
Il prossimo 8 febbraio, NBA e CBA potranno decidere per uscire dal corrente Collective Bargaining Agreement (CBA) per crearne e firmarne uno nuovo a fine stagione 2023. Tra le tante proposte (i dettagli QUI), ce n’è una riguardante l’eliminazione della cosiddetta “one-and-done” rule valida in sede di Draft.
La regola, introdotta con il CBA del 2005 e attiva dal Draft 2006 per volere di David Stern, serviva a limitare l’afflusso di giocatori direttamente dall’High School alla NBA, senza passare per il College o altre Leghe, prevedendo un’età minima di 19 anni e almeno un altro anno di attività cestistica ad alto livello dopo l’High School come requisiti minimi di eleggibilità. Ad oggi, la volontà di NBA e NBPA di eliminare la regola dipende da altri fattori, con Adam Silver e soci che starebbero forzando la mano per spingere i prospetti a rivelare maggiori dettagli sulle loro condizioni fisiche in sede di Draft, ma questa è un’altra storia.
Tornando a noi, com’era il mondo NBA quando si poteva allungare il passo direttamente dall’High School? Intanto, è giusto chiarire che sono stati solo poco più di 40 i giocatori scelti a queste condizioni nella storia della pallacanestro american, con un picco dopo il 1995, con Kevin Garnett.
Quest’ultimo fece da apripista per una generazione di “star premature”, diventando il primo giocatore a essere scelto direttamente in uscita dall’High School dopo circa 20 anni, da Bill Willoughby e Darryl Dawkins (chi era? Ecco QUI) al Draft 1975. Partendo da Garnett, una serie di piccole curiosità sui giocatori non ancora “one-and-done”:
- come detto, sono stati in totale poco più di 40 i giocatori selezionati dalla High School e, di questi, solo tre con la prima scelta assoluta: Kwame Brown (2001), LeBron James (2003) e Dwight Howard (2004). Just for fun, tutti e tre hanno militato nei Los Angeles Lakers;
- tra questi giocatori, solo in 3 sono entrati nella Hall of Fame, identificabili in Kobe Bryant, Kevin Garnett e Tracy McGrady (Draft 1997), con LeBron che non dovrebbe avere troppe difficoltà ad essere il prossimo;
- e sono solo 3 anche i nomi di coloro che hanno vinto il titolo di MVP da questa lista, con i soliti KG e Kobe, e l’ancora più solito LeBron James – l’unico con multipli premi di Most Valuable Player.
- Infine, il Draft 2004 fu quello con il maggior numero di giocatori selezionati al primo giro in uscita dalla High School: Dwight Howard (#1), Shaun Livingston (#4), Robert Swift (#12), Sebastian Telfair (#13), Al Jefferson (#15), Josh Smith (#17), JR Smith (#18), Dorell Wright (#19)
Altri nomi da segnalare sono quelli di Jermaine O’Neal, Rashard Lewis, Tyson Chandler, Amar’e Stoudemire e Andrew Bynum, fra le star. E fra gli esperimenti fallimentari? Sebbene Kwame Brown non si sia rivelato una prima scelta assoluta alla pari degli altri, ci sono un paio di nomi fra questi che meritano una storia a parte:
- uno è quella di Darius Miles, per il quale riprenderemo alcuni estratti da un nostro pezzo su di lui. Uno dei problemi maggiori di Miles, per quanto paradossale, è stato fare tanti soldi e tanto presto.
“Quando sei un ragazzino pensi che i soldi dureranno per sempre. Non importa quanto sei sveglio. Non importa se per strada te la sai cavare. Quando passi dal non avere nulla a fare milioni a 18, 19 anni, non puoi essere preparato.”
“Quando nasci a East St. Louis è droga, armi e pericolo – dall’inizio alla fine. Non lo dico per tirarmela. È semplicemente come stanno le cose. È la capitale americana per omicidi.”
“Subito dopo al Draft, sono seduto su un jet privato diretto a LA, con Quentin Richardson. E increduli ci guardiamo come a dirci – fratello, fratello, siamo su un cazzo di jet privato!”.
“Cioè, vengo da East St. Louis, capite? Q viene da Wild Hunneds. Mia mamma guidava lo scuolabus. Il papà di Q la sopraelevata di Chicago. Ora, invece, siamo seduti su un jet privato!? Ce l’abbiamo fatta fratello. Era surreale. Direttamente dall’high school a questo mondo.”
Ora, dopo anni a lottare contro la depressione in seguito alla morte della madre, Darius ha ritrovato la forza di voltare pagina. Nonostante quello che si dica di lui, del talento buttato, dei milioni bruciati, Darius guarda al passato senza rimorsi.
“Ho fatto di tutto. Ho fatto i soldi e li ho spesi. Sono passato dal festeggiare nel night club più squallido di East St. Louis – a soli 13 anni e con compagni trentenni – la vittoria del campionato, a fare la bella vita all’Ermitage di Los Angeles. Giravo in limousine. Me la sono spassata.”
- più divertente, ancora da un nostro articolo, la storia di Suntino Korleone Young. No, nessun errore, SUNTINO KORLEONE:
“Tra fine anni ’90 e inizio 2000 la moda di scegliere al Draft giocatori dall’high school porta grandi risultati (Garnett, Kobe, LeBron su tutti) ma anche clamorosi fallimenti. Suntino Korleone (alla mamma piaceva il personaggio de Il Padrino…) rientra in quest’ultima categoria, disputando un totale di tre partite nella NBA coi Pistons. Portò i suoi talenti in Cina e in Australia nel tentativo di rilanciarsi ma non riuscì più a rientrare nel giro del basket che conta. Oggi allena ragazzi nella sua Wichita, augurandosi per loro un futuro migliore.”