Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


Sta per iniziare una nuova stagione ma, come al solito, intorno al nome dei Phoenix Suns ruota sempre la stessa storia di una trade di Deandre Ayton. La stagione precedente c’è stata una sorta di conto alla rovescia fino a quando non poteva essere scambiato, mentre nell’offseason di due anni fa uscivano i primi rumors nel momento in cui i Suns non gli offrirono quell’estensione al massimo salariale che tanto desiderava il centro nativo delle Bahamas. Nonostante Frank Vogel abbia già speso parole al miele nei suoi confronti sostenendo che sia un difensore e un rimbalzista da livello All-Star, si è ritornati in breve a varie ipotesi di trade.


Giovedì scorso sono uscite le prime voci secondo le quali i Phoenix Suns possono essere la tanto attesa terza squadra che faciliterebbe la trade di Damian Lillard verso i Miami Heat. Questo perché la franchigia della Florida non ha giocatori di spessore da mandare a Portland in cambio del loro playmaker. Sia John Gambadoro che l’insider Suns Flex from Jersey hanno riportato e confermato questo rumor.

Come ha fatto notare anche Dave King nel suo articolo più recente non ci sono tanti giocatori dei Suns che possono essere scambiati. Devin Booker e Kevin Durant ovviamente sono off-limits, Bradley Beal ha una no-trade clause e la restante maggior parte del roster è formata da minimi salariali che non possono essere inseriti nelle trade prima del 15 dicembre.

Inevitabilmente il nome più caldo diventa Deandre Ayton, al quale Portland sembra essere molto interessata. Ovviamente, per far funzionare la trade, i Phoenix Suns dovrebbero accumulare contratti che complessivamente si avvicinino ai 32.5 milioni di dollari, ovvero lo stipendio del centro numero 22. Né Portland, né Miami, però, dispongono di contratti validi, ed ecco che si vocifera addirittura l’inserimento di una quarta squadra.

L’unico nome che viene fuori è quello di Jusuf Nurkic, il quale rappresenterebbe anche il suo rimpiazzo. La domanda che sorge spontanea è la seguente: per i Suns è una buona mossa scambiare Ayton per il centro bosniaco? La risposta è un secco NO. Sarebbe una mossa priva di senso sia nel presente che in un futuro prossimo.

Jusuf Nurkic ha delle statistiche migliori per quanto riguarda le seguenti voci:

  • Deterrenza al ferro (80esimo percentile vs 70esimo)
  • Rim protection (90esimo percentile vs 77esimo)
  • Stoppate per 75 possessi (80esimo percentile vs 74esimo)
  • Tiri al ferro contestati (95esimo percentile vs 83esimo)

È un difensore interno migliore e un rimbalzista simile, ma gli argomenti a suo favore terminano qui. Deandre Ayton è più giovane, è un miglior difensore perimetrale, un tiratore migliore sia dal campo che ai liberi e infine è anche molto meno injury prone.

L’attuale centro dei Suns ha una media di quattro minuti in più per partita rispetto a quella di Nurkic. Avere in squadra un centro che ha una media di 48 partite a stagione e quattro minuti in meno implica la necessità di avere un reparto centri molto profondo. Al momento ci sono Drew Eubanks, Bol Bol e Chimezie Metu, ma sarebbe opportuno poter contare su circa 65 partite di Ayton e 32 minuti ad allacciata di scarpe.

In questa squadra e in questo momento è meglio scommettere sulla stabilità di un giocatore che si appresta ad entrare nel suo prime rispetto a un lungo che non riesce a difendere sul perimetro e nelle ultime stagioni ha patito diversi problemi muscolari nella parte bassa del corpo.

Sia Mat Ishbia che James Jones sono d’accordo nel rimanere così quando si parla di cap, ma è vero che una trade di Ayton potrebbe allentare la pressione salariale nei prossimi anni. Perché, però, farlo ora? Perché per Nurkic? In questo momento la prima scelta assoluta del Draft 2018 non è nemmeno al suo valore più alto e quindi bisognerebbe dargli nuovamente la possibilità di dimostrare quanto effettivamente valga.

Se non dovesse impattare positivamente nemmeno nel sistema di Frank Vogel allora cerchi di scambiarlo, ma al fine di racimolare diversi asset, non un giocatore in là con l’età e propenso agli infortuni. È simile per certi versi a quello che Jones fece la scorsa offseason con Cam Johnson. Il GM dei Suns non gli fece firmare la rookie extension, ma lo mise alla prova. Cam rispose bene disputando un’ottima prima parte di Regular Season, nonostante l’infortunio al menisco, e divenne un’interessante pedina di scambio fino a diventare parte della trade per Kevin Durant.

Lui è attivo sui social e vede che i Suns stanno nuovamente cercando di scambiarlo. Se vogliono dargli fiducia, però, questo non è il modo più adatto. Manca sempre meno al media day e Deandre Ayton risponderà ancora una volta alle domande sul suo potenziale, ma bisogna dargli la possibilità di esprimerlo.