3 – I rimbalzi offensivi dei Grizzlies come antidoto per la death lineup degli Warriors
Nelle ultime settimane, l’argomento numero uno riguardante gli Warriors è stato l’efficienza della nuova death lineup, chiamata anche “Fast Five”, ovvero il quintetto estremamente piccolo formato da Curry, Poole, Thompson, Wiggins e Green.
Negli 81 possessi giocati da questo quintetto estremo nella serie contro i Denver Nuggets, i Dubs hanno fatto registrare approssimativamente 147 punti su 100 possessi (100esimo percentile), con un eFG% del 72.4%.
Per quanto quei cinque insieme siano praticamente immarcabili, la lineup ha un enorme fisiologico difetto: i rimbalzi offensivi concessi. Durante il primo turno, quasi un tiro sbagliato su tre (31.6%) finiva poi nelle mani di un giocatore dei Nuggets a rimbalzo.
Dall’altro lato ci sono i Grizzlies, dati alla mano la miglior squadra della lega a rimbalzo offensivo (32.7% di Offensive Rebound Percentage in Regular Season), che vengono da una serie in cui hanno usato gli extra-possessi a loro favore come chiave importante per passare il turno. Il simbolo di tale dominio a rimbalzo è stato Brandon Clarke, eroe di Gara 5 contro i Timberwolves, in cui ha collezionato 15 rimbalzi, di cui 9 offensivi.
Se Kerr vorrà scatenare il quintetto inarrestabile, dovrà probabilmente convivere con gli extra-possessi offensivi concessi agli avversari. Altrimenti, dovrà rinunciare e trovare un miglior bilanciamento, dando più minuti a Otto Porter Jr e Jonathan Kuminga (oltre ad Andre Iguodala, assente però per Gara 1 e 2).