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Niente panico. Sì, i Phoenix Suns sono usciti malamente per il secondo anno consecutivo subendo un blowout casalingo in un elimination game, ma le due situazioni non potrebbero essere più differenti. Se quello della passata stagione aveva tutte le sembianze di un declino imminente, a seguito dell’estensione forzata di Deandre Ayton e dei rapporti ai minimi termini fra quest’ultimo e coach Monty Williams, oltre che a causa della normale regressione fisica di Chris Paul, ad oggi ci sono ragioni per essere ancora ottimisti.

Questa squadra è uscita contro i Denver Nuggets priva di CP3 a partire da Gara 2 in corso e senza DA in Gara 6, ed è stata assemblata alla trade deadline, dovendo trovare soluzioni a un labirinto senza uscita rappresentato dal terzo starter, saltando tra Torrey Craig, Josh Okogie e Landry Shamet. Ma soprattutto ha Kevin Durant, e ancora per molto.


Per quanto KD sia apparso molto sottotono e non perfettamente integrato nell’attacco di Phoenix in un contesto Playoffs, cercando (senza trovare) troppo la “comfort zone” del post-up e dell’isolamento (che paga ormai fisicamente), facendo molta fatica nel leggere anche solo situazioni basilari off ball, si parla di un upgrade di indicibile livello per un qualsiasi sistema offensivo. Il fatto di poter inserire una minaccia di questo tipo, anche al netto di un’ulteriore regressione fisica, di fianco a una stella nel prime come Devin Booker, basta da solo a non far perdere le speranze per il futuro.

Ricordando sia che Durant sarà sotto contratto fino al 2025/26 (incluso) e che l’ex Nets ha giocato solo 8 partite con la maglia dei Suns prima dei Playoffs, soffrendo un ulteriore infortunio con un tempismo raccapricciante. Concatenazione di eventi che lascia il beneficio del dubbio e permette di ragionare con calma, pensando in primis a come costruire il contesto perfetto ai due mega-scorer di riferimento.

Da dove partire? Proviamo a dare un’occhiata.

Monty Williams sarà il primo a saltare?

Subito dopo l’eliminazione dei Suns, da ESPN è partita una raffica di rumors riguardo a una totale rivoluzione. Stando a Tim MacMahon, il nuovo proprietario Mat Ishbia non avrà paura ad apportare grossi cambiamenti, i quali dovrebbero riguardare il front office e, con ogni probabilità, il coaching staff, in particolare Monty Williams, stando alle fonti.

“Alcune teste salteranno”, riporta MacMahon tramite la voce anonima di uno scout, e non potrebbe essere altrimenti. L’allenatore ha un ottimo rapporto con Chris Paul e anche nella rottura con Ayton ha trovato il supporto della squadra (ne parleremo dopo), ma al momento nessuno – eccetto Booker e Durant – è al sicuro.

L’esempio di Mike Budenholzer, reduce da una stagione regolare vincente ma anche da due eliminazioni premature consecutive ai Playoffs, è il primo che salta in testa. Anche per affinità con i risultati eccellenti raggiunti nel 2021. Ripartire da zero, considerando che la squadra potrebbe essere molto diversa da quella presa in mano da Williams, potrebbe rivelarsi un plus in queste occasioni.

Deandre Ayton e Chris Paul ai saluti?

Certamente il punto più caldo in assoluto. A livello logico, i due sono i maggiori asset a disposizione dei Suns e i due maggiormente sacrificabili per arrivare a role player di livello. A livello pratico, Tim MacMahon conferma che potrebbero aver giocato la loro ultima partita con la maglia di Phoenix. Ma facciamo una contestualizzazione ad personam.

Partendo da Chris Paul, potrebbe guadagnare $30.8 milioni nel 2023/24 e $30 milioni tondi nel 2024/25, ma il contratto è non-garantito con deadline al 28 giugno. Ciò significa che, se i Suns decidessero di tagliarlo prima di quella data, dovrebbero pagargli $15.8 milioni di stipendio morto, liberando spazio salariale. E nulla impedirebbe loro di ri-firmalo a cifre minori, una volta svincolato. C’è anche però l’opzione di agire prima per ricavarne qualcosa.

Come asserito da Tim MacMahon sul podcast Brian Windhorst & The Hoop Collective:

“Vorrei anticipare che i Suns cercheranno aggressivamente di svendere Chris Paul prima della deadline del 28 giugno. Penso sia molto probabile che il giocatore sarà altrove il prossimo anno.”

Questo potrebbe aver senso? Il valore di Chris Paul, a causa dell’età e del contratto di cui è titolare, è ampiamente negativo. Per ottenerne qualcosa di valore in cambio, Phoenix dovrebbe allegare in una trade Draft picks che non sono presenti, il che rende difficile pensare a una qualche squadra che ne assorba il contratto.

In sostanza, sarà molto più facile vederlo free agent che altro, e a quel punto avrebbe senso la manovra sopracitata, suggerita da Yossi Gozlan di HoopsHype:

“Se i Suns non potranno muovere Paul, potrebbero cercare di tagliarlo per poi ri-firmarlo a $12.2 milioni, il prezzo della mid-level exception. A questo andrebbero aggiunti i $15.8 milioni di stipendio morto ma, considerando le compensazioni di fine stagione, la manovra potrebbe permettere ai Suns di risparmiare circa $8 milioni.”

Discorso abbondantemente diverso per Deandre Ayton. Il lungo dei Suns non ha nemmeno 25 anni e può ancora essere impattante nel giusto contesto. Considerando l’ottima run del 2021 e il tracollo che ne è seguito, i punti di cui tenere conto sono due:

  • l’estensione andata a buon fine ha permesso al giocatore di rilassarsi
  • la rottura con Monty Williams e Phoenix in generale non è stimolante

Ayton è stato firmato forzatamente dai Suns, che altrimenti lo avrebbero perso a zero, ma la soluzione meno tossica a questo punto sembra un divorzio, che Williams parta o meno. Anche perché, stando a MacMahon, i compagni avrebbero “condiviso la frustrazione da parte dell’allenatore nei confronti di quello che percepiscono come scarso impegno e aggressività da parte del lungo”.

Sempre stando a ESPN, Ayton verrà inserito aggressivamente nel trade market, rivelando le fonti che il giocatore sarebbe entusiasta di un nuovo inizio. Le squadre interessate sarebbero svariate, in primis i Dallas Mavericks (di cui abbiamo già parlato QUI), senza dimenticare gli Indiana Pacers, che hanno fatto l’offerta che ha costretto Phoenix a pareggiare l’estate scorsa.

Le priorità, a quel punto, consisterebbero nell’aggiungere un lungo titolare come rimpiazzo e wing-material di livello – ad esempio, Myles Turner e filler.

In caso contrario…

Qualora i Suns decidessero di non liberarsi di nessuno dei due, si troverebbero con 7 giocatori all’attivo sul payroll e già $3.6 milioni oltre la soglia della luxury tax. Con le regole del nuovo CBA, basterebbero un paio di ri-firme per trovarsi in una situazione dove la miglior opzione sarebbe mantenere il core attuale o aggiungere giocatori al minimo salariale. In conclusione, nessun upgrade, con le uniche conferme oltre il minimo di Jock Landale e Torrey Craig, che hanno gli Early Bird Rights.

Se Phoenix optasse per seguire questa strada, lo farebbe probabilmente con la consapevolezza di poter arrivare a prestazioni migliori di queste, magari con una miglior integrazione di Durant nell’attacco e con la speranza che l’integrità fisica degli starter resti inalterata. Comunque un po’ rischioso, visto che i limiti della second unit e del reparto ali si sono palesati apertamente.

In conclusione, i Suns hanno di fronte a loro numerose possibilità di scelta e un periodo di tempo abbastanza ampio. La cessione di Ayton potrebbe rimuovere dall’ambiente una questione scomodo e, al giusto prezzo, costituire un upgrade in termini di profondità, mentre il taglio e ri-firma di Chris Paul – se il giocatore fosse d’accordo – sarebbe una soluzione intelligente e vantaggiosa.

Si prospetta un’estate bollente in Arizona.