Spencer Haywood ha avuto la chance di diventare il primo giocatore NBA miliardario grazie a Nike, ma tutto saltò a causa del suo agente…

FOTO: Sportskeeda

Questo contenuto è tratto da un articolo di Titan Frey per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.



L’NBA è un business che sta scoppiando, dopo una revenue di circa $1.4 miliardi di dollari dalla passata stagione, un record destinato ad aumentare di anno in anno. Anche i giocatori hanno contratti più alti, come dimostrano le cifre da capogiro del supermax firmato da Jaylen Brown, che sì impressiona, ma che è anche l’ovvia conseguenza dell’aumento del cap. Al momento, sono due i giocatori NBA, tra passato e presente, a essere diventati miliardari: LeBron James e Michael Jordan, che tanto spesso ci piace infilare anche nel GOAT debate.

Ma conoscete la storia di un giocatore che, prima di questi due, ha avuto l’occasione di diventare realmente miliardario? Il protagonista è Spencer Haywood, che ha perso quasi $3 miliardi a causa di una brutta decisione… del suo agente.

Per coloro che non fossero familiari con il suo nome, Haywood ha avuto una carriera di enorme successo, soprattutto con i Seattle SuperSonics, chiudendo i suoi anni in NBA con una media di 20.3 punti e 10.3 rimbalzi, ottenendo 5 selezioni all’All-Star Game e 4 negli All-NBA Team. Ha vinto anche il titolo con la canotta dei Lakers nella stagione 1979/80, giocando con Kareem Abdul-Jabbar e il rookie Magic Johnson, dopo essere stato una star anche in ABA, dove ha vinto anche un MVP nel 1969/70 in concomitanza con il rookie of the year, a dimostrazione delle sue indiscutibili qualità. In quella stagione guidò la ABA mettendo a referto 30 punti di media conditi da 19.5 rimbalzi, giusto per rendere l’idea.

Questo è l’esatto motivo per cui Nike mise gli occhi su Spencer Haywood, approcciandolo nei primissimi anni ’70, quando non si trattava ancora della compagnia enorme che tutti conosciamo adesso. Anzi, Nike era conosciuta come Blue Ribbon Sports, fondata il 25 gennaio 1964 da Philip Knight, atleta a Oregon University, e dal suo coach Bill Bowerman. Knight iniziò vendendo scarpe dal bagagliaio della propria auto, realizzando quanto le persone le amassero.

La qualità delle scarpe era apprezzatissima, alla pari di marchi allora più famosi come Adidas e Puma, con la differenza che venissero rivendute a un prezzo molto inferiore. Nel 1971, la compagnia ha assunto il nome Nike, Inc., dal significato greco della parola, “vittoria”. Il primo logo, lo “Swoosh”, è stato progettato da Carolyn Davidson, studentessa di Graphic Design, nel 1971, tutt’oggi considerato uno dei più riconoscibili del globo. Anche grazie a questo, le revenue di Nike all’altezza del 2020 hanno raggiunto i $34 miliardi di dollari, perciò potete solo immaginare quale sarebbe stata la fortuna di Haywood. Ma perché usare il condizionale?

Al giocatore furono fatte 2 offerte: una avrebbe pagato nell’immediato, mentre l’altra avrebbe garantito un potenziale profitto enorme in futuro. La prima consisteva in $100.000 come pagamento di marketing, la seconda invece avrebbe garantito il 10% delle quote azionali. L’agente di Haywood lo spinse in un primo momento ad accettare la seconda, più favorevole a causa delle tasse sui $100.000, ma le cose cambiarono in fretta. Mentre la stella era in viaggio, il suo agente decise di vendere il 10%, ricavando un totale di $100.000 dollari, dal quale prelevò la sua quota del 10% ($10.000). Ma perché lo fece?

“Mentre ero in viaggio, aveva la delega. Non sapeva come ottenere il proprio 10% dalle quote, perciò decise di venderle. Ho perso circa $2.8 miliardi.”

– Spencer Haywood

Il net worth di Haywood, oggi come oggi, ammonta a circa $5 milioni, e si tratta di un Hall of Famer, perciò non parliamo certo di qualcuno che se la passi male. Ma, se non fosse per il suo agente, adesso se la starebbe passando senza dubbio ancora meglio.