Dorian Finney-Smith ha rifiutato la propria opzione contrattuale, diventando così free agent: dove andrà a finire? I Lakers possono trovare il modo di ri-firmarlo?

L’offseason dei Los Angeles Lakers sarà ancora una volta molto complicata. La squadra al momento non naviga in acque movimentate, avendo 11 giocatori su 15 sotto contratto in proiezione per questo inizio di offseason NBA e allo stesso tempo trovandosi per oltre una decina di milioni sotto la luxury tax line.
Il problema è che l’hard cap al secondo apron – la squadra non può superare i $207.8 milioni, e al momento ne spende $176.1M – è ancora vigente, e potrebbe non essere l’unico, dato che LeBron James ha esercitato la propria player option. A garantire un po’ di respiro è stata la scelta di Dorian Finney-Smith, che ha rinunciato alla propria opzione contrattuale da $15.4 milioni, diventando free agent senza restrizioni.
Perdendolo a zero, i Lakers possono assicurarsi la piena non-taxpayer Mid-Level Exception da $14.1 milioni in free agency, utile a riempire un bel vuoto difensivo che si creerebbe nel reparto ali. Ma non è così semplice, pertanto serve analizzare le varie opzioni:
- i Lakers ri-firmano Finney-Smith
Dipende dalle cifre, ma difficile aspettarsi grossi favori, pertanto i gialloviola verrebbero proiettati oltre la tax line e limitati alla taxpayer MLE da $5.7 milioni per trovare un lungo titolare. Non ci sarebbero dunque grosse possibilità di migliorare l’attuale roster, dal momento che per un lungo come per esempio Deandre Ayton sarebbe necessaria quasi sicuramente la piena MLE da $14.1 milioni (ne abbiamo parlato QUI).
Pertanto, i Lakers possono avere o DFS o la piena MLE, non entrambe le cose. La dirigenza, stando a Marc Stein, sarebbe comunque intenzionata a fare il possibile per trattenerlo.
- i Lakers lo lasciano andare
I Houston Rockets sarebbero già prontissimi, sempre secondo Marc Stein. In questo caso, i Lakers si troverebbero con in mano la piena MLE da $14.1 milioni e anche la biannual exception da $5.1 milioni, ma non è tutto rose e fiori. Usando una porzione più grande di $5.7 milioni della taxpayer MLE, i Lakers si troverebbero “hard capped” al primo apron – ovvero incapaci di superare i $195.9 milioni di spese totali per costruire il roster.
Lo stesso vale per la biannual exception da $5.1 milioni, come fa notare Bobby Marks di ESPN, pertanto il margine di manovra è in ogni caso meno di quello che sembra.
Un po’ di ulteriore spazio sarebbe disponibile tagliando i non-garantiti di Shake Milton ed eventualmente Jordan Goodwin, oppure creando scambi vantaggiosi utili a liberarsi dei contrattoni di Maxi Kleber e Gabe Vincent in scadenza, oppure impacchettando quello di Jarred Vanderbilt in scadenza a fine 2027. Ma sono tutti ulteriori movimenti difficili da prevedere, e giocatori con poco mercato.
La conclusione è che i Lakers molto probabilmente accetteranno di dire addio a Dorian Finney-Smith solo qualora pensassero di poter avere in mano un upgrade al quale arrivare con la piena MLE da $14.1 milioni, come potrebbe essere per loro Ayton, che riempirebbe il vuoto nel reparto lunghi. Ma, come visto, il prezzo da pagare sarebbe un hard cap al primo apron da gestire con massima attenzione. Vedremo a cosa daranno la priorità Rob Pelinka e i Lakers.