La situazione di James Harden non accenna a sbloccarsi, e probabilmente non lo farà nemmeno nelle prossime settimane. Il giocatore ha fatto sapere a più riprese di non sentirsi più parte dei Philadelphia 76ers e di essere irrimediabilmente deluso dal modo in cui Daryl Morey ha gestito la sua potenziale free agency il mese scorso; allo stesso tempo, però, dal trade market non è emerso nulla, per ora, di soddisfacente per il front office dei Sixers, a partire dalla destinazione preferita del giocatore: i Los Angeles Clippers.

Come abbiamo già visto in situazioni del genere, l’ultima spiaggia – o, se preferite, il punto più acuto del ricatto – per il giocatore che aspetta di essere ceduto è quella di non presentarsi al training camp con i compagni, a settembre. E anche nel caso di Harden, recentemente sono circolate voci del genere.

Come ha suggerito Jake Fischer (Yahoo Sports), però, considerando lo scarso interesse per Harden in giro per l’NBA e il suo contratto in scadenza, uno scenario del genere potrebbe ulteriormente intaccare il suo trade value, e dunque le concrete possibilità che uno scambio abbia luogo.


Oltre a questo, l’entrata in vigore del nuovo CBA ha introdotto una regola riguardo ai giocatori che si rifiutano di prendere parte alle attività di squadra nell’ultimo anno del proprio contratto; proprio lo scenario in cui ricadrebbe Harden se decidesse di non presentarsi al training camp (un caso diverso, ad esempio, da quello di Ben Simmons, che aveva più anni rimanenti nel contratto).

Come riportato da Zach Lowe su ESPN, il rischio per il Barba sarebbe incorrere nelle limitazioni imposte a chi viola il contratto con la propria squadra, non rispettandone i termini nel corso degli ultimi dodici mesi prima della scadenza. “Una clausola del CBA sostiene che se un giocatore non rispetta i propri impegni verso una squadra per più di 30 giorni dopo l’inizio dell’ultima stagione coperta dal suo contratto, questo comportamento può essere considerato una violazione dello stesso contratto; in tal caso, può essere vietato al giocatore di entrare in free agency e di firmare con qualsiasi altra squadra di basket professionistica, anche al di fuori dell’NBA, a meno che la franchigia con cui ha giocato l’ultima volta non sia espressamente d’accordo.”

Insomma, il braccio di ferro Harden-Philadelphia andrà presumibilmente avanti nelle prossime settimane, ma la leva del giocatore è destinata ad esaurirsi con l’avvicinarsi del training camp. Nel frattempo, però, un’altra estate turbolente sta logorando il mondo Sixers: e come dice un frustrato Joel Embiid, ogni anno è sempre la stessa storia…