Il retroscena sul dietrofront di Damian Lillard respinto dal General Manager dei Portland Trail Blazers

Una volta finalmente conclusa l’operazione Damian Lillard, finito a sorpresa ai Milwaukee Bucks, è arrivato il momento dei retroscena, e quello svelato da Chris Haynes di Bleacher Report ha dell’incredibile. D’altronde, le tempistiche della vicenda sono state piuttosto sospette, con una richiesta di trade lasciata nel comodino per tutta l’estate e poi accolta a settembre, per una destinazione non pienamente gradita dal giocatore.
Lillard aveva infatti esasperato, attraverso agenti e insider vari, un concetto chiaro: voleva giocare per i Miami Heat. Ciò nonostante, i Blazers avrebbero avviato le discussioni con Pat Riley con richieste esagerate (ovvero l’inserimento di Bam Adebayo) per poi abbandonare del tutto la trattativa a luglio.
Consapevole del fatto che un trasferimento agli Heat si fosse fatto molto complicato, il sette volte All-Star avrebbe aperto alla possibilità di rimanere ai Blazers, ritirando la richiesta di trade. A quel punto, secondo Haynes, Joe Cronin gli ha simbolicamente chiuso la porta in faccia, rispondendogli che non era più possibile tornare indietro.
Lillard si è persino presentato nelle strutture dei Blazers per allenarsi, e queste sono le sue parole a Bleacher Report sull’accaduto:
Sono andato ad allenarmi perché ero ancora a roster e solitamente a questo punto dell’anno si cominciano gli allenamenti in gruppo. Non ero fiducioso di essere scambiato quindi mi sono presentato. Non volevo creare alcun problema, non sono fatto così, non era il mio intento.
Erano tutti felici di vedermi, ogni singola persona a parte Joe (Cronin ndr). Non mi ha mai parlato.
E dopo tutto questo, Cronin ha concluso l’affare con i Bucks, lasciando di stucco lo stesso Dame, che non ne era al corrente fino all’ufficialità.
Insomma, il rapporto tra Lillard e la dirigenza dei Blazers si è chiuso con un po’ di amaro in bocca, ma con la consapevolezza che il 33enne avrà la concreta possibilità di andare alla caccia del titolo che gli manca al fianco di Giannis Antetokounmpo: poteva decisamente andargli peggio.