
La stagione dei Toronto Raptors è di transizione, e così i veterani finiscono con l’essere necessariamente messi sul mercato. Entro la trade deadline, i nomi da monitorare sarebbero Kelly Olynyk, Davion Mitchell e soprattutto Bruce Brown, pezzo di rotazione teoricamente pregiato ma corpo estraneo nel contesto canadese. Dopo essersene andato da Denver a seguito del titolo per ottenere un contratto più remunerativo, ha ottenuto un biennale da $45 milioni dagli Indiana Pacers, del quale ottiene tutt’ora i frutti, avendo uno stipendio stagionale di $23 milioni. Un contratto di valore almeno nell’immediato, se si pensa che è stato incluso da Indiana come contropartita per arrivare a Pascal Siakam, assieme a Jordan Nwora, Kira Lewis e 3 first-round pick. Dopo essere passato da una squadra competitiva a una in rebuilding, con un contratto in scadenza, Bruce Brown adesso ha ben poco a che fare con i Raptors, che probabilmente finirebbero per perderlo a 0 in estate se non riuscissero a scambiarlo entro la trade deadline. Non a caso, le notizie in arrivo da Jake Fischer e Marc Stein parlano proprio di Brown come uno dei nomi più caldi attualmente sul mercato, in uscita senza dubbio da Toronto – se non entro la deadline, addirittura con un buyout (taglio concordato con il giocatore dove le parti concordano su una cifra da lasciare sul piatto e una parte da mantenere concordata):
I Raptors sono molto motivati a muovere Bruce Brown e il suo stipendio di 23 milioni di dollari, secondo le fonti, nella speranza di aumentare il ritorno dalla cessione di Pascal Siakam a Indiana il 17 gennaio 2024. Brown è arrivato a Toronto come la componente salariale più importante di quell’accordo, insieme a tre future prime scelte, per far arrivare Siakam ai Pacers.
Se non si concretizzasse uno scambio con Bruce Brown, sarebbe sicuramente molto richiesto come candidato al buyout. I Lakers erano una delle principali destinazioni del giocatore due estati fa, secondo le fonti, prima che si assicurasse lo straordinario contratto biennale da 45 milioni di dollari con i Pacers. Un’altra squadra da tenere in considerazione per Brown sul mercato dei buyout – se si arrivasse a tanto – sarebbe Denver. I Nuggets, dicono le fonti, sarebbero felici di riunirsi con il veterano swingman affettuosamente conosciuto come Brucey B.
Rafforzare il supporting cast di Nikola Jokić attraverso il mercato dei buyout potrebbe rivelarsi l’opzione migliore per i Nuggets, dal momento che la proprietà preferirebbe non cedere Michael Porter Jr. in una trade e viste le annose difficoltà nel trovare un partner commerciale disposto ad assorbire il contratto quadriennale da 32 milioni di dollari di Zeke Nnaji.
Naturalmente, per avere una chance con Brown, Denver dovrebbe fare qualche mossa di riduzione dei costi sul fronte degli scambi, per poter scendere sotto il primo apron per le squadre che pagano la luxury tax. Le squadre che rientrano nell’apron non possono ingaggiare nessun giocatore che sia stato rilasciato tramite buyout sotto un contratto che paghi più della media della lega, pari a 12.4 milioni di dollari. Quindi Brown, nelle condizioni attuali dei Nuggets, non sarebbe disponibile nemmeno se entrasse in free agency ed entrambe le parti fossero desiderose di un ricongiungimento. Secondo alcune fonti, i Nuggets starebbero valutando se cercare di uscire dal territorio dell’apron per creare una via d’accesso ai candidati al buyout sia vantaggioso.
A poco più di $5 milioni sopra il primo apron, i contratti papabili per alleggerire il payroll sarebbero quello di Dario Saric ($5.2 milioni) e lo stesso Zeke Nnaji ($8.9 milioni), ma resta da capire prima quali siano le intenzioni dei Nuggets e l’eventuale mercato. Tornando a Bruce Brown, sembra ovvio che i rapporti con i Raptors siano buoni e che dunque le due parti siano intenzionate a collaborare per la partenza del giocatore, presupposto necessario quando si tira in mezzo l’opzione di buyout. Dopo aver saltato le prime 31 partite della stagione per recuperare un intervento in artroscopia al ginocchio destro a fine settembre, Brown ha fatto il suo debutto stagionale con i Raptors il 29 dicembre, e sta girando a una media di 7.2 punti, 3.4 rimbalzi e 0.9 assist, tirando con il 43.3% dal campo e il 31.3% dalla distanza. Tutt’altro che numeri entusiasmanti, ma che si addicono a un agonista da Playoffs inserito in un contesto perdente e senza stimoli: la definizione di “pesce fuor d’acqua”.