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Questo contenuto è tratto da un articolo di John Volta per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Dopo la prematura e sorprendente eliminazione al First round dei Playoffs subita dai Phoenix Suns, la situazione in Arizona sta rischiando di diventare parecchio stravagante, abbracciando le ipotesi più assurde in vista della lunga estate in arrivo. Da qui all’inizio della Stagione 2024/25 sono tanti gli appuntamenti rilevanti, attraverso i quali prenderanno vita i vari roster delle franchigie NBA: il Draft, la Free Agency e le eventuali trade, anche a stagione in corso, fino alla trade deadline. Pensieri, ipotesi e fantasie dei tifosi dei Suns corrono veloci, convincendoli o meno che un determinato innesto o trade possano definitivamente mettere a posto le cose all’interno del roster. La stagione degli uomini allenati da coach Frank Vogel è terminata da circa una settimana, ed è tempo di sedersi e riflettere, con un occhio sulle sfide dei Playoffs ancora in corso. 


L’uscita di scena dei Phoenix Suns per mano dei Minnesota Timberwolves ha alimentato il malcontento tra i loro supporter, ed in periodi del genere anche gli scenari più impensabili vengono presi in considerazione, nella speranza che i Suns si mantengano competitivi. Il malcontento alimenta spesso i pensieri più ingenui riguardanti trade o aggiunte dal mercato dei Free agent. Tanta carne al fuoco per gli altrettanto numerosi tifosi delusi in Arizona. Da questo turbinio di suggestioni e voci, ne rimbalza una davvero particolare: e se i Phoenix Suns provassero a mettere sotto contratto proprio LeBron James? Alquanto inimmaginabile, anche perché darebbe parvenza di tornare indietro alla Free agency 2014, anziché quella di una decade futura. 

La situazione di LeBron e dei Los Angeles Lakers ricorda quella affrontata la scorsa stagione dopo l’eliminazione alle Western Conference Semifinals, con parecchi dubbi su un suo possibile ritiro dal basket. Ancora una volta, il tema è stato affrontato durante l’ultima conferenza stampa stagionale. Il Prescelto ha mantenuto un alone di mistero, ancora una volta, di fatto non rispondendo alla domanda, prima di abbandonare i microfoni con un sorriso beffardo. 

Questo atteggiamento ha fatto scattare la scintilla nelle menti dei tifosi delusi dai risultati della loro squadra, dando loro modo di abbracciare questa folle idea per tutta l’estate. Di per sé, l’arrivo di LeBron James viene sempre percepito come qualcosa di immensamente positivo, tuttavia esso comporta anche qualche contro. Tra essi, il fatto che ai Suns non gioverebbe alla qualità del loro gioco l’eccessivo minutaggio trascorso da LBJ a condurre i possessi, e neppure le sue criptiche dichiarazioni post-partita alla stampa. Va considerato il pressante fattore-età: LeBron compirà 40 anni e come tutti sanno, Father Time è imbattibile. Acquisirlo comporterebbe il rischio di assistere al suo declino fisico, accompagnandolo verso la fine della sua carriera in NBA. 

L’età del nativo di Akron in relazione al suo rendimento è stato argomento di discussione durante il corso di tutta la Regular Season. Spesso essa ha reso sensazionali anche le cose più normali – sono stati frequenti commenti simili a “Ha messo dentro anche questo tiro libero, e lo ha fatto a ben 39 anni!”. Ma nonostante ciò, sono ancora tante le speranze di vederlo approdare nella Valley of the Sun. Per quanto possa esser giunto nella fase finale della sua carriera, LeBron James apporterebbe comunque un boost con la sua etica del lavoro e la sua mentalità dentro e fuori dal campo. Per quanto il ruolo di GOAT sia già riservato da Michael Jordan, LBJ è attualmente l’unico a poter ricevere il permesso da His Airness per detenere quello scettro. Ma questo è un discorso differente. In ogni caso, anche con i suoi 40 anni d’età, LeBron James potrebbe comunque risolvere alcune grane in casa Phoenix Suns. Ecco alcuni modi in cui potrebbe farlo.

Point LeBron

A prescindere dalle dichiarazioni di Mat Ishbia e James Jones, i Suns hanno avuto necessità di una point guard nel corso della stagione. Molti potrebbero non essere d’accordo con quest’affermazione, sostenendo che il pallone dovrebbe rimanere in possesso dei Big Three. Con una point guard, o qualcuno che si comporta come tale, Kevin Durant, Devin Booker e Bradley Beal certamente terrebbero meno il pallone durante i possessi. Lo stesso Presidente dei Suns è di quest’avviso.

“La gente vuole che quei 3 abbiano il pallone quanto più spesso possibile, ed anch’io lo voglio. Con una point guard in più in squadra, o qualcuno il cui stile di gioco prevede parecchia attività con la palla in mano, i Big Three ne risentirebbero in negativo.”

Mat Ishbia

Negli ultimi anni i Suns hanno subìto parecchie debacle nel clutch-time, arrivando a percentuali da oltre l’arco del 28.7% ed un record di 20-21 in quanto a partite risolte allo scadere. Questi Suns hanno bisogno di una guida, di qualcuno che batta la strada per i compagni ed elevi il livello del loro gioco con il suo QI cestistico. Tutto ciò è nelle corde di LeBron James. Nelle ultime 5 stagioni ha messo a referto 8.0 assist a partita, oltre a 27.0 punti: LBJ è giunto in un momento della sua carriera in cui adora passare la palla e rendersi utile al resto della squadra. Il modo migliore per farlo è comportarsi da facilitatore di gioco. Con tanti scorer al suo fianco avrebbe l’opportunità di alternare le fasi di gioco, poiché i Suns non confiderebbero soltanto su di lui per sviluppare le loro offensive. Per B-Ball Index, Il Re si è classificato al 10° posto in NBA per potential assist, appena dietro i migliori playmaker della lega. Escludendo dal discorso le guardie, James è ancora uno dei migliori in NBA in quanto a talento nel playmaking. 

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In fase offensiva, LeBron potrebbe dettare i tempi ai suoi compagni, poiché rimpiazzando Grayson Allen in quintetto risulterebbe devastante per le difese avversarie. James potrebbe trovare Devin Booker e Bradley Beal in uscita dai blocchi, sfruttare quelli di Jusuf Nurkic per cercare KD e lasciargli cercare la conclusione. Si tratterebbe di una sorta di scenario da videogame o All-Star Game per LeBron, il quale risolverebbe le carenze dei Suns nel playmaking e nel ruolo di point guard.

Stazza difensiva

I Suns hanno avuto qualche problema in fase difensiva, in particolare nella stagione appena conclusa. Hanno messo a referto 108.8 in Defensive Rating, classificandosi al 14° posto in NBA. Tutto ciò è accaduto con Grayson Allen a svolgere il ruolo di principale difensore sul point-of-attack. James non apporterebbe grosse migliorie in tal senso, ed i Suns potrebbero continuare a dover affrontare questo tipo di problemi difensivi. Ciò che apporterebbe, invece, è stazza nel ruolo delle ali. Nel corso dell’anno è stata spesso avanzata la candidatura di Keita Bates-Diop in starting five, non a causa del suo talento, ma della stazza. Avere sul parquet un’ala strutturata fisicamente permetterebbe a KD di giocare con maggior frequenza da ala piccola. Ciò gli permetterebbe di risparmiare parecchie energie nel corso delle varie sfide. Inoltre, KD sarebbe ancor più efficiente in difesa dovendo giocare da ala piccola, anziché da ala grande, ed anche LeBron sarebbe più fresco in fase difensiva, venendo sgravato di parecchio peso in fase d’impostazione. Durant ha disputato la sua peggior stagione in NBA in quanto a Defensive Rating, con 113.3. Per Basketball Reference, ha giocato l’85% dei possessi nel ruolo di power forward. Spostarlo in quello di small comporterebbe buone nuove per coach Vogel.

Leadership (?)

Non tutti possono apprezzare il modo di fare di LeBron James nel mettere in atto la propria leadership. Spesso ha lasciato intendere che in passato alcune squadre o giocatori abbiano vinto “grazie a lui”, altrimenti puntando il dito verso qualcuno o qualcos’altro in caso di sconfitta. Giocare al suo fianco mette in allerta i compagni, che vogliono evitare qualsiasi possibile scontro verbale con uno tra i più grandi di sempre, al cospetto dei quali si tende comunque a voler dare il proprio meglio – altro motivo di stress per chi sta attorno a James. L’attuale roster dei Suns potrebbe non essere tanto incline a tutto ciò. Tuttavia, potrebbe trattarsi di ciò di cui ha davvero bisogno. Alla versione 2023/24 dei Suns è spesso mancata la “scintilla”, l’input che li coinvolgesse rendendoli più efficaci, concentrati e vigorosi. 

Il 4 volte MVP ha una player option con i Lakers da $51.4 milioni. Si tratta di un’enorme cifra a cui eventualmente rinunciare. Le sue intenzioni non sono ancora ben chiare, ma potrebbero dar vita a questo scenario. Il motivo per cui potrebbe rinunciare ad esercitare la player option è la possibilità di giocare al fianco di Bronny James. Ma ciò non implica che LBJ sia disposto ad accettare qualsiasi contratto gli permetta di farlo. Bronny ha giocato per un anno alla University of Southern California, e si accinge ad accedere al Draft 2024. Ha messo a referto 4.8 punti con il 36.6% al tiro ed il 26.7% da oltre l’arco, essendo alto soltanto 1,93 m. Ha giocato solo 6 partite su 25 partendo in quintetto con i Trojans, ed i 15 punti contro Oregon State sono il suo miglior risultato in fase offensiva. Bronny Jr non è stato incluso nella NBA Draft Guide, la lista dei 62 prospetti più interessanti in vista del Draft, e neppure nella Top 100 di ESPN. Attualmente non viene inserito in alcun mock draft. Ma grazie alle capacità del padre di manipolare l’opinione dei media, tutto ciò potrebbe presto cambiare. Per via della possibilità di ottenere LeBron, le chance che venga scelto al Draft sono alte. DraftKings ha stilato una lista, includendo le possibilità che possa essere messo sotto contratto.

  • Los Angeles Lakers: +190
  • Philadelphia 76ers: +1000
  • New York Knicks: +1000
  • Oklahoma City Thunder: +1000
  • Cleveland Cavaliers: +1000
  • Los Angeles Clippers: +1500
  • Atlanta Hawks: +1600
  • Miami Heat: +1600

I Phoenix Suns non compaiono in questa lista, ed è uno dei motivi per cui molto probabilmente l’ipotesi discussa di LeBron James in Arizona potrebbe rimanere solo tale. Nonostante le varie ragioni, appena analizzate, è probabile che manchino i presupposti affinché questo scenario divenga realtà. Tuttavia, rimarrà uno dei tormentoni estivi preferiti in Arizona e non.