Le doti difensive dell’attuale giocatore dei Jazz e la sua versatilità sono esattamente quello di cui Phoenix ha bisogno.

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Questo contenuto è tratto da un articolo di Stephen Pridgeon-Garner per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Stefano Tedeschi per Around the Game.



Uno dei problemi dei Phonix Suns in questa stagione è l’evidente peggioramento dell’attitudine difensiva. Al momento sono all’11esimo posto nella lega per punti concessi a partita (111.7), al 13esimo per difensive rating (112.8), al 18esimo per defensive efficiency e al 14esimo per defensive efficiency a difesa schierata. A dicembre, soprattutto, le cose sono andate particolarmente male, avendo i Suns vinto solo 5 partite a fronte di 11 sconfitte, principalmente a causa di una difesa disastrosa: 27esimo posto per efficienza complessiva (117.4) e 18esimo a difesa schierata (98.6).

Una parte della spiegazione di questo calo difensivo risiede nell’aumento dei punti concessi da palle perse, che a dicembre sono stati 17.4 a partita (su 13.6 turnover); questo ha fatto sì che gli avversari dei Suns abbiano dovuto attaccare a difesa schierata la squadra dell’Arizona solo nel 77% dei possessi, dato nel quale Phoenix è stata ultima nella lega. Un altro problema sono i punti concessi nel pitturato, 52.8 per partita (22esimi), e quelli concessi da seconde opportunità (15.4, 26esimi). Un discreto disastro. 

Pertanto, sebbene la necessità di un giocatore che possa creare attacco sia indubbia per la squadra, ad esempio Kyle Kuzma (QUI gli ultimi aggiornamenti sulla trattativa in corso), potrebbe essere che Phoenix abbia molto più bisogno di un giocatore con spiccate doti difensive, che garantisca versatilità aMonty Williams in questa metà campo. Ovvero, quanto garantiva Jae Crowder prima di finire fuori squadra, in attesa di una trade.

I Suns potrebbero seriamente migliorare il proprio roster se riuscissero ad aggiungere un giocatore atletico, solido a rimbalzo, versatile negli accoppiamenti e con qualche dote anche nell’altra metà campo. Chi? L’identikit sembra proprio quello di Jarred Varderbilt, degli Utah Jazz.

Perché Vando?

Vanderbilt, aka Vando, è alto circa 2.03m, con un’apertura alare di 2.11m e un salto verticale che raggiunge il metro. L’ex Wolves è atleticamente sopra la media, e vanta un’eccellente velocità di reazione, mobilità laterale e forza fisica; cui aggiunge un’attitudine e un’intelligenza cestistica in grado di alzare (e trascinare) il rendimento difensivo delle squadre per cui gioca.

Vando è uno di quei rari giocatori in grado di cambiare il proprio accoppiamento di possesso in possesso, essendo efficace sia come difensore point-of-attack, anche su giocatori più piccoli e veloci di lui, sia contro i lunghi, sia lontano dalla palla, grazie al proprio tempismo in aiuto e alla propria attività sulle linee di passaggio.

Vando, inoltre, rende possibili innumerevoli schemi e quintetti difensivi, oltre a facilitare di molto il lavoro dei suoi compagni di squadra non dovendoli costringere a continue rotazioni o aiuti. Per Mikal Bridges, ad esempio, vorrebbe dire poter condividere il peso della responsabilità perimetrale, dove qualche volta sono emersi alcuni limiti, dovuti principalmente al maggior load offensivo che ha dovuto sostenere (soprattutto in assenza di Devin Booker). Mikal ha la stoffa per essere un DPOY, se adeguatamente aiutato, e Vando potrebbe dargli respiro in alcuni momenti della partita prendendo il giocatore avversario offensivamente più pericoloso. L’ala dei Jazz, tra l’altro, può difendere su giocatori di più ruoli e caratteristiche, rispetto a Mikal.

Parlando invece di Deandre Ayton, il centro sarebbe sollevato dall’essere l’unico perno su cui regge la squadra a rimbalzo (Vanderbilt ha 8 RPG, e sarebbe di gran lunga il secondo miglior rimbalzista della squadra). Inoltre, aggiungendo Vando, Ayton e coach Monty Williams avrebbero a disposizione una vasta gamma di possibili schemi difensivi da testare, il che sarebbe prezioso in ottica Playoffs.

Se sommiamo la solidità e versatilità difensiva alle possibilità tattiche che si aprirebbero, è probabile che con l’arrivo di Jarred la squadra riuscirebbe a fare importanti passi avanti in una metà campo in cui è parsa deficitaria nelle ultime settimane.

Una lineup con il prodotto di Kentucky insieme a Bridges e Okogie, ad esempio, porterebbe la protezione del perimetro dei Suns ad altissimi livelli; il suo accoppiamento con Ayton, invece, consentirebbe di avre un maggior controllo del pitturato e di affrontare in modo diverso i pick&roll degli avversari.

E in attacco?

Vanderbilt offre differenti opzioni, potendo anche svolgere il ruolo di centro in uno quintetto small: sarebbe una possibilità preziosa per i Suns in otttica Playoffs, vista la scarsità di opzioni nel frontcourt dietro ad Ayton. È sufficientemente bravo nel portare i blocchi, sottovalutato come passatore dopo uno short-roll, solido come rollante verso il ferro e dotato di un buon range di tiro (fino a quest’anno principalmente dalla media distanza, ora anche dall’arco).

Oltre ad essere un rimbalzista di grande livello ed energia in entrambe le metà campo (siamo attorno agli 11.5 in proiezione su 36 minuti nelle ultime tre stagioni), Vando è bravo ad aprire la transizione dopo aver recuperato un pallone sotto al proprio tabellone. I suoi 2.5 rimbalzi offensivi a partita sono ossigeno per le sue squadre. 

Conclusioni

Insomma, in prospettiva post-season, l’acquisizione di Vanderbilt vorrebbe dire disporre di un’affidabile opzione difensiva in più per quei matchup che hanno distrutto i Suns negli anni scorsi. Vando può letteralmente difendere su tutte e cinque le posizioni: da Steph Curry a Paul George, da Kawhi Leonard a Zion Williamson.

I Suns avevano avuto la possibilità di acquisirlo come free agent prima della scorsa stagione, ma non lo hanno fatto. E Vando è stato uno dei motivi per cui Minnesota ha avuto una stagione difensiva di ottimo livello. Ora, il suo nome è stato avvicinato a Phoenix da diverse fonti come potenziale trade target; qualche giorno fa Shams Charania (The Athletic) ha suggerito questo potenziale scambio a tre squadre:

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Certamente acquisire anche Malik Beasley, ovvero un tiratore e un generatore di attacco che non è male in difesa, renderebbe la trade molto vantaggiosa per i Suns, soprattutto se oltre a Crowder il sacrificio in termini di giocatori di contorno e scelte al Draft non fosse ingente.

Ancora non nsappiamo quali siano le intenzioni del front office guidato da James Jones, ma l’aggiunta di Vanderbilt, con i suoi restanti due anni di contratto da 4.3 milioni di dollari, sarebbe un ottimo modo per uscire dalla preoccupante situazione attuale.