
Seppur con i soliti toni peculiari, non si può dire che Draymond Green non sia un ottimo intrattenitore e creator, perciò poteva esimersi dal commentare la scelta di Joel Embiid di riposare i back-to-back? Il veterano dei Golden State Warriors, in una delle recenti puntate del proprio podcast in compagnia di Baron Davis, ha esposto la propria filosofia del ‘carpe diem’, godersi il momento, le proprie prestazioni, perché non si sa mai quello che potrà succedere più avanti. In particolare a giugno, quando ci saranno i Playoffs: secondo Dray, Embiid dovrebbe fare quello che sa fare meglio, ovvero giocare a un livello da MVP, perché non sa nemmeno se sarà in grado o no di vincere tutto. Riposare, sacrificando il proprio prime per qualcosa che non si sa se succederà, per Green è inconcepibile:
“Credo che dovresti giocare il maggior numero di partite che puoi giocare, e penso che dovresti avere una media di punti il più alta possibile, e penso che dovresti inseguire il maggior numero di premi individuali che puoi inseguire. Perché, parlando di vincere un anello, potresti non vincerne mai uno. Lo scorso anno ne ha segnati 60 o 70, non ricordo, ed era a bordo campo a dire ‘questo non significa nulla senza un anello.’. Cosa?! Joel ne hai appena fatti 70, chi cazzo se ne frega di un anello? Si tratta di una cosa a cui pensare a giugno, hai appena messo su questi numeri ed è grandioso, goditela!”
“E non sto dicendo che non possa vincerne uno, ma quello che sto dicendo è che potresti non vincerne mai uno, e allora ti privi delle cose che sappiamo per certo che puoi fare, ovvero vincere un MVP, prendere tutti a calci in culo e ritirarti. Sappiamo che puoi fare questo. Quindi, puoi stare fuori dicendo ‘sto cercando di massimizzare tutto per poter vincere il titolo alla fine’ – ma devi sapere come si vince un titolo, e lui non lo sa perché non l’ha mai fatto.”
Per rinforzare il messaggio nei confronti di Embiid vengono fatti alla fine gli esempi di Reggie Miller e Chris Paul, all-time great dei quali la gente si ricorda e si ricorderà nel tempo nonostante non abbiano messo un anello al dito. Un attacco velato, dunque, anche alla cultura del ‘ring chasing’, secondo la quale la carriera di un giocatore possa dirsi completa solo una volta raggiunto il massimo dei risultati di squadra. Una linea di pensiero che continuerà per sempre a scontrarsi con quella opposta, senza trovare soluzione. Draymond Green, comunque, sembra avere ben chiara la sua per Embiid: