Malachi ha avuto qualche problema offensivo durante la rookie season con la maglia dei Raptors, ma ha mostrato dei flash del suo potenziale.
FOTO: Raptors Republic
Questo articolo, scritto da Oren Weisfeld per Raptors Republic e tradotto in italiano da Andrea Campagnoli per Around the Game, è stato pubblicato in data 15 giugno 2021.
Malachi Flynn
è stato la 29esima scelta assoluta nel Draft 2020 e la prima chiamata al primo giro dei Toronto Raptors dal 2017, quando presero OG Anunoby con la numero 23.
La point guard di 186cm per 80kg proveniente da San Diego State è arrivata ai Raptors con tre stagioni di esperienza al college, ma la combinazione di avere la sua stagione da Senior interrotta a causa della Covid, nessuna Summer League e un training camp ridotto ha fatto sì che Flynn arrivasse in NBA meno “ready” di quanto si potesse pensare, come altri rookies della sua Draft class.
Flynn è sbarcato ai Raptors dopo aver vinto il Mountain West Defensive Player of the Year nella sua stagione da Senior al College, ma la sua difesa si è rivelata anche meglio di quanto pubblicizzato. Usando la sua piccola statura, la sua velocità di piedi e la capacità di lavorare bene sui blocchi avversari, Flynn si è fatto un nome combattendo su ogni pallone e letteralmente attaccandosi al suo uomo, di solito una point guard. La screen navigation è una delle abilità più importanti nella difesa moderna, ed è dove Flynn eccelle.
Malachi si è anche rivelato molto intelligente come difensore in aiuto, facendosi trovare sempre nel posto giusto al momento giusto, cambiando quando la situazione lo richiedeva, e usando le sue mani veloci per forzare 1.5 palle rubate ogni 36 minuti.
Tutto sommato, Flynn è già un ottimo difensore ma l’aggiunta di forza al suo telaio dovrebbe aiutarlo a sentire meno i contatti sui blocchi e in post.
Dove Flynn ha fatto fatica, invece, è nel gioco offensivo, mostrandosi esitante a tirare da tre o a palleggiare in spazi stretti. Quando le difese avversarie hanno lavorato bene sulle linee di passaggio, il rookie è andato in difficoltà con la palla in mano.
Avendo poca fiducia nel tiro da fuori e andando raramente ad attaccare il canestro, Flynn ha preso una varietà di tiri piuttosto limitata nella sua stagione da rookie, tra cui un sacco di mid-range jumper dal palleggio. Per tutti questi motivi, ha fatto fatica a guadagnarsi fiducia (e minuti) di coach Nick Nurse.
Ecco perché Flynn è stato spedito ai Raptors 905, gli affiliati dei Raptors in G League, il 3 febbraio, dove ha avuto modo di avere la palla in mano e trovare ritmo, fiducia e sicurezza nei propri mezzi. In 6 partite come membro dei 905, Flynn ha avuto una media di 20.8 punti con 44/41/92 come percentuali di tiro (con 7.3 tiri da tre punti a partita) insieme a 4.5 rimbalzi, 5.5 assist e 2.5 palle perse a partita.
La combinazione di Malachi che faceva ottime cose in G League e un infortunio a Kyle Lowry, quindi, ha incoraggiato Nurse a richiamare Flynn, il 18 febbraio, per fargli giocare due partite – prima di essere messo in disparte, nuovamente, stavolta a causa del protocollo-Covid. Flynn ha saltato le successive 10 partite, prima di rimettersi (lentamente) in gioco.
Ora, è già molto difficile giudicare le point guard al loro primo anno nella Lega: il ruolo è difficile da gestire senza esperienza, e la dimensione dei giocatori e la velocità del gioco in NBA sono estremamente diverse rispetto al College. Spesso ci vogliono almeno un paio d’anni per adattare un giocatore al nuovo ambiente.
Buttateci dentro, poi, un infortunio, l’atmosfera non entusiasmante a Tampa Bay e tutte le complicazioni di una stagione che ha dovuto convivere con una pandemia: l’inizio non è stato affatto in discesa per Malachi Flynn. Soprattutto considerando che non sappiamo nemmeno se abbia effettivamente avuto il Covid-19 o se sia rimasto fuori semplicemente a causa dei protocolli di tracciamento dei contatti.
In ogni caso, Flynn non solo è stato in grado di rientrare in squadra, ma ha anche potuto beneficiare della scelta dei Raptors di non utilizzare troppo i propri migliori giocatori. Abbiamo potuto farci un’idea più completa di Flynn verso la fine della stagione.
Flynn ha viaggiato ad una media di 10.0 punti con 3.3 rimbalzi, 3.8 assist e 1.2 turnovers in 25.1 minuti a partita nelle 32 gare che ha giocato dal suo ritorno dall’isolamento. Malgrado i Raptors abbiano perso la maggior parte di quelle partite, a Flynn è stato dato un sacco di spazio per fare esperienza e ha mostrato segnali di sviluppo; in primis, gestendo meglio la palla contro la pressione delle difese avversarie, tirando maggiormente da fuori, attaccando di più i mismatch e trovando più soluzioni per i compagni di squadra.
È chiaro che Flynn abbia un buon istinto offensivo: è il tipo di giocatore che sa eseguire con tempi giusti e che fa rapidamente la lettura giusta quando la palla arriva nelle sue mani. Deve imparare, però, ad occupare meglio il campo quando gioca off the ball. Capita spesso di vederlo in un angolo, non aggressivo, statico, con le mani sulle ginocchia. E poi, soprattutto, Malachi deve migliorare il suo tiro in catch&shoot.
Come ho scritto per Sportsnet riguardo ai miglioramenti necessari in offseason: “A parte una migliore comprensione del gioco e cercare di essere più pericoloso off the ball, Flynn dovrebbe lavorare sulla sua forza fisica e sul suo equilibrio – il che lo aiuterebbe anche come tiratore. Data la quantità di trattori di palla nel roster dei Raptors e il sistema offensivo che eseguono, Flynn ha bisogno di essere più efficace off the ball.”
In termini di playmaking, Flynn ha dimostrato delle qualità: è capace di rapide e buone letture, anche se non è in grado di condizionare particolarmente le difese avvversarie. Non riesce, però, a vedere bene il campo quando la difesa mette pressione sulla palla, soprattutto a causa dei suoi limiti fisici, che gli rendendo difficile trovare l’uomo sul lato debole con skip pass o eseguire dei semplici lob.
Flynn ha difficoltà a trovare con costanza i suoi compagni in posizioni vantaggiose quando non sta eseguendo il pick&roll, che è la sua situazione di gioco preferita. I Raptors non ricorrono tanto al PnR quanto altre squadre dell’NBA, ma in questa situazione Malachi ha dimostrato di essere particolarmente affidabile. Lo paragonerei a Fred VanVleet per certi versi.
La vera area di crescita nel gioco di Flynn è il suo scoring. Potrei star prendendo un enorme abbaglio, ma io penso che questo ragazzo possa migliorare molto di più come scorer piuttosto che come playmaker. Lo vedo molto più come una minaccia che esce dalla panchina piuttosto che come una point guard titolare.
Parte di questo mio pensiero deriva dal roster intorno a lui: ai Raptors mancano go-to scorers che sappiano costruirsi dei tiri in uscita dalla panchina, e credo che Malachi possa diventarlo. Ha già una buona base di partenza, ha velocità e ha un bel tocco, e con spazio sul campo ha dimostrato di saper punire i mismatch attaccando giocatori più grossi e lenti di lui.
I Raptors l’anno prossimo gli chiederanno di essere più un creator che uno scorer, presumibilmente. Ma, essendoci carenza di giocatori in grado di costruirsi tiri da soli, sarà importante seguire il suo sviluppo anche come realizzatore.
A parte la capacità di battere i difensori sul primo passo, Flynn ha una buona shooting stroke, capacità di trattare la palla e un ottimo footwork. Non essendo molto alto, è anche molto rapido. Nella sua prima stagione, però, ha fatto davvero fatica a concludere, tirando con il 34% da tre e il 33% dal mid-range. Unite questi dati con l’attaccare il canestro solo nel 19% dei casi (tirando con il 56%), e potrete capire come mai Flynn abbia avuto una True Shooting appena del 48,4% nel 2020/21.
Ovviamente, il lavoro sul tiro deve essere una priorità in questa offseason per Flynn. Potrebbe non essere il tipo di giocatore che può costantemente arrivare a canestro a causa della sua mancanza di fisicità e di forza, ma se migliorasse nel mid-range e iniziasse a crescere nelle catch&shoot 3s, la sua efficacia offensiva migliorerebbe notevolmente. Nelle sue tre stagioni al College aveva tirato con il 36.3% da tre punti.
L’altra principale area di crescita per Flynn è la sua capacità di tirare dal palleggio, dote fondamentale per negare ai difensori la possibilità di passare sotto ai blocchi contro di lui. Se Flynn diventasse un buon pull-up shooter (cosa che potrebbe richiedere anni), i difensori sarebbero costretti a inseguirlo sui blocchi, permettendogli di avere più soluzioi dal mid-range e di trovarsi più spesso a giocare 2c1, situazione in cui ha la capacità di vedere come reagisce la difesa e fare sempre, o quasi, la giusta lettura (jumper, lob, kick out).
In conclusione, penso che Flynn tutto sommato abbia giocato nel modo in cui ci si aspetta che un rookie giochi durante la sua prima stagione in NBA. E questo va bene. Chiaro, ci sono giocatori scelti dopo di lui al Draft che hanno avuto un impatto maggiore sulle rispettive franchigie, ma Flynn gioca in una delle posizioni più difficili per un rookie, e ha mostrato un’incoraggiante crescita durante la stagione.
Ci sono diverse ragioni per provare ad essere ottimisti con Malachi Flynn. Avremo un’idea migliore di come possa adattarsi ai Raptors la prossima stagione, quando si spera di avere un’annata più normale – pandemia permettendo – per lui e per la franchigia.