
Il caso Ja Morant, sospeso per otto partite senza stipendio dopo la sua apparizione in una live Instagram dall’interno di uno strip club del Colorado con una pistola in mano, ha fatto molto discutere dentro e fuori l’NBA.
Secondo un comunicato ufficiale, l’NBA “non ha potuto stabilire con certezza che la pistola in questione appartenesse a Morant, che fosse stata portata da lui nel club o che fosse stata esibita oltre un breve periodo. L’indagine inoltre non ha rilevato che Morant possedesse la pistola mentre viaggiava con la squadra o in qualsiasi struttura NBA, e le autorità del Colorado non hanno trovato motivi sufficienti per accusare Morant di un crimine”.
A parte le questioni legali, però, la lega e i Memphis Grizzlies hanno deciso di sanzionare il giocatore per questioni principalmente d’immagine, come spiegato a Steve Bulpett (Heavy Sports) da un anonimo agente che rappresenta giocatori di alto livello nella lega:
“Lo hanno sospeso in quanto rappresenta un danno per il business. Sono sicuro che anche i vertici della lega sono preoccupati per Ja come persona, ma devono dare la priorità agli affari. La sua famiglia, i suoi compagni di squadra e le altre persone intorno a lui devono essere lì per sostenere il ragazzo, ma tutti devono sapere quale sia la posizione dell’NBA in merito.”
“Ai miei giocatori dico sempre che questa lega è una grande macchina. Sì, il motore è il talento, ma è il business che la lega ha sviluppato intorno che attira i soldi. La popolarità della lega offre un’importante piattaforma non solo per gli stipendi, ma anche per le sponsorizzazioni e tutte le altre entrate che sono disponibili per i giocatori. Le aziende vogliono essere associate all’NBA, basta vedere quanto sia aumentato il valore delle 30 franchigie. Bisogna sempre ricordarsi, quindi, che si rappresenta sé stessi e la propria famiglia, ma anche la squadra per cui si gioca e l’intera lega. E per questo bisogna stare attenti a certe cose.”
Un anonimo ex giocatore NBA, poi, ha sottolineato quanto sia importante non abbassare mai la guardia, considerando l’esposizione mediatica cui sono soggetti oggi i giocatori NBA, soprattutto con la popolarità e il seguito di Ja Morant:
“Adesso è un mondo così, tutti hanno una fotocamera nel telefono, e le notizie nazionali e internazionali sono immediatamente alla portata di tutti. Era diverso quando sono entrato io nella lega, ma ora non c’è una vera privacy. Bisogna capire che si è sempre sotto i riflettori. (…) Se ripenso ad alcune situazioni in cui ci trovavamo anni fa, rabbrividisco. Niente di importante, ma c’erano notti in cui un compagno di squadra, ubriaco, poteva dire qualche parola di troppo; adesso, in un’ora rischi che sia tutto online. Il solo pensiero mi rende felice di essere vecchio…”