Scottie Barnes si è preso la squadra sulle spalle dopo l’infortunio di Siakam e sta mostrando alla NBA e al mondo del basket che il futuro della franchigia canadese appartiene a lui.

Scottie Barnes in campo con i Raptors
FOTO: RAPTORS HQ

È molto importante per Scottie sfruttare queste occasioni, senza Pascal molto del lavoro offensivo verrà ridistribuito nelle sue mani. I compagni si fidano di lui.

Con queste considerazioni, Nick Nurse ha chiuso la serie di domande nel pre-partita della gara di ieri contro i Chicago Bulls. Un attestato di fiducia da parte sua e, come sottolineato dallo stesso allenatore, dei suoi compagni di squadra. Non che Scottie Barnes ne avesse bisogno: in appena una stagione e poche partite della seconda ha già dimostrato di aver capito cosa gli venga chiesto e lavora incessantemente per eseguirlo al meglio.

Il prodotto di Florida State ha cominciato il campionato con 14.9 punti, 6.3 rimbalzi e 5.1 assist tirando col 50% dal campo e un solidissimo 41% dall’arco, soluzione che utilizza molta più tranquillità rispetto al suo primo anno. Altro notevole miglioramento deriva anche dai passaggi decisivi: al di là dell’aumento della media, Scottie tende molto a coinvolgere i compagni, a far girare la palla, a cercare di mettere in ritmo i tiratori, pur non disdegnando l’attacco al ferro o un tiro da tre punti.

Prima dell’infortunio di Pascal Siakam, stella della squadra con medie da MVP, molti si chiedevano come sarebbe stata la convivenza tra l’ala camerunese e il sophomore proprio per via della costante ascesa di quest’ultimo. I due hanno risposto alla perfezione, rimanendo fedeli al proprio gioco ma capendo come trarre il massimo l’uno dall’altro. Con Siakam ai box per almeno altre due settimane, la squadra perde inevitabilmente un pilastro fondamentale ma, come affermato da Nurse, molte delle soluzioni offensive passeranno proprio da Barnes.

Le qualità del ragazzo sono una manna per ogni allenatore: un two-way player in grado di difendere su più ruoli, allo stesso tempo in grado di guidare la transizione dopo una palla rubata o un rimbalzo difensivo, e non solo. In questa prima parte di stagione ha mostrato di essere anche un discretissimo facilitatore, come testimoniano i cinque o più assist in cinque partite delle nove giocate. Nel momento più delicato, proprio nella gara contro Dallas in cui è arrivato l’infortunio del 43, Scottie ha messo a referto la sua prima tripla doppia (11 punti, 11 rimbalzi, 10 assist), diventando il più giovane giocatore della franchigia a raggiungere questo traguardo.

Nurse ha parlato di fiducia. Scottie Barnes sembra averne parecchia nei propri mezzi e nelle proprie capacità, non soltanto in quelle offensive, appena menzionate, ma anche in quelle difensive. Non è un caso infatti che sia lui l’uomo designato a marcare le stelle avversarie, come sottolineato sempre in conferenza stampa dall’allenatore:

Ha marcato Kevin (Durant), ha marcato Luka (Doncic). È un banco di prova per lui. Essere l’uomo che marca i top player è un compito difficile ma anche un punto d’orgoglio, e lui dovrà imparare a farlo anche nelle gare più importanti.

La quarta scelta al Draft 2021 è indubbiamente tra i migliori difensori di quella classe, principalmente per la sua capacità di adattarsi in marcatura su ruoli diversi grazie ad una combo di mobilità e velocità. Nella partita di ieri contro i Bulls ha tenuto DeRozan a 9 tiri tentati dopo i 23 FGA nella gara contro i Celtics, dato anomalo, se si considera anche che nelle partite in cui è assente Zach Lavine la mole di tiri di DeRozan è significativamente alta: “solo” 20 punti dell’ex Raptors, sei dei quali dalla lunetta e cinque palle perse, sono il risultato dell’ottimo lavoro difensivo del ROTY 2022.

Anche in questo caso è arrivata una prestazione all-around, con 19 punti, 10 rimbalzi, 4 assist e 1 palla rubata, in risposta al suo coach che, poche ore prima, aveva chiesto un contributo di alto livello da parte sua sui due lati del campo. Ma senza far rumore, senza esaltarsi all’eccesso, non ce n’è bisogno. Sa benissimo cosa può dare in campo, non serve gridarlo in faccia agli avversari col trash talking o sbandierarlo in press room come tanti suoi coetanei (con qualità decisamente inferiori) tendono a fare.

Questo suo aspetto caratteriale è estremamente funzionale per i Raptors che si ritrovano in casa un giocatore con doti eccellenti sia nella metà campo amica che in quella avversaria, un playmaking ancora acerbo, ma sicuramente pieno di potenziale, e una leadership silenziosa che si manifesta nelle azioni sul parquet.

Pascal Siakam è indubbiamente il presente di questa squadra – e come potrebbe non esserlo, visto quanto ha fatto finora? Scottie Barnes è il prossimo passo: è il prototipo di giocatore ideale in fase di costruzione, di maturazione, di miglioramento costante. L’età è dalla sua, il talento anche; l’ambiente di Toronto poi è ideale per lo sviluppo di un giovane come lui e in men che non si dica potrà trovarsi, suo malgrado, a scalare le gerarchie e contendersi il ruolo di star con Spicy P.

Tra tutti gli elementi di disturbo che sono all’ordine del giorno e che caratterizzano il panorama delle squadre NBA, forse in Canada possono dormire sonni tranquilli. Il futuro è in buone mani.