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© Miami Herald / TNS


 

 

 

Steve Kerr ha la tendenza a rimanere seduto nei momenti in cui i suoi Warriors sembrano trovare delle difficoltà. Esattamente come faceva Phil Jackson, suo allenatore ai Bulls ai tempi del loro secondo three-peat. Sono momenti di crescita importanti per cui Kerr sente di aver preparato la sua squadra in allenamento e nei quali i suoi giocatori devono dimostrare di saperne uscire da soli.

 

Estendendo ulteriormente il discorso, si nota l’occhio saggio e vigile dell’occhialuto signore che siede accanto a Kerr, tanto caro ai fans dei Bulls. Ron Adams non sarà Johnny Bach o Tex Winter, ma rimane pur sempre l’assistant coach più longevo di Jackson. Come gli altri due, anche Adams, nonostante i suoi 70 anni, è alla continua ricerca della – per forza di cose irraggiungibile – perfezione ed è  perennemente pronto ad insegnare qualcosa. Ma sopratutto, fattore ancor più importante, sempre pronto ad imparare.

 

“Se mantieni la mente aperta, puoi imparare e migliorare sempre, indifferentemente dall’età”, ha dichiarato Adams in un’intervista telefonica. “Puoi guardare al passato per migliorare il futuro. Questo è quello che puoi fare quando invecchi”.

 

Adams è alla sua quarta NBA Finals di fila e dopo la vittoria di Gara 1 ha visto svolgersi il secondo episodio nella notte.

Risulta sempre tra i migliori assistant coach dell’intera Lega e mantiene buone relazioni con giocatori presenti e passati – tanto da garantirsi abbracci pre-partita con Derrick Rose e ringraziamenti in conferenza stampa da Kevin Durant.

 

Come sempre ci ride su e minimizza. “Senza alcun dubbio le ultime stagioni mi hanno insegnato tanto”, ha detto Adams. “Prima di tutto grazie a Steve, che è un’allenatore atipico per i canoni NBA. Ha cominciato ad allenare relativamente tardi, ha vinto titoli da giocatore ed è stato general manager. E’ stato anche allenato da due tra i migliori coach della storia del gioco (Gregg Popovich e Phil Jackson). Ha portato una ventata d’innovazione nei programmi della franchigia ed uno sguardo tutto nuovo a questo sport, anche grazie al suo modo di fare pacato ed al suo saper relazionarsi con le altre persone. Ha una filosofia diversa. Magari ho aiutato anche io, ma non meno di quanto lui abbia aiutato me”.

 

Chiariamoci subito. Adams ha sicuramente aiutato la crescita di Kerr.

 

 

“Ron è uno molto sincero e senza peli sulla lingua”, ha dichiarato coach Kerr al Tribune dopo averlo assunto. “Avevo bisogno di una persona che non avesse paura di dire cosa pensa. Abbiamo avuto i nostri diverbi, certo, ma tutti hanno portato a qualcosa di positivo”.

 

Adams, cresciuto lavorando nella fattoria di famiglia a Fresno, California, allena sin dal 1969 ed è assistant coach in NBA dal 1992. Ha partecipato a due “tour” con i Bulls: il primo, con Scott Skiles, nell’era di  Luol Deng-Ben Gordon-Kirk Hinrich; il secondo, con Tom Thibodeau, nel periodo dell’esplosione di Rose. Il general manager dei Bulls, Gar Forman, decise di non rinnovare il suo contratto nel giugno 2013, mossa che attirò su di lui l’attenzione dell’intera Lega, mandando su tutte le furie la maggior parte dei tifosi dell’Illinois. L’amministrazione di Chicago era convinta che Adams avesse mancato di rispetto alla franchigia con alcuni colleghi della Lega.

 

Ma questa storia non parla di questo.

Adams si è infatti messo a nudo, raccontando di quell’incidente in una straordinaria intervista al Tribune nel 2014, affermando “se il loro intento era quello di ferire me e la mia famiglia, è esattamente ciò che hanno fatto”.

Questa storia parla di ciò che successe dopo.

 

Brad Stevens ha arruolato Adams come lead assistant nel suo momento di transizione da allenatore di Butler University a coach dei Celtics. Dopo una stagione passata a Boston, Adams colse l’occasione di Golden State.

 

“In questo mestiere si prendono molti duri colpi, come è successo a me a Chicago, ma si va avanti. E’ stato fantastico allenare con Brad, è un coach straordinario, sicuramente tra i migliori al mondo. Anche allenare con Steve ed il suo staff è altrettanto bello. Ci divertiamo davvero”, ha poi dichiarato Adams.

 

“Steve è una persona incredibile. Credo di non aver mai lavorato con qualcuno che comprenda una squadra così bene. E l’ha fatto, la maggior parte del tempo, non sentendosi bene, il che è incredibile e triste allo stesso tempo”.

 

Adams si riferisce ai ben noti problemi alla schiena di Kerr, dovuti ad un intervento chirurgico fallito. Ron, che compirà 71 anni all’inizio della prossima stagione, cerca di prevenire questo tipo di dolori con un allenamento a base di tennis e stretching. Ha affermato di voler allenare per almeno un’altra stagione, e poi “si vedrà”.

 

“Ci sono tanti grandi allenatori che fanno un lavoro enorme. Sono felice di essere menzionato fra questi, specialmente considerando il fatto che non sono mai stato un head coach”, ha dichiarato Adams . “Ma bisogna cercare di vedere il quadro generale. Sono stato molto fortunato. E questo è sicuramente il modo migliore per chiudere una carriera”.

 

 

 

Il Miami Herald è il polo di informazione numero uno della Florida e la principale porta d’accesso al mondo Heat. E’ in collaborazione con Around the Game da ottobre 2017. Questo articolo, scritto da K.C. Johnson e tradotto in italiano dalla nostra redazione, è stato pubblicato in data 02/06/2018.