Dopo una stagione di transizione, i Portland Trail Blazers sono pronti a ritornare nelle zone alte della Western Conference
In una NBA in cui molte squadre, riconoscendo lo strapotere di alcuni mercati e franchigie, decidono di attuare una solida e forte strategia di tanking e ricerca delle sconfitte, a Portland si è optato per una più diversa e conservativa, che ha portato, già da quest’anno, a tornare nei discorsi che più contano. Se della timeline della franchigia dell’Oregon avevamo già parlato, da questa stagione si vedranno subito i risultati dell’opera del cosiddetto retooling attuato da Cronin e Schmitz intorno alla stella e padrone di casa, Damian Lillard. Una scelta azzardata ma che potrebbe portare a importanti risultati per i Blazers.
Come? Andiamo a vederlo passando attraverso alcuni dei fattori da tenere d’occhio per la stagione degli uomini di Billups.
La condizione fisica di Dame
Checché se ne dica, prima dell’infortunio dello scorso gennaio (che lo ha tenuto fuori per il resto della stagione) Damian Lillard era ancora considerato uno dei migliori nel ruolo (e non) di tutta la lega, uscito pochi mesi prima da dei Playoffs di sole sei partite, ma che lo avevano visto protagonista con 34.3 PPG e il 45% dalla lunga distanza.
Oggi Lillard torna dopo un anno di pausa quasi totale (solo 29 partite nel 2021/22) che normalmente inciderà sulla sua condizione fisica e prestazioni, essendo stato Lillard uno dei giocatori con più partite all’attivo in Regular Season nelle scorse annate (dall’ingresso nella lega solo due stagioni sotto le 70 partite, con 4 sopra l’80). Quello che potrebbe calare nel suo gioco sarà quindi (oltre al minutaggio, n.d.r.) il quantitativo di palloni effettivamente giocati da Dame: 32.3 di Usage% di media nelle ultime 8 stagioni e il numero di tiri che, visto le nuove bocche di fuoco in squadra, dovranno calare.
D’altro canto, sarà interessante anche capire come si adatterà un sistema come quello che aveva fatto vedere coach Chauncey Billups nella seconda metà di stagione (puntando molto sulla transizione, movimento rapido della palla e tanto lavoro off ball) al gioco più lento e ball dominant di Dame – che, appunto, dovendo limitare alcuni fattori come Usage% e tentativi dal campo, potrebbe presentarsi in tutt’altra salsa rispetto al giocatore che avevamo visto in precedenza.
Anche perché risulterà difficile per Billups limitare lo sviluppo di un altro giocatore che l’anno scorso si era messo in mostra per le capacità di playmaking e l’ottimo adattamento alla filosofia di gioco proposta dall’allenatore.
Anfernee Simons si confermerà?
Probabilmente, l’ago della bilancia da cui dipende la stagione dei Blazers è rappresentato proprio dal rendimento che avrà Anfernee Simons quest’anno accoppiato per tanti minuti con Lillard.
Quello che aveva fatto vedere Ant se usato da prima opzione nei quintetti post infortunio di Dame e partenza di McCollum è stato impressionante: 24.6 PPG con quasi il 43% su 10.8 tentativi dalla distanza e 5.8 assist di contorno nelle 26 partite prima dell’esclusione (per motivi di tanking) dei Blazers.
Il giocare con Dame mostrerà però un Anfernee totalmente diverso, che dovrà per forza di cose limitare la Usage% (24.3% totale l’anno scorso) ma che non potrà forzatamente tornare a essere limitato a quello spot up shooter che avevamo visto in precedenza in compagnia di Lillard. Come dovrà essere quindi la gestione di Billups per la coppia? Sicuramente vedremo una gerarchia ben precisa nelle unit, con Dame a guidare la prima e Anfernee a capo della seconda. Quando saranno entrambi in campo, invece, ci sarà la concreta possibilità che i possessi vengano molto divisi fra i due, lasciando manovra anche a Simons, con Lillard “costretto” ad adattarsi molto al movimento off ball e che calerà i suoi numeri in termini di palloni giocati.
Altro fattore che segnerà la stagione di Simons sarà la stabilità delle sue percentuali: entrato nella lega non come un tiratore puro, appena due anni fa chiudeva una stagione con il 33% dall’arco, trasformato nel solido 40% totale della stagione scorsa. Considerato che il volume di tiro rimarrà probabilmente lo stesso (6-8 tentativi a partita), se Ant riuscirà a confermare il dato, potrebbe tranquillamente chiudere la stagione come il top scorer tra le file di Portland.
La lunghezza del roster
Abbiamo parlato di prima e second unit: vediamo adesso di focalizzarci sulle alternative a disposizione di Billups. Tra i volti nuovi vedremo quelli importanti di Jerami Grant, Gary Payton II e Shaedon Sharpe, potenzialmente tre dei giocatori che avranno più minutaggio in Regular Season. Vediamo quindi potenziali lineup che Billups potrebbe formare.
Lillard (30-35) | Simons | K. Johnson (15-20) |
Simons (35-40) | K. Johnson/S. Sharpe | S. Sharpe (10-18) |
Payton II (25-30) | Hart (20-25) | Little/Winslow/Sharpe |
Grant (30-35) | Little (18-25) | Winslow/Brown Jr. (10-15) |
Nurkic (20-25) | Eubanks (10-15) | Watford/Walker (8-18) |
Ecco indicate le tre diverse potenziali unit con la soglia di minutaggio prevista
Il sistema rimane sostanzialmente lo stesso per la formazione di tutti i quintetti: una point guard da primary creator con una solida opzione di secondary playmaking, due ali versatili difensivamente e il più possibile scalabili anche sui lunghi avversari e un centro disposto a offrire il massimo della rim protection, capace di adeguarsi ad uno switch sulle guardie avversarie in alcune situazioni più dinamiche.
Proprio su questo si basa uno dei principali punti di domanda della difesa di Portland: Jusuf Nurkic, Drew Eubanks, Trendon Watford e Jabari Walker riusciranno a coprire tutti i difetti di un roster non molto fisico e che potrebbe soffrire i lunghi avversari?
Se il discorso su Eubanks, Watford e Walker è molto ipotetico, su Nurkic sembra essere molto più chiaro, con il centro bosniaco che negli ultimi anni aveva perso molto in integrità fisica e mobilità a causa dei numerosi infortuni (alcuni molto pesanti) subiti. Uno dei modi più usati per battere Portland sarà probabilmente il cercare di tirar fuori il centro di riferimento costringendolo a switchare molto, viste le debolezze del roster.
Ma se il discorso sui lunghi sembra complicato, al contrario la gestione per quanto riguarda la difesa di ali e guardie avversarie si prospetta molto più roseo, con un pacchetto di uomini molto completo e versatile, che potrebbe quasi facilmente nascondere le mancanze di Lillard e Simons, limitando il loro effort difensivo sostanzialmente alla difesa in aiuto.
Gli obiettivi
Il giocattolo di Billups è stato quindi costruito, ma in quali discorsi potrà essere inclusa Portland alla fine di questa Regular Season? La risposta è… “dipende”.
Dipende perché, come abbiamo visto, i fattori sono tanti e le domande ancora di più: e se Lillard non torna lo stesso? E se Simons non rende come prima? E se Gary Payton dovesse faticare in un sistema diverso da quello di Golden State? E se la poca fisicità del roster inciderà troppo? Insomma, tante incognite a cui non si può ancora dar risposta, ma che, passando a un discorso più ottimista, potrebbero portare Portland a risultati molto importanti per quanto riguarda il gioco imposto dalla Regular Season.
Un attacco completo e versatile come quello che c’è in Oregon è ritrovabile in pochissime franchigie nella lega, con le difese più “leggere” della Regular più inclini a lasciar rendere bene gli uomini di Billups. Anche perché la dirigenza ha fatto sforzi importanti per riportare almeno ai Playoffs Lillard&Co., i quali, nonostante la Conference combattutissima, hanno tutte le carte in regola per regalare ai propri tifosi una stagione da prime sei della Western Conference, che significherebbe andare direttamente – e senza il pensiero del Play-In – ai Playoffs.