FOTO: Fadeaway World

Questo contenuto è tratto da un articolo di Bobby Manning per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


È raro che le squadre abbiano una terza possibilità. Per i Cleveland Cavaliers una seconda possibilità non sembrava nemmeno possibile dopo che l’era di Donovan Mitchell era iniziata con una sconfitta nei Playoffs per 4-1 contro i Knicks, squadra alla quale aveva ammesso di pensare di essere diretto da Utah l’estate precedente. Le voci su New York si sono rincorse e, dopo la sconfitta con i Celtics al secondo turno dello scorso anno, il futuro di Mitchell, Darius Garland e Jarrett Allen era in bilico. “Era abbastanza ovvio quale fosse il piano partita.” – ha detto Mitchell, ripensando alla vittoria per 4-1 di Boston – “Ero io, era DG, pick-and-roll, pick-and-roll, pick-and-roll”.


I Cavs hanno abbandonato l’allenatore JB Bickerstaff, l’architetto di una delle migliori difese della lega e della rapida ricostruzione di Cleveland dopo la seconda era di LeBron James. La sua partenza ha permesso ai Big 4 della squadra di affidarsi a una nuova voce, Kenny Atkinson, che ha avuto successo nel suo breve periodo da head coach a Brooklyn prima di battere Boston alle Finals nello staff di Steve Kerr nel 2022. Atkinson si è riunito ad Allen, che aveva messo in risalto con i Nets, ha fatto capire a Mitchell le virtù di muoversi più spesso lontano dalla palla e ha portato idee per rivitalizzare l’attacco della squadra, pur rimanendo fedele alla sua identità difensiva con doppio lungo. Il risultato: una partenza da 15-0, due partite punto a punto contro i Celtics campioni in carica e una vittoria nella seconda dopo aver superato un deficit di 14 punti nel secondo tempo. Cleveland è al secondo posto per produzione offensiva, con 0.1 punti su 100 in più di Boston, e all’undicesimo in difesa, con 06 punti su 100 in meno dei Celtics. Nella prima partita ai Cavs mancava quasi tutta la profondità delle ali, Boston era priva di Jaylen Brown e Derrick White nella seconda partita. Sono quasi alla pari, e dopo una stagione 2024 in cui i Celtics hanno già messo in evidenza come i Cavs, statisticamente, siano la loro più grande minaccia a Est, Cleveland è tornata a correre, migliorando e sembrando una legittima sfidante.

“La cosa più importante che abbiamo visto (in quella serie) è stata la crescita e il miglioramento di Evan Mobley”, ha detto Mitchell. “Vedete come abbiamo approcciato il nostro attacco quest’anno, non sono solo io o non è solo DG. È merito di tutti, ma Evan è stato più aggressivo, più dominante con la palla. L’abbiamo visto in questa serie, a volte quando i tuoi ragazzi sono fuori o perdi una serie, vedi delle cose. Penso che sia stata la sua crescita per diventare quello che è stato in attacco. Sappiamo tutti cos’è in difesa… la sua fiducia, la sua capacità di creare gioco, di rendere il gioco più facile per noi, si sta iniziando a vedere quest’anno.”

I limiti offensivi di Mobley sono emersi contro Al Horford e il resto dei Celtics prima del secondo turno di maggio. Contro Boston ha avuto una media di 2.0 punti a partita in meno rispetto alla sua media in carriera, ma con Allen già fuori e Mitchell che ha subito diversi infortuni in Gara 3, Mobley ha preso tutti i tiri da due che i Celtics hanno voluto concedergli in cambio dei tiri da tre nella seconda parte della serie. Mobley ha avuto una media di 23.0 PPG e ha tirato con il 62.5% nelle Gare 3-5, ora sta iniziando alcuni set, tentando 2.0 tiri da tre a partita e registrando 17.7 PPG, rispetto ai 15.7. Atkinson ha dichiarato di non voler stravolgere ciò che ha funzionato a livello difensivo per Cleveland, per cui ha mantenuto la lineup più “grossa” della squadra. Quando Isaac Okoro è tornato con un nuovo contratto e Max Strus si è infortunato alla caviglia all’inizio dell’anno, il front court dei Cavs si è trovato spesso con abilità balistiche limitate, anche per chiudere la vittoria di domenica. Cleveland sta tentando più o meno lo stesso numero di tiri da tre a partita dell’anno scorso, ma Atkinson, per aprire il campo, ha invece implementato una serie di principi di taglio aggressivi che, come ha spiegato, possono essere efficaci quanto lo stare sulla linea dei tre punti. Lo si è visto domenica, con Cleveland che a un certo punto ha tagliato dietro a Drew Peterson, Jayson Tatum che è rimasto attaccato ad Allen nell’angolo nonostante non fosse una minaccia per il tiro e Okoro che ha rollato nell’azione in cui Mobley si è infilato dietro a tutti per il suo tuffo per la schiacciata decisiva.

Poi è iniziato il gioco dei falli, 18 minuti di falli intenzionali che hanno impedito ai Celtics di prendersi una tripla dietro di tre punti, dopo che Payton Pritchard ne aveva infilata una in corsa a tutto campo con un vantaggio di quattro. Atkinson, che nel corso dell’anno ha ricordato le lezioni apprese dal licenziamento dei Nets, ha aggiunto alla lista anche il fallo sistematico sopra di tre punti. E con Pritchard che da inizio anno sta segnando e ha fatto parte dell’attacco rapido di Boston nei quarti decisivi, ha iniziaro presto a metterlo in pratica. Joe Mazzulla si è poi complimentato per la strategia.

“Ho pensato: ‘Al diavolo, facciamo un fallo’”, ha detto Atkinson. “Non voglio vedere Payton Prichard scendere nella nostra metà campo e insaccare uno step-back.”