I numeri di Malcolm Brogdon non sono male, ma ci sono ancora delle aree di miglioramento per aiutare i Boston Celtics.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Wayne Spooney per Celtics Blog, tradotto in italiano da Yuri Pietro Tacconi per Around the Game.
La serie tv Malcom in the Middle (in italiano Malcolm) parla di un ragazzino terzogenito di una normalissima famiglia che fa molta fatica a sentirsi al posto giusto. Ancora peggio: a scuola viene riconosciuto come “dotato” e rilocato in una classe speciale, attrezzata con tutte quelle cose “che non vanno sprecate per i bambini normali”. I ragazzini “normali” chiamano i ragazzi dotati “Krelboynes”, e Malcolm e i suoi amici kreylbones sono costantemente bersagliati da scherzi di ogni genere. Come dice lo stesso Malcolm, “qui essere intelligenti è proprio come essere radioattivi”. Lo show percorre le difficoltà di Malcolm nei suoi tentativi di trovare il proprio posto in famiglia, a scuola e in generale nel mondo.
Vent’anni dopo, ritrovo un altro Malcolm che diverse volte a settimana compare sulla mia televisione, e anche questo Malcolm fa una visibile fatica per trovare il suo posto. La sala da pranzo e il parco giochi sono stati sostituiti dal parquet, e questa volta il disagio è trasmesso in diretta.
Non avrebbe senso parlare di Malcolm Brogdon come fosse un altro Schröder, o dire che semplicemente gioca male. Come il personaggio interpretato da Frankie Munoz, Brogdon possiede più talento e capacità di molti dei suoi pari, e fino ad ora ha saputo mantenere le sue prestazioni ad un buon livello. Detto ciò, a parte le gare contro Mavs e Spurs, è dall’inizio di dicembre che Brogdon sta giocando abbastanza male.
Nelle partite giocate a inizio stagione, Brogdon aveva delle ottime medie, e le sue percentuali erano assolutamente folli: 50% dal campo e 49.3% da tre punti. Il suo net rating era un succoso 10.7, migliore di quello di Smart, Brown, Horford e Grant Williams.
Ma da dicembre, Mr. Brogdon non è più così en fuego. Il suo scoring è calato a 12.4 punti a partita (11.6 prima degli Spurs) e i numeri che contano, tipo quanto bene giochino i Boston Celtics quando è in campo, sono crollati. Dall’1 dicembre, il net rating di Brogdon è -4.1, decisamente il peggiore tra i giocatori stabilmente in rotazione.
Brogdon era da molti considerato un giocatore di livello quasi All-Star quando i Celtics l’hanno firmato (ne abbiamo parlato QUI), e l’ex Pacer ha risposto mostrando esattamente quel livello nel primo mese e mezzo. Appena le sue percentuali sono tornate nella media, però, non è riuscito ad avere un impatto positivo sulla squadra.
Certo, le percentuali bollenti coprono un sacco di difetti, ma Brogdon deve solo coprire qualche difettuccio, mentre il suo contributo in termini di playmaking, difesa e scoring può essere determinante per Joe Mazzulla. Quindi, come fossi il fedele amico di Malcolm, Stevie, sono qui oggi per cercare di offrire qualche aiuto a Brogdon lungo la strada che lo porterà a capire il suo ruolo.
Ci sono due cose fondamentali che dovrebbero aiutare Brogdon a tornare ai suoi livelli e giocare meglio, anche se forse basterebbe che tornasse a tirare bene da fuori. In primo luogo, limitare i minuti che Brogdon passa in campo insieme a Jaylen Brown, ma senza Jayson Tatum; secondo, prendere decisioni più rapidamente e fare scelte migliori in attacco.
Questione di lineup
Prima di tutto: so bene che i minutaggi non sono qualcosa che Brogdon possa controllare.
Malcolm (in the Middle) veniva spesso aiutato o ostacolato dai suoi compagni Krelboynes, dai suoi genitori e, ovviamente, dai suoi fratelli. Quindi, chiedo formalmente a coach Mazzulla di interpretare al meglio la parte di Lois, la madre di Malcolm, e mettere Malcolm nella migliore posizione possibile.
In teoria, è facile pensare che un quintetto che includa sia Brogdon che Brown funzioni piuttosto bene su entrambi i lati del campo, anche in assenza di Tatum. Entrambi hanno una buona taglia per difendere efficacemente, e Brogdon può sollevare Brown dagli incarichi di portatore di palla mentre JB si occupa di segnare.
Purtroppo, per ora, non è così. Date un’occhiata ai numeri che ho riportato in questo tweet la scorsa settimana:
Brown e Brogdon hanno un net rating di -2.04 in una quantità sostanziosa di minuti. I quintetti con Brown e White, invece, hanno un assurdo net rating di +13.26 (mentre Brown-Smart, nei quintetti senza Tatum, è intorno allo 0). La coppia Brown-Brogdon ha una media di 12 minuti insieme a partita dall’1 dicembre (4 di questi insieme a Tatum), e i numeri sono peggiorati vistosamente col passare delle settimane.
Penso che la causa principale per queste prestazioni sia che Brogdon, per com’è al momento -cioè un ball-handler che sta prendendo confidenza col nuovo contesto, che richiede un’alta Usage% e che difensivamente ha mostrato dei limiti off-ball – è troppo simile a Brown. I loro stili di gioco amplificano le loro difficoltà, invece di mascherarle. Ecco alcuni esempi.
Offensivamente, Brogdon e Brown sono spesso sembrati un’imitazione dei peggiori momenti di Tatum e Brown. Vi ricordate l’inizio della scorsa stagione, quando gli isolamenti dei Jay contro difesa schierata erano la giocata prescelta dei Celtics? Beh, in certe partite sembra di essere tornati a quel periodo, con Brogdon a fare la parte di Tatum.
I Celtics prendono un rimbalzo in attacco. Brogdon sta fermo aspettando che Horford gli ripassi la palla (mentre Al sta palesemente cercando un passaggio più pericoloso, data la buona probabilità di ottenere un buon tiro dopo un rimbalzo in attacco). Jaylen è lento a riconoscere di avere spazio nel pitturato in cui potrebbe tagliare, e il risultato è una palla morta nelle mani di Brown e Brogdon; i due decidono che vogliono Brogdon in iso contro Zach Collins. Quando finalmente si decidono e Brogdon prende le misure su Collins, hanno sprecato gran parte del cronometro. Alla fine, Brogdon segna la tripla in stepback un passo dietro l’arco, ma è innegabile che non sia un buon possesso e che non abbia generato un buon tiro.
Vediamo un altro esempio. Questa è una delle mie giocate meno preferite, un possesso in cui l’unico passaggio è fatto da chi rimette la palla in campo dal fondo.
Brogdon passa la metà campo e attacca subito Aaron Wiggins. La cosa positiva è che riesce a batterlo e ad andare verso il ferro. La cosa negativa è che è successo tutto talmente tanto in fretta che Luke Kornet non ha idea di cosa fare (lo potete vedere mentre cerca di muoversi per portare un blocco, per poi rollare lentamente invece verso canestro), e la conseguenza è che porta il suo uomo nel pitturato. Brogdon viene stoppato, palla ad OKC.
Questo tipo di giocate sono fin troppo frequenti per Brogdon, soprattutto considerando le sue altre caratteristiche e quello che lo circonda. Brown è un giocatore magnifico, ma necessita di compagni che creino per lui; per questo gioca bene insieme a White, Smart e Tatum, tre giocatori che nel tempo hanno imparato come far arrivare la palla a Brown nei suoi spot. Sanno tenerlo coinvolto in attacco ma senza sovraccaricarlo, perché sappiamo bene che Brown fatica quando si trova a dover agire da playmaker primario.
Sia Brown che Brogdon in diverte partite hanno mostrato lo stesso problema, riuscendo a crearsi tiri decenti, ma spesso a danno di chiunque altro. Se JB e Malcolm sono i due creatori principali in campo, l’attacco dei Celtics non va lontano. E le preoccupazioni sono legittime anche dall’altro lato del campo.
Guardate questo pick and roll che i Pacers hanno eseguito contro Brogdon e Robert Williams:
Rob sembra essere in drop: il suo compito è impedire che il portatore di palla attacchi il canestro, dando abbastanza tempo alla guardia (Brogdon, in questo caso) per tornare sul proprio uomo. Rob fa il suo lavoro egregiamente, come al solito. Il problema è che Brogdon non ha la minima idea di che cosa fare. Si ritrova intorno alla linea del tiro libero, lasciando Haliburton completamente libero per una tripla.
Un’ultima giocata difensiva da vedere:
Questa amnesiadifensiva segue un possesso offensivo simile a quel tiro di Brogdon sopra: Jaylen gioca senza muovere la palla e si costruisce un long-two dopo il blocco di Time Lord. Tralasciando il fatto che lo sbagli, non è un brutto tiro. Ma non sta facendo niente per coinvolgere i suoi compagni, in primis Brogdon. Your turn, my turn. Il problema è proprio questo, e sappiamo come si traduca nei Playoffs giocare in questo modo.
In difesa, nel possesso sopra, Haliburton ha Williams a marcarlo e vuole un iso. Buddy Hield ripassa il pallone ad Haliburton, che può attaccare dalla posizione di triple threat. Jaylen sta marcando Hield sull’ala sinistra, e per quanto Buddy sia un tiratore mortifero, è troppo attaccato a lui. Williams casca alla finta di tiro, e la guardia di Indiana può agevolmente andare al ferro perché Brown, invece di stare più in nail per disicentivare/ostacolare la penetrazione, è attaccato ai pantaloncini di Hield.
Prestate poi attenzione alla “difesa in aiuto” di Brogdon dall’angolo del lato debole. L’ho messo tra virgolette perché Brogdon non aiuta. Non si muove neanche. Solitamente in una situazione del genere, quando qualcuno viene battuto in palleggio, l’aiuto arriva dall’angolo del lato debole, con Grant Williams pronto a ruotare verso il tiratore in angolo. Non è una situazione complessa da leggere, ma Brogdon (e Brown) non si è mosso nel modo giusto e ha concesso due punti facili ai Pacers. Un tipo di errore che si è visto più volte nelle ultime settimane.
Brogdon e Jaylen sono abbastanza simili difensivamente. Sono molto solidi sulla palla, seppur Jaylen sia un po’ meglio, e ondeggiano tra insicuri e negativi lontano dalla palla. I Celtics hanno dimostrato che si può costruire una difesa eccezionale con un giocatore simile, ma ora stanno dimostrando che è più difficile farlo con due.
Tutto questo per dire che Mazzulla potrebbe forse ridurre i minuti di Brown e Brogdon senza Tatum, passando piuttosto a due diverse combinazioni: Brown-White e Brogdon-Tatum, entrambi accoppiamenti efficaci fin qui. Credo che un accorgimento del genere potrebbe generare ottimi risultati per i Celtics.
Decision making
A prima vista, le statistiche di Brogdon non sono per nulla male per il suo ruolo da sesto uomo e terminale offensivo in uscita dalla panchina. La sua efficienza offensive è ottima: oltre il 61% di True Shooting Percentage e il 56.7% di EFG%, che sono numeri quasi elite. Anche le sue statistiche di playmaking sono tutto sommato buone: ha una assist percentage del 25.4%, che lo posiziona intorno a giocatori quali Bones Hyland, Cole Anthony e Malik Monk; la suo ratio assist/turnover è solida ma non incredibile: 2.36, nel vicinato di Will Barton, Seth Curry e D’Angelo Russell.
Perché, allora, i Celtics stanno facendo fatica con lui in campo da un mese a questa parte? Ripetiamolo: il suo net rating è di -4.1 dall’1 dicembre a oggi.
Semplicemente, l’attacco dei Celtics si frena completamente quando Brogdon è in campo. Brogdon è secondo in squadra per secondi per tocco (dietro a Pritchard), con 4.37, e primo anche in palleggi per tocco, 4.3.
Diamo un’occhiata a un paio di pick and roll che ha gestito contro Oklahoma City.
Niente passaggi, un sacco di palleggi, due tiri poco affidabili, 0 punti. E le opzioni ci sono, in entrambi i casi. Magari non c’è un passaggio che porti direttamente ad un buon tiro, ma muovere la palla, coinvolgere i compagni e dare energia all’attacco di Boston sono tra i motivi per cui Brad Stevens ha puntato su di lui la scorsa estate. Al momento, però, Brogdon non sta riuscendo con costanza a prendere decisioni giuste e in tempi rapidi.
Nella prima giocata, il set dei Celtics prevede due blocchi, con Tatum come secondo, ma Brogdon non dà abbastanza tempo di svilupparsi allo schema. Semplicemente, si prende il primo tiro semi-decente che si presenta, con tanti secondi ancora sul cronometro. Tatum, tra l’altro, può prendere posizione al gomito, da dove è letale. Preferirei puntare su una giocata da parte sua, piuttosto che su un fadeaway jumper contestato dalla media distanza.
Nella seconda giocata, prima che Brogdon decida di attaccare il ferro, Grant è aperto sull’ala e c’è una linea di passaggio aperta, con cui si potrebbe coinvolgere Tatum dinamicamente. Brogdon, però, attacca il pitturato nei primi secondi, senza che Kornet faccia in tempo a portare un buon blocco né ad occupare la giusta posizione. Il risultato è che Brogdon penetra in un’area strapiena e sbaglia un layup non semplice, ma soprattutto che l’attacco dei Celtics è stato ancora fermo, senza muovere la palla.
Una parte di tutti gli aspetti evidenziati, sia in difesa che soprattutto in attacco, si può spiegare con il necessario periodo di adattamento nel nuovo contesto. Ad esempio, potete stare tranquilli che tra qualche tempo saprà trovare sistematicamente Rob Williams con un lob in situazioni del genere (a prescindere da tutto il resto del possesso):
Davvero, non voglio criticare eccessivamente Brogdon. È palese che abbia molto talento e che stia giocando in un ruolo abbastanza nuovo per lui. Penso semplicemente che ancora non si trovi a proprio agio, e che verso il finire della Regular Season si potranno vedere più spesso buone giocate (e decisioni veloci). È okay, il comfort si raggiunge giocando insieme. La familiarità e la chimica si costruiscono nel tempo, soprattutto in un sistema come quello dei Celtics.
Separare la coppia Brogdon-Brown potrebbe aiutare entrambi e ridurrebbe il peso di creare per la squadra. Sono fiducioso nella capacità di Brogdon di riuscire a mostrare la miglior versione di se stesso in tempo per i Playoffs.
Essere nella miglior condizione possibile è il motivo per cui Malcolm (in the Middle) è stato assegnato alla classe dei Krelboynes, così da poter raggiungere il proprio potenziale. Quel Malcolm alla fine è andato ad Harvard, ma ehi, Virginia non è male come scuola in fondo.