenamento. “Di solito funziona così. Succede qualcosa. Devi sfruttare le tue opportunità.”
– coach Mike Budenholzer
Nonostante questo messaggio, Nurkic sembrerebbe abbastanza in pace con sé stesso e non proprio del tutto autoconsapevole, vista la situazione:
“È difficile capire perché [non parta titolare]. Come sapete, cerco di fare tutto ciò che vogliono da me. Faccio il mio ruolo o qualsiasi altra cosa, ma alla fine della giornata, è l’NBA. Ecco perché (il rookie dei Suns Oso Ighodaro) e i ragazzi giovani possono giocare. C’è sempre il prossimo, ma sono contento di non essere in campo per soli due minuti.”
“So chi sono come persona e come giocatore. Come ho detto, ‘chiusa una porta, prima o poi si apre un portone’. È per questo che sto lavorando e sperando.”
Il lungo, probabilmente, ha accettato così passivamente la propria condizione anche perché consapevole di non avere alternative. Se la qualità dei suoi minuti non migliorerà – e difficilmente migliorerà – non vedrà il campo, ma la situazione salariale dei Phoenix Suns, la squadra col più alto payroll in NBA, rende complesso anche un eventuale scambio. Nonostante, il commento di Jusuf Nurkic riguardo a una possibile trade entro la deadline del 6 febbraio è stato il seguente:
“Sì, di sicuro [sarò ancora qui dopo la deadline]. Dato che siamo i Phoenix Suns e che ci sono il nuovo (contratto collettivo) e tutte le regole, non è facile essere scambiati quando si è oltre il secondo apron. Anche questo non posso controllarlo.”
“È quello che è, la vita è ingiusta.”
Un acquisto, a dire il vero, i Phoenix Suns lo hanno fatto, ed è colui che ha messo la pietra tombale sul futuro di Jusuf Nurkic in Arizona, Nick Richards. Quest’ultimo, nelle prime quattro partite con la nuova squadra, sta girando a 13 punti e 12 rimbalzi di media, tirando con il 68% dal campo: le sue conclusioni arrivano quasi interamente entro i 3 metri dal ferro, ma sta chiudendo con il 77% fra gli 1 e i 3 metri e con il 69% appena sotto il canestro. La sua intensità era assolutamente necessaria per i Suns, e questo sembra averlo accettato di buon grado anche Nurkic:
“Sono contento che Bud abbia trovato qualcuno che gli piaccia e che possa giocare. Penso che sia rinfrescante per lui far ruotare quattro centri. Penso che sia qualcosa di sostenibile e che sia l’NBA. Non ho nulla contro Nick. Posso aiutarlo in qualsiasi modo, ma sono contento che abbiano trovato qualcuno che vogliono far giocare.”
Quel che ne sarà del bosniaco è tutto da decidere ma, stando così le cose in campo e fuori, nel rapporto con Budenholzer, molto difficilmente ritroverà minuti.