La finalista NBA ad Ovest sara decisa dal rematch tra Lakers e Nuggets, nuovamente avversarie dopo la serie nella bolla di Orlando

Lakers e Nuggets durante la regular season
FOTO: DRAFT KINGS

Questo articolo è una collaborazione tra Gianluca Bortolomai, per la parte sui Denver Nuggets, e Leonardo Pedersoli, per quel che riguarda i Los Angeles Lakers

Sembrano altri tempi se ripensiamo all’ultima volta che queste due franchigie si sono scontrate: il mondo fermo, l’NBA chiusa in un parco giochi. I Lakers chiamati a vincere il titolo, i Nuggets a tentare un altro upset dopo aver ribaltato due serie consecutive sotto 3-1. A farla franca sono stati i giallo-viola con un secco 4-1 che garantì loro l’accesso alle Finals, poi vinte, contro i Miami Heat.

Sono passati tre anni e sono cambiate un paio di cose. Nikola Jokic si è affermato e confermato come uno dei migliori giocatori della lega, fresco di due MVP consecutivi e un terzo sfiorato; Denver ha dominato la Western Conference, mentre i Lakers sono dovuti passare dalla porta di servizio, con un equilibrio trovato in corsa e grazie ad un roster rimaneggiato in extremis per salvare la stagione.


Dall’inizio dei Playoffs in poi, per le due squadre il percorso è stato quasi parallelo: 4-1 e 4-2 nelle serie vinte dai Nuggets contro Minnesota e Phoenix, un doppio 4-2 in favore dei losangelini per sorpassare i Grizzlies e, soprattutto, i campioni in carica dei Golden State Warriors.

Vediamo quali saranno le chiavi per quella che, più che una serie, si prospetta un’equilibratissima resa dei conti per arrivare alle NBA Finals.

Los Angeles Lakers

  • Come si ferma il miglior attaccante del mondo (di sempre?)?

Nikola Jokić sta giocando obiettivamente dei Playoffs fuori da ogni logica, i numeri li citerà il mio collega, ma più di questi è la sensazione di non poter essere arginato in alcun modo che dovrebbe preoccupare i Lakers. 

Il primo dubbio che dovrà sciogliere Ham sarà quello riguardante la marcatura primaria che verrà assegnata al due (facciamo tre, ndr.) volte MVP, e già qui sorge il primo dilemma: la soluzione più ovvia sarebbe infatti accoppiare fin dal primo minuto Anthony Davis al lungo serbo e sperare che l’ex Kentucky possa, quantomeno, limitarlo, anche se questo porrebbe due problematiche non indifferenti.

La prima è rappresentata dal fatto che, per quanto AD sia straordinario, il suo tratto distintivo non è certo quello di essere un difensore 1-contro-1 incredibile in post-basso, situazione in cui, anzi, mostra probabilmente i suoi maggiori limiti. La seconda, forse ancor più importante, è che dover marcare Jokic lo porterebbe al di fuori del pitturato, dove invece è sostanzialmente un obbligo per i Lakers cercare di farlo stanziare il più possibile. 

Non è da escludere dunque che i il coaching staff, in mancanza di un centro tradizionale (Howard fece un ottimo lavoro in 20 minuti di media nel 2020), decida di andare proprio con LeBron James per questa marcatura, lasciando quindi libero Davis di fare roaming. Chiaramente una scelta del genere non è sostenibile ipotizzando il solo uso di una single-coverage. I Lakers dovranno quindi, per quanto sembri paradossale dirlo, viste le abilità da passatore del Joker (16.5 di Box Creation, ovvero una stima dei tiri generati per i compagni ogni 100 possessi, in questa Post-Season, 99esimo percentile), alternare raddoppi a stunt sulla palla, cercando di proporre sempre una situazione differente e rendendo quindi la lettura della stessa più lenta e complessa anche per un genio in questo ambito. 

Ovviamente non esiste una soluzione perfetta, la coperta rimarrà sempre corta, ed è probabile che ci vorranno almeno un paio di partite prima di capire quale sia l’opzione migliore, a maggior ragione considerando le difficoltà a livello di personale dei Lakers, che non vogliono, e nemmeno possono, permettersi di logorare né Davis, né James, in questo compito. 

  • Schröder, Vanderbilt e Hachimura

Le evidenti difficoltà offensive di Vanderbilt, che lo hanno reso sostanzialmente ingiocabile nella serie contro gli Warriors (14 minuti combinati fra gara 5 e 6), rischiano di costargli molto anche contro i Nuggets. MPJ sarà molto probabilmente accoppiato con lui, e permettere al miglior rim-protector avversario di ignorare completamente il proprio uomo per proteggere il ferro non è esattamente l’ideale in una squadra che dovrà fare dell’High P&R la sua arma principale. 

Guardate come Curry, accoppiato qui con Vanderbilt, si disinteressi totalmente di lui in angolo, preferendo piuttosto chiudere la linea di passaggio per Reaves

Proprio in questo potrebbe, ancora una volta, rivelarsi fondamentale Dennis Schröder, l’unico, insieme forse a Reaves, in grado di generare buoni tiri con continuità da questa situazione, oltre all’ovvio LeBron, che però non ha più chiaramente il passo per giocarne più di una manciata a partita (con risultati fra l’altro tragici finora, 0.66 PPP nelle situazioni da Handler). Oltre a questo compito offensivo, il tedesco, dopo l’ottimo lavoro svolto su Stephen Curry, si troverà davanti Jamal Murray, giocatore che potrebbe sicuramente metterlo più in difficoltà dal punto di vista fisico, ma contro il quale la sua abilità nel navigare sui blocchi sarà essenziale. 

Credo che Ham voglia comunque dare una possibilità a Vando, non fosse altro che per ragioni difensive (magari lasciandolo proprio su Murray inizialmente, sulla scia di quanto fatto con Morant), ma, nel caso gli esiti fossero gli stessi visti finora nell’altra metà-campo, non escluderei una sua quasi totale uscita dalle rotazioni in favore di Hachimura. Quest’ultimo, nonostante sembri essersi un minimo raffreddato, rimane comunque un giocatore offensivamente di tutt’altro calibro e pone molti più interrogativi alla difesa. Il giocatore giapponese offre anche una dimensione di rim-protection comunque accettabile, oltre che un profilo fisico perfetto per il match-up con Aaron Gordon, non dovendo soffrire, almeno a livello teorico, troppo la sua esuberanza a rimbalzo offensivo. 

  • Come sfruttare LeBron James

LeBron James ha mostrato chiaramente in Gara 6 contro gli Warriors come sia ancora, in determinati momenti, capace di essere dominate e di risolvere una partita decisiva con la sua sola presenza. Questo tipo di prestazioni è però ormai episodico, LeBron deve saper scegliere gli spot giusti in cui attaccare, sia a livello di schieramento in campo che di momento della partita. 

3 anni fa, James chiudeva così le WCF, giocando un tipo di pallacanestro che ormai non gli è più concessa dall’età

Come detto sopra, James non è più un giocatore di pick&roll di livello elitario, e, per quanto l’idea di attaccare Jokic sia corretta, sulla carta, non è una soluzione che sia sostenibile per un’intera serie, specie considerando che Gordon (che sarà accoppiato con lui nel 100% dei casi, non escludo nemmeno che Malone arrivi persino a specchiare i minuti), per quanto abbia dei limiti, non dovrebbe avere difficoltà nel passare sui blocchi e recuperare contro quella che non è certo una guardia estremamente shifty. 

Alzare il pace in questa serie sarà molto importante per la franchigia californiana. Se con gli Warriors infatti l’idea era di correre solo quando si presentasse una palese opportunità, e non certo per 48 minuti, con i Nuggets il ritmo della partita dovrà essere tenuto più alto, cercando di sfruttare i pregi di questo play-style. Attaccare in transizione sarà dunque l’imperativo, per LeBron e i Lakers in generale, così come non far schierare la difesa di Denver, oltre a – possibilmente – entrare nei set offensivi con rapidità, senza dare alla star avversaria la possibilità di recuperare, coinvolgendola anche lontano dalla palla.

A questo proposito, non vedo impossibile un ritorno di Malik Beasley, oltre ad una riconferma per Lonnie Walker IV, che, appunto, nelle decoy-action, possono offrire quella dimensione da tiratori necessaria per generare linee di penetrazione più pulite per James e Davis. 

James conduce la semi-transizione con Walker che segue in angolo, 3 punti, sequenze così dovranno essere il pane dei Lakers in questa serie

A metà-campo la soluzione che indubbiamente ha dato maggiori risultati, soprattutto nelle lineup che vedevano solo uno fra Vanderbilt e Davis in campo, è stata quella del post-up, nella quale James riesce ancora a far valere la sua superiore forza fisica e tecnica rispetto a chiunque altro. In questa serie, però, la marcatura di Gordon potrebbe dargli non pochi problemi anche in questo frangente, proprio in virtù del frame di quest’ultimo, che non lo vede assolutamente andare così sotto dal punto di vista atletico.

Meglio piuttosto cercare di forzare un cambio prima di appoggiarsi ad una ricezione statica, cercando un accoppiamento minimamente più favorevole, esattamente come fatto contro Golden State per attaccare uno fra Thompson e le guardie, anziché Wiggins. 

Prediction: Lakers in 6

Denver Nuggets

  • Nikola Jokic

Scontato ma inevitabile, Nikola Jokic sarà il fattore chiave dei Nuggets. Il mago di Sombor sta viaggiando a 30.7 punti, 12.8 rimbalzi e 9.7 assist in questi Playoffs ed è chiamato ora a mettere in mostra tutto il suo arsenale contro un difensore d’élite come Anthony Davis. Il risultato della sfida tra i due potrebbe essere l’ago della bilancia della serie, sebbene, come scritto sopra, i giallo-viola potrebbero tentare coverage molto diverse.

Il due volte MVP, in caso di raddoppio o di difesa alterata in funzione di limitarne lo scoring (piccolo che tenta lo stunt, aiuto “zonato” sulla linea di fondo etc.), dovrà saper leggere con intelligenza qualsiasi situazione. Non che gli riesca difficile. E non che Denver non sia attrezzata.

Più volte, anche nel corso della serie contro Minnesota, ad esempio, l’idea principale è stata quella di farlo ricevere fuori dal pitturato, escludendo poi la ricezione dell’altra grande minaccia, Jamal Murray, facendo praticamente face-guarding. Lo stesso approccio utilizzato dai Lakers contro Golden State sulle uscite dei vari Thompson e Curry.

In questi casi particolari, sulla carta vantaggiosi per la difesa, i Nuggets sono fenomenali a sfruttare Murray da bloccante, facendo uscire una minaccia letale come Kentavious Caldwell-Pope per il tiro, cogliendo spesso il difensore impreparato. Questa soluzione ha fatto enormi danni a Mike Conley, ne avrebbe fatti a Chris Paul per tutta la serie, se non si fosse infortunato prima, e probabilmente ne farà a D’Angelo Russell, qualora vi fosse tirato in mezzo.

Tutto questo fa parte dell’arsenale offensivo di Jokic, per quanto si tratti di un counter trovato da Malone, dal momento che un passatore di questo tipo, che costringa la difesa a portare sempre un aiuto, che sia primario o secondario, fuori dal pitturato, è un’arma senza precedenti.

E la situazione vista sopra può portare a svariati outcome, come un taglio back-door dello stesso Murray qualora la difesa comunicasse male o, ancora, un ri-blocco per, se non di, KCP. Se non a ricezioni appositamente costruite per Jokic, estendendo l’uso di Jamal da bloccante. Tutti grattacapi generati dall’abilità del lungo serbo.

  • spacing

Lo spacing dei Nuggets è stato determinante nelle due serie vinte, specialmente contro i Suns. Denver ha messo in mostra tutto il suo arsenale offensivo grazie a movimenti e schemi eseguiti ai limiti della perfezione dai suoi migliori interpreti, come visto in precedenza.

Jamal Murray, tornato in forma smagliante in questi Playoffs (20 punti, 4 rimbalzi, 6.2 assist), è quello che oltre al centro serbo sta maggiormente beneficiando di queste spaziature, che gli permettono di creare dal palleggio o di sfruttare lo spazio fuori dall’arco.

Questo è solo uno dei motivi per evitare il raddoppio sistematico su Jokic, così come gli show mal eseguiti sul pick&roll con Murray da portatore. Porter Jr. ha un vantaggio su chiunque in termini di taglia e in questi Playoffs è stato mortifero, Caldwell-Pope è imprendibile in uscita dai blocchi o sugli hand-off (QUI un esempio più esteso), come visto, mentre quello battezzabile è Aaron Gordon, che però sa sfruttare alla perfezione i tempi di taglio in caso di rotazione difensiva:

Per limitare il pick&roll, invece, LA probabilmente inizierà con una high-drop su Murray, non volendo rischiare di uscire troppo aggressiva, e male, come fatto da Phoenix nella precedente situazione. Se Jamal sarà caldo come visto in determinate occasioni nel corso delle due serie precedenti, allora si potrà pensare a un qualche aggiustamento, ma concedergli il pull-up è certamente la soluzione più indicata, rispetto a quella di far entrare in ritmo i compagni.

Il problema vero, come visto, riguarda tutto quello che succede intorno in altre situazioni, anche solo nel più classico dei post-up al gomito. Dai flare per Murray ai tagli sugli split, l’attacco dei Nuggets viaggia che è una meraviglia.

  • la difesa di Aaron Gordon – e non solo

Per quanto i riflettori siano sempre puntati su Jokic, Murray e Porter Jr. in attacco, è innegabile riconoscere ad Aaron Gordon il ruolo di primo violino in difesa. Mike Malone ha anche cominciato ad utilizzarlo in marcatura sui centri, dividendo così il minutaggio con il due volte MVP per mascherare le sue lacune difensive. Durant tenuto a 3/13 con 0/6 in Gara 2 è solo un esempio della qualità e della versatilità del prodotto di Arizona.

Sarà interessante quindi vedere che tipo di accoppiamenti deciderà di utilizzare il coach dei Nuggets, con Gordon che potrà avere le mani ben piene con LeBron James – e Davis, sporadicamente – sui due lati del campo.

Oltre a lui, KCP ha svolto il solito lavoro fenomenale lontano dalla palla, mentre Michael Porter Jr. è quello che probabilmente ha beneficiato di più di questo “nuovo” roster. Nuovo, perché ci sono anche giocatori come Bruce Brown, Christian Braun e, in misura minore e presente già da prima, Jeff Green, tutti corpaccioni versatili capaci di adempiere a più doveri.

E così, nella serie contro Phoenix, ad esempio, si è potuto far uscire Jokic più alto sui pick&roll, con lo show che è ormai marchio di fabbrica, per lasciare sempre un aiuto pericolosissimo nei pressi del ferro. I Lakers non hanno il personale per effettuare lo skip pass sui terzi in caso di rotazione difensiva, pertanto cercheranno di ripartire da fuori qualora la ricezione del rollante fosse impedita.

James ha fatto un ottimo lavoro contro Golden State nell’attaccare direttamente su ricezione o nel tagliare con i tempi giusti ma, come detto, Gordon è forse il matchup più complesso che il Re affronterà in questi Playoffs. I Nuggets hanno numerosi corpi da tirare su LA e, nelle lineup con Vanderbilt, sarebbero enormemente avvantaggiati, potendosi permettere di ignorarlo in modo o da nasconderci Jokic, o da uscire aggressivi sui giochi a due o, più semplicemente, da raddoppiare sul post.