Dopo l’infortunio al gomito che lo ha tenuto fuori da dicembre, Paul George è pronto a scendere nuovamente in campo.

“Ogni squadra punta ad arrivare ai Playoffs al meglio sin dall’inizio, e quale miglior modo di farlo se non con il proprio roster al completo?”, questa una citazione completamente autoreferenziale tratta dal nostro recap di tutti gli infortuni delle squadre che si giocheranno un posto al Play-In e ai Playoffs – che potete leggere QUI.
Recap che, fra gli altri, riportava gli aggiornamenti anche su Paul George, star dei Los Angeles Clippers fuori dall’ormai lontano 22 dicembre per un problema al legamento – UCL, ulnar collateral ligament – del gomito destro. L’ex-OKC e Pacers, per il quale si era predetto un ritorno entro il mese di marzo già dopo una risonanza magnetica del 24 febbraio, ha fatto in un battibaleno un salto in avanti nel processo di riabilitazione, passando dal cominciare a tirare per la prima volta tre settimane fa fino a svolgere dei 4-contro-4 e ad allenarsi con la squadra settimana scorsa, chiudendo infine con l’aggiornamento di ieri.
Ma non è tutto. Nelle ultimissime ore George è stato, in gergo, upgraded to questionable in vista della partita contro gli Utah Jazz di questa notte. Ciò significa che il giocatore è definitivamente pronto per il rientro, ma che semplicemente coach Tyronn Lue e tutto lo staff dei Clippers stanno ancora deliberando su quale sia la decisione migliore da prendere, anche in base a come risponderà il giocatore.
Lo stesso Lue aveva comunque dichiarato (riguardo non solo George, ma anche Norman Powell) di preferire, eventualmente, un rientro prima dell’inizio della post-season, per favorire così il condizionamento in vista di quelle che saranno le gare di Play-In (o Playoffs). Se non saranno i Jazz, dunque, difficilmente si continuerà a rimandare oltre, motivo per il quale tutte le attenzioni nelle prossime ore saranno da dedicare all’injury report dei Los Angeles Clippers, in attesa di un upgrade in probable o della prima assenza del nome Paul George da dicembre.
Quali conseguenza porta con sé il ritorno di George? Intanto, una possibile reazione a catena. Il già citato Powell non ha svolto ancora progressi significativi, sebbene continui con gli esercizi di tiro, mentre l’altra superstar, Kawhi Leonard, sta lavorando duramente sulla riabilitazione dall’infortunio al legamento crociato anteriore subito agli scorsi Playoffs, senza però che ci sia ancora una timetable per l’eventuale ritorno in questa stagione.
L’innesto di George, in questo caso, aumenterebbe le chance dei Los Angeles Clippers di giocarsela al Play-In, al quale parteciperanno ormai quasi sicuramente da ottavi nella Western Conference. Anche ponendo che possano perdere la prima gara con i Timberwolves (contro i quali i Clippers hanno comunque un record di 3 a 0 con PG13 in campo), si arriverebbe poi con tutti i favori del pronostico a giocarsi l’ultimo spot ai Playoffs contro una fra Pelicans, Lakers e Spurs – tutte e tre racchiuse in un fazzoletto.
Con un Paul George fresco di condizionamento nelle ultime gare di Regular Season, i Clippers avrebbero teoricamente (scaramanzia a parte) ampie possibilità di giocare un eventuale First Round di Playoffs, magari allungando la serie di qualche gara. Ed è qui che scatta l’innesco.
Già il fatto di poter estendere la stagione oltre il Play-In garantirebbe una finestra non scontata per il recupero di Powell, aggiunta ulteriormente preziosa per una squadra con il penultimo offensive rating nelle ultime due settimane. Inoltre, anche la linea temporale per il rientro di Kawhi si estenderebbe: vero che manca la timetable, ma coach Lue ha già lasciato la porta aperta ad un possibile e sconvolgente ritorno. E, anche ipotizzando che l’ottimismo dell’allenatore sia esagerato, su ESPN è stato riportato che, in caso di Playoffs, si attenderà solo l’ok dello staff medico per il reintegro.
I Clippers hanno tenuto botta racimolando un record di 22 vittorie e 26 sconfitte senza George, addirittura 22 a 21 prima di crollare nell’ultima streak di 5 sconfitte. Se offensivamente la squadra allenata da coach Lue ha fatto un po’ fatica per tutta la stagione, nelle ultime due settimane la regressione è stata soprattutto difensiva: quartultimo posto, contro l’ottavo migliore tenuto nel corso della stagione.
Tralasciando questo periodo negativo, figlio probabilmente di stanchezza, di una schedule complicata e magari anche consapevolezza della propria posizione (ormai consolidatasi all’ottavo posto), aggiungere un boost come Paul George a questo team, già solido difensivamente, potrebbe aiutare l’attacco di squadra, e non poco.
Prima dell’infortunio, PG13 si trovava ai massimi in carriera per assist% (27.8) e assist-to-usage ratio (0.79, second best), con una usage% nel massimo percentile per il ruolo (35.4%). Nonostante la fatica al tiro, che ad inizio stagione stava comunque colpendo gran parte delle lega, è inutile dilungarsi su quanto un profilo del genere possa influire su una squadra che, già così, si trova al 6° posto nella lega per percentuali da tre punti, pur in un contesto non troppo favorevole – penultima per Location eFG% su Cleaning the Glass, una metrica che dà l’idea della qualità e dell’efficienza legata alla posizione da cui avviene ogni tiro.
Vediamo quando e come tornerà Paul George ma, con lui in campo, sicuramente i Clippers meriteranno più attenzioni di quelle a cui ci hanno abituato in questo finale di Regular Season. E chi sa che, prima o poi, nell’injury report dei Clippers non spuntino aggiornamenti anche accanto alla casella ‘Kawhi Leonard‘.