FOTO: Under Armour

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nick DePaula per Andscape, tradotto in italiano da Anna Cecchinato per Around the Game.


A seguito della recente estensione con Under Armour, Stephen Curry, point-guard di Golden State, sta pensando a come sviluppare ed ampliare il suo marchio di scarpe da basket Curry Brand.


Curry ha così voluto prendersi il tempo di riflettere su ciascuno dei suoi 10 modelli, soffermandosi sui momenti in campo e i dettagli legati ad ogni paio.

Quando Curry ha lasciato Nike per firmare con Under Armour nel 2013, il marchio produceva scarpe da basket da meno di cinque anni. Under Armour ha garantito a Curry una scarpa signature come parte dell’accordo. Tra le 22 attuali linee signature dell’NBA, quella di Curry è divenuta una delle cinque con i maggiori incassi annuali del settore.

Ha potuto vedere la piattaforma che il modello signature gli ha fornito, attraverso le colorway che celebrano le persone a lui vicine, raccontando storie che valorizzano la Bay Area e creando una connessione con tifosi da tutto il mondo. In alcuni casi ha destinato i ricavi a cause in cui crede.

Nella storia della lega, circa 100 giocatori NBA hanno ottenuto una propria signature shoe.

“Da appassionato di basket, vedi sempre un sacco di giocatori diversi, ma quelli che indossano le proprie scarpe hanno un qualcosa di diverso, con loro si crea un legame speciale. Ovviamente Jordan ha fatto scuola, ma anche Penny Hardaway, Stephon Marbury, Vince Carter con le Shox – volevi indossare le loro scarpe perché volevi essere come loro o sentirti parte del loro percorso”, spiega Curry.

“Viene rivolta loro un’attenzione particolare, dentro e fuori dal parquet. Sono sempre stato curioso di sapere come ci si sente ad avere il proprio nome e logo su una scarpa, e potersi inventare colorway diverse”.

Se riuscire ad ottenere una propria signature shoe è relativamente poco frequente, arrivare alla doppia cifra di modelli è ancora più insolito; Curry è solo il nono giocatore a raggiungere questa soglia, e la sua estensione a lungo termine con Under Armour continuerà ben oltre la sua carriera da Hall of Fame.

Ecco una panoramica del percorso di Curry con Under Armour.

Curry 1

A prescindere dal design, dal lancio o dai risultati di vendita, ogni giocatore ha un debole per il suo primo modello signature.

“Per me è emblematico perché era qualcosa che non avevo mai visto prima”, dice Curry. “Ci sono le fossette laterali nella tomaia e la Charged Foam nella parte inferiore. Era la prima volta del logo SC30 ed è stato bellissimo poter mettere assieme colori che mi stavano a cuore, per celebrare le tappe importanti di quella stagione”.

Inizialmente, i colori blu e giallo volevano rendere omaggio alla “Dub Nation”. L’edizione viola e verde acqua raccontava la storia “Father 2 Son” come tributo al padre Dell, che militava negli Charlotte Hornets. Un paio grigio e rosso ispirato al Davidson College è stato lanciato nel marzo 2015 per ricordare l’alma mater di Curry.

Il brand ha azzardato un’edizione grafica bianca, nera e oro da indossare in caso avesse vinto l’MVP o il titolo.

Ha vinto entrambi.

“Vincere il primo anello con le mie scarpe è stato davvero speciale”, racconta Curry. “Sapevo che il loro successo sarebbe dipeso dalla mia prestazione in campo. Ma in generale, scendere in campo con un modello mio ha significato tanto”.

Curry 2

Dare seguito a un successo non è compito facile. Sebbene le Curry 2 siano diventate uno dei bestseller della serie, e sebbene Curry abbia vinto l’MVP indossandole, i Warriors sono stati battuti alle Finals del 2016, dopo una Regular Season da record di 73 vittorie e 9 sconfitte.

“C’è sempre l’opportunità di riscrivere la propria storia, e lasciare che sia la sconfitta a dettare la rivincita. Capire che il fallimento è parte del processo. Non è sempre tutto facile, non è tutto successi e soddisfazioni. C’è da imparare dalle sconfitte”.

Per molti versi, i colori di lancio delle Curry 2 vogliono rappresentare proprio questo atteggiamento.

Le Curry 2 sono state presentate in una colorway battezzata “Iron Sharpens Iron” (il ferro forbisce il ferro), con una base grigia e un’esplosione di arancione vivace lungo l’intersuola. “È un rimando biblico e un mantra: niente di ciò che faccio io o chiunque altro al mondo può essere fatto da soli”.  

La scarpa è stata commercializzata in più di una dozzina di colorway nel corso della stagione, con il fit Speedform e l’ammortizzazione Charged Foam che a Curry piaceva tanto in campo.

“È da molti considerata una delle scarpe più comode che abbiano mai indossato, il che è pazzesco. Quando rilasci le prima c’è sempre molta emozione, poi con le seconde rendi l’esperienza ancora più piacevole e durevole sul campo”.

Quando ripensa alle Curry 2, gli vengono in mente colorway come la versione nero-oro, che vuole celebrare il suo secondo premio MVP. Ma sono comunque i colori di lancio e il messaggio dietro ad essi a farlo riflettere maggiormente.

“La mentalità ‘Iron Sharpens Iron’ è qualcosa in cui credo fortemente, e quella ne è la rappresentazione visiva. Devi passare per questo tipo di esperienze per crescere. E poi ci si sostiene a vicenda tra compagni di squadra e allenatori.”

Curry 3

Quando il suo terzo modello è stato lanciato nell’autunno del 2016, hanno seguito quattro mesi di discussioni tra TV, radio e social. Lo spot pubblicitario mostrava a malapena la scarpa in sé, concentrandosi più che altro sulla storia ad essa legata.

“73 e 9”, dice un ragazzino a Curry. “E niente anello?”.

“La campagna ‘Make That Old’ è nata dal fatto che chiaramente venivamo da una dura sconfitta, quella delle Finals del 2016. A me ha dato la spinta per affrontare la stagione successiva con una motivazione diversa”.

Le Curry 3, con una suola più spessa, non hanno avuto lo stesso successo dei due modelli precedenti. Ciononostante, Curry ha rilasciato diverse colorway molto ricercate ed edizioni esclusive. La più significativa di tutte è quella rossa, bianca e blu, indossata in occasione del Martin Luther King Jr. Day, per celebrare il doppio mandato del presidente uscente Barack Obama.

“Rendere omaggio e mostrare rispetto a ciò che rappresenta il Presidente Barack Obama, alla fonte di ispirazione che è stato per questo paese, alla sua presidenza e ai progressi che abbiamo fatto in questi otto anni, celebrando il ‘44’ e tutti i suoi successi con quella scarpa, ancora oggi mi sembra surreale”, dice Curry.

Curry 4

Originariamente, il lancio delle Curry 4 era previsto per l’autunno del 2017. Ma Curry era pronto a superare il terzo modello, presentando il quarto con ben cinque mesi di anticipo.

“Ho indossato le 3 tutto l’anno, poi le 3Zero durante i Playoffs, e poi mi sono presentato a Gara 1 delle Finals con il classico bianco acceso con accenti d’oro. Ricordo che il palazzetto era in fibrillazione. Sono uscito, ho appoggiato il piede sulla panchina e intorno a me sentivo un sacco di sussurri: “Cosa indossa? Cosa sono quelle?” Erano le 4s… è stato un momento memorabile”.

Con una tomaia in maglia, un design elegante e colori più sofisticati, le Curry 4 hanno rappresentato un salto di qualità all’interno della linea.

“Probabilmente è stata la prima volta in cui mi sono sentito davvero a mio agio indossandole dentro e fuori dal campo”, dice Curry.

Quando la stagione 2016-17 si è conclusa con la vittoria del suo secondo titolo, è tornato allo slogan pubblicitario che ha dato il via alla stagione, indossando al corteo dei Warriors una maglietta che leggeva “Make That Old”.

Per l’occasione, ha sfoggiato un paio di Curry 4 in maglia nera e scintillanti dettagli oro trofeo.

Curry 5

Sulla scia dell’inaspettata rivelazione delle Curry 4, Curry ha scelto un’occasione speciale per il lancio del modello successivo; è stato infatti nel giorno del suo trentesimo compleanno, il 14 marzo, che sono state presentate le Curry 5, con dettagli “Pi Day” (Giorno del Pi greco) proprio per ricordare la data. Per la prima volta, la scarpa era caratterizzata da un taglio basso.

“Fin da quando ero bambino, la cosa più naturale per me erano state le scarpe basse, e questo era ciò di più vicino ad un taglio basso a cui fossi mai arrivato. Anche se avevo ancora le cavigliere, che spero mi permetteranno di giocare a lungo, avere una scarpa bassa con un taglio un po’ diverso è stato per me un tentativo divertente di introdurre una novità stilistica alla linea”.

Mentre i Warriors puntavano nuovamente alle Finals, Curry ha sempre indossato combinazioni di colori come bianco-oro, o nero-bianco-oro.

“Le Curry 5 rappresentano la nostra corsa al titolo del 2018. Un altro traguardo importante e momento straordinario della mia carriera”.

Curry 6

Dal momento che i Warriors si sarebbero trasferiti al Chase Center all’inizio della stagione 2019-20, Curry voleva chiudere in bellezza i 47 anni di attività della franchigia nella East Bay.

“Volevamo puntare i riflettori su Oakland, la città che mi ha sostenuto nei miei primi 10 anni – dove abbiamo vinto tre titoli – e infondere nella linea quello che per me è lo spirito e la cultura di Oakland”.

Il tema “Ten In The Town” è stato portato avanti tutta la stagione, con colorway ispirate ad Oakland. Dai luoghi di interesse preferiti di Curry, alle strade e ai primi ricordi, le sneaker hanno saputo cogliere l’essenza degli anni passati nella città. Le scarpe presentavano motivi ispirati all’architettura della Oracle Arena o disegni di rami di quercia, presenti sui cartelli stradali della città.

Nei Playoffs del 2019, Curry è passato dai colori nero e giallo con la scritta “Oakland” lungo l’intersuola, al rosso neon nella versione “Roaracle”, che voleva rappresentare i tifosi scatenati tra le mura amiche. Con l’abolizione delle vecchie regole della lega sui colori, che ha così permesso ai giocatori di indossare scarpe di qualsiasi tonalità, le “Roaracle” hanno assunto toni ispirati ai livelli più alti della scala dei decibel.

Ancora una volta, la scarpa è stata pensata bassa per essere più versatile.

“Dalle 4 in poi, abbiamo sempre avuto in mente un’estetica, forma e design che consentissero di rendere la scarpa il più dinamica e versatile possibile, in modo da poterla indossare in contesti anche diversi dal campo. La tomaia in maglia permette di essere creativi, e abbiamo avuto modo di creare delle varianti interessanti”.

Curry 7

Le Curry 7 hanno mantenuto la linea bassa e slanciata dei due modelli precedenti, ma i colori sono diventati più chiassosi, con il neon che ha preso il sopravvento.

“Purtroppo sono stato infortunato per la maggior parte della stagione, ma ci sono stati comunque momenti da raccontare”.

Nel 2020 Curry ha partecipato a solo cinque partite di Regular Season dopo aver riportato una frattura alla mano sinistra. Quando è tornato in campo, quattro mesi dopo, ha sfoggiato le Curry 7 “Sour Patch Kids” spaiate, nei colori verde e arancione.

“Mi hanno dato l’energia per scendere in campo e dare il massimo”.

Pochi giorni dopo, la pandemia ha interrotto la stagione 2019-20, e di conseguenza le Curry 7 sono state il modello con la minor visibilità in campo.

“E’ una delle mie preferite della linea, visto tutto l’impegno che ci abbiamo messo”, spiega Curry. Le scarpe erano dotate di tecnologia Under Armour mirata all’ammortizzazione, e di HOVR, che ne ha ridotto il peso. “Ha avuto un’ottima resa, con la schiuma HOVR sulla parte superiore, Micro G su quella inferiore e una placca nel mezzo. Permetteva una buona percezione del campo dal tallone alla punta”.

La scarpa includeva anche riferimenti al figlio neonato Canon e alle due figlie Ryan e Riley, con immagini di animali a rappresentare ciascun bambino presenti nella linguetta sul tallone.

“Significa tantissimo per me poter onorare la mia famiglia. Riservare uno spazio ai miei bambini è stato speciale, perché mi ha dato modo di includere la mia famiglia. La tua scarpa rappresenta chi sei, in tutto e per tutto. La farfalla, l’unicorno e il lupo sono animali speciali per la loro unicità e le loro personalità diverse.”

Curry 8

Sebbene l’infortunio e la quarantena abbiano limitato il suo tempo in campo, il periodo di assenza ha permesso a Curry di lavorare da remoto con il suo team creativo di Baltimora alla creazione del Curry Brand.

Il nuovo brand omonimo è stato presentato da Under Armour. La sua formazione gli ha permesso di mettere assieme un proprio roster di atleti e creare prodotti di diverse categorie con il suo logo, tra cui le sue sneaker. Le prime sette erano state rilasciate unicamente sotto Under Armour, ma a partire dalle Curry 8, Curry Brand si occupa dello sviluppo delle scarpe con il supporto della società madre.

“C’è stato un periodo di calma durante il quale abbiamo lavorato duramente per realizzare un lancio del marchio straordinario”, ricorda.

È stato creato il nuovo logo “Splash”, dove le sue iniziali “S” e “C” sono unite nel gesto celebrativo dei tre punti per cui è conosciuto. Nelle Curry 8 si è introdotta anche una suola ammortizzante.

“Non solo è stato speciale il lancio del brand, ma anche l’introduzione della tecnologia Flow; una suola senza gomma, interamente in schiuma. Ha un’aderenza, una sensibilità del terreno e un’ammortizzazione incredibili”.

“Fin dalla prima volta che l’ho provata e testata, ho capito che poteva permettere di raggiungere un livello superiore in campo, di efficienza in ogni movimento”.

Curry 9

Le Curry 9 riprendono molti degli elementi di design del modello precedente, con l’utilizzo del nuovo logo e la tecnologia di ammortizzazione Flow.

“Volevamo giocare con i vari modi in cui la Flow potesse essere declinata, rendendola più a basso profilo. Sono più basse rispetto a quelle che erano le Curry 8, ma sono dotate della tecnologia Flow, che adoro e trovo estremamente performante”.

Nonostante la collaborazione con Sesame Street per il lancio, e un paio di scarpe a tema Craig Sager con l’obiettivo di raccogliere fondi di beneficenza, sono stati i successi e i momenti in campo a rendere le Curry 9 memorabili. L’edizione blu e oro che Curry ha indossato al Madison Square Garden e quella “International Women’s Day” in onore delle sue figlie che ha indossato nelle Finals sono salite in cima alla lista.

“Abbiamo vinto il titolo con quelle scarpe, ed è stato speciale. È qualcosa a cui potrò ripensare ed esserne estremamente orgoglioso”.

Le Curry 9 sono entrate a far parte di una categoria elitaria proprio perché sono state indossate durante una delle sue quattro vittorie.

“Questo le eleva significativamente, perché quello che viene fatto sul campo è tutto. I momenti vissuti indossandole rendono tutto più autentico”.

“Se penso alla 1, la 4 e la 5, penso agli anelli che ho vinto. Le 2 sono quelle con cui abbiamo ottenuto 73 vittorie, senza vincere il titolo. Tutte le scarpe hanno un qualcosa che ti riporta a uno spazio e un tempo. Credo che sia proprio questo il fulcro”.

Retro e Flotro

Nella stagione 2021-22, Curry ha aggiunto un nuovo componente alla sua linea di scarpe: le Curry 4 Flotro, un ibrido che ha unito la tecnologia Flow del brand ai modelli retro della sua serie signature.

“È stato assemblato il meglio delle mie scarpe preferite della linea, introducendo la struttura e tomaia delle Curry 4 e integrandole con la Flow. È stata la svolta”.

Curry ha indossato le Curry 4 Flotro nella tonalità lilla durante tutti i Playoffs e le Finals, vincendo ogni gara in cui ha portato quei colori, occasione in cui ha anche dato inizio alla sua nuova esultanza “Night Night” a chiusura di ogni serie.

“Queste scarpe sono rimaste imbattute nei Playoffs, quindi passeranno alla storia come molto speciali”.

Il Curry Brand continuerà a rilasciare un modello signature all’anno, mescolando edizioni Retro e versioni Flotro ibride. Le Curry 1 sono state le prime ad essere riproposte come retrò, con un’ampia gamma di colorway originali e reinterpretate, mentre le Curry 2 e 4 dovrebbero essere le prossime.

“È bellissimo poter rivisitare questi modelli in chiave retrò, per celebrare momenti importanti della mia carriera e del mio percorso cestistico. È un bel modo per tifosi e appassionati di rivivere i momenti più belli che abbiamo condiviso”.

Curry 10

Foto: NBA.com

Sul fatto di essere diventato il nono giocatore NBA a raggiungere il decimo modello, Curry assume un tono riflessivo.

“Per poter arrivare alla decima scarpa è stato necessario lavorare duramente in molte aree diverse. Sono grato e riconoscente per aver avuto l’opportunità di raccontare la mia storia attraverso le mie scarpe, e vederle indossate da tutti”.

Le Curry 10 hanno adottato un approccio “greatest hits” per tutta la stagione, ispirandosi ad alcuni dei temi e colorway più amate della sua serie.

“Arrivare al numero 10 significa che c’è stata una società che ha partecipato all’intero processo di realizzazione di queste scarpe. È bello essere parte di una squadra in campo e di una fuori dal campo che è orgogliosa di tutto ciò che fai nel settore”.

Ora Curry sta cercando di ampliare il suo marchio ingaggiando atleti emergenti, come la stella di UConn Azzi Fudd, e lanciando prodotti che non si limitano al mondo del basket.

“Vogliamo continuare a salire di livello. Ora abbiamo le Flotro, le Retro e le Flow Cozy (modello lifestyle). Ci stiamo espandendo nel golf, che è una mia grande passione e un modo per dare ad appassionati e golfisti la possibilità di avere accesso al mio brand”.

“Con Curry Brand abbiamo sempre cercato di garantire l’opportunità per le generazioni future di recarsi in strutture e luoghi sicuri per giocare, di contare su attrezzature adeguate e avere programmi di allenamento per arrivare ad essere la miglior versione di loro stessi attraverso lo sport. E’ questo l’obiettivo di Curry Brand”.