
Questo contenuto è tratto da un articolo di Kyle Daubsmar per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
C’è questa specie di vecchia diceria per cui effettuare una blockbuster trade sia un metodo infallibile per migliorare una squadra. Ad ogni trade deadline, il vento dei rumors comincia a soffiare e il mulino dei media alimenta una marea di scenari ipotetici riguardo a superstar in partenza. La passata trade deadline è stata un esempio di cosa possa accadere quando una star è scontenta e vuole andarsene, con la questione Harden – Simmons.
L’offseason è simile. Quando la stagione finisce, alcune star vogliono tentare di guidare la loro squadra fino in fondo ai Playoffs. Quando falliscono (vedi Ben Simmons), reagiscono e vogliono andarsene. Questo permette ad altre squadre di avventarsi su di loro e aggiungere una seconda o terza superstar in cambio di Draft capital.
I Los Angeles Lakers pensavano di aver trovato il pezzo perfetto per completare il puzzle acquistando Russell Westbrook, mettendolo insieme a LeBron James e Anthony Davis. Sulla carta, per molti sembrava una squadra in grado di arrivare alle NBA Finals. Ad oggi, i Lakers hanno mancato i Playoffs nella passata stagione e rischiano di ripetersi anche quest’anno.
La trade Westbrook ha sicuramente argomenti per essere tra le peggiori in assoluto, ma non è l’unico scambio terribile visto negli ultimi 10 anni. In queste occasioni, sino state coinvolte superstar, role player e scelte future al Draft. La domanda è: ci sono trade peggiori di quella effettuata dai Lakers nella passata offseason?
Ecco, secondo Fadeaway World, le 10 peggiori trade degli ultimi 10 anni.
10. I Portland Trail Blazers mandano Gerald Wallace ai Brooklyn Nets per Shawne Williams, Mehmet Okur e una scelta protetta top-3 al Draft 2012
Durante la stagione 2011/12, i Brooklyn Nets volevano Gerald Wallace, che stava viaggiando a una media di 13.3 punti, 6.6 rimbalzi e 1.5 rubate per partita. I Nets decisero di cedere Shawne Williams e Mehmet Okur, ma al prezzo della loro prima scelta.
Dato che questa uscì al di fuori della top-3, andò ai Trail Blazers, che scelsero Damian Lillard. Non si può sapere cosa Brooklyn avrebbe fatto della scelta, soprattutto perché nel ruolo di point guard avevano già Deron Williams, e per questo è giusto lasciare la trade alla decima posizione. Ma, ad esempio, la squadra avrebbe potuto scegliere Harrison Barnes, usando i $40 milioni di pluriennale che offrirono a Wallace nell’offseason 2012 per qualcos’altro, specialmente perché passò solo una stagione piena con i Nets.
9. I Dallas Mavericks scambiano Brandan Wright, Jae Crowder, Jameer Nelson, 2015 first-round pick, 2016 second-round pick con i Boston Celtics per Rajon Rondo e Dwight Powell
Dirk Nowitzki stava entrando nella parte finale della propria carriera. I Mavericks pensavano che, aggiungendo a roster l’ex All-Star Rajon Rondo, avrebbero potuto fare un ultimo tentativo di arrivare al titolo. Questo costò ai Mavericks anche Jae Crowder e due scelte, una delle quali al primo turno.
La trade non prese la direzione sperata da Dallas, con Rondo che ebbe un calo e non migliorò il rendimento di squadra. Giocò 46 gare con i Mavericks, i quali uscirono in 5 gare al primo turno di Playoffs contro i Rockets e, a fine stagione, Rondo firmò con i Sacramento Kings. Inoltre, si dice che Rondo non abbia mai legato con coach Rick Carlisle, perciò i Mavericks sprecarono una scelta al primo turno per 46 partite di Rondo.

8. I New York Knicks scambiano Steve Novak, Marcus Camby, Quentin Richardson, 2016 first-round pick, 2014 second-round pick, 2017 second-round pick con i Toronto Raptors per Andrea Bargnani
Masai Ujiri è conosciuto per la trade di Kawhi Leonard, ma si rivelò un visionario da molto prima. Nel 2013, i New York Knicks erano usciti da una delle migliori stagioni della loro carriera recente, con la squadra arrivata alle Semifinali di Conference e Carmelo Anthony a guidare la lega nello scoring. Per andare all-in, i Knicks cedettero tre scelte al Draft, Steve Novak e Marcus Camby ai Raptors per Andrea Bargnani.
Quest’ultimo era reduce da una stagione in cui aveva giocato 35 gare, e nelle due stagioni successive ne giocò un totale di 71, viaggiando a 13.9 punti e 4.9 rimbalzi di media, giocando la sua ultima stagione in NBA nel 2015/16, quando lasciò la Lega. La prima scelta del 2016 fu impiegata in una trade che aiutò poi i Nuggets ad arrivare a Jamal Murray.
7. I San Antonio Spurs scambiano George Hill con gli Indiana Pacers per i draft rights su Kawhi Leonard, Erazem Lorbek e Davis Bertans
Nel Draft 2011, Leonard fu scelto alla numero 15 dai Pacers, che lo cedettero assieme ai diritti su Bertans e Lorbek a San Antonio. Hill stava uscendo da una stagione di buon livello, in cui si era affermato come una solida point guard.
I Pacers credevano di avere un buon core in Paul George, David West e Roy Hibbert, e fecero le Eastern Conference Finals nel 2013 e nel 2014. Detto questo, però, non può che restare il rimpianto per non aver visto giocare insieme in quella fase Leonard e George, soprattutto pensando a un accoppiamento con i Miami Heat di LeBron e Wade. Mentre i Pacers caddero, i San Antonio Spurs passarono su James e compagni, e Kawhi vinse il premio di MVP delle Finals del 2014.
6. I Boston Celtics scambiano Isaiah Thomas, Jae Crowder, Ante Zizic, 2018 first-round pick con i Cleveland Cavaliers per Kyrie Irving
Dopo le NBA Finals del 2017, ci furono molti report su Kyrie Irving e la sua frustrazione nel vivere nell’ombra di LeBron James. Al tempo, i Cavs avevano fatto le Finals per 3 anni consecitivi, inclusa la run vincente del 2016, ma il successo non era così importante per Irving, che voleva testarsi altrove.
I Cavaliers decisero di accontentarlo, scambiandolo per una pletora di giocatori dei Boston Celtics, nessuno dei quali si rivelò però utile alla causa. Thomas giocò in tutto 15 gare, Zizic non si ritagliò un posto di rilievo e Crowder fu scambiato a stagione in corso per Rodney Hood. Lo stesso LeBron non fu proprio felicissimo di come fu gestito lo scambio, per usare un eufemismo.
5. Gli Orlando Magic scambiano Victor Oladipo, Ersan Ilyasova e i draft rights su Domantas Sabonis con OKC per Serge Ibaka
I Magic pensavano che, aggiungendo Ibaka al roster, avrebbero migliorato il frontcourt e aiutato la squadra a completare una run PLayoffs di buon livello. Invece, l’ex OKC giocò solo 56 gare prima di essere ceduto ai Toronto Raptors, spostando l’inerzia della trade verso i Thunder.
Nel frattempo, Oladipo e Sabonis divennero il mezzo per arrivare a Paul George, con il primo che è diventato un All-Defensive player, prima di vari infortuni, e il secondo che è diventato un giocatore di tutto rispetto e un borderline All-Star. I Magic, nel periodo tra il 2010 e il 2020, avrebbero potuto contare su Oladipo, Sabonis, Aaron Gordon e Nikola Vucevic.

4. I Houston Rockets scambiano Kevin Martin, Jeremy Lamb, 2013 first-round pick, 2014 first-round pick, 2013 second-round pick con gli Oklahoma City Thunder per James Harden, Cole Aldrich, Daequan Cook e Lazar Hayward
Dopo le NBA Finals del 2012, gli Oklahoma City Thunder potevano ancora contare su un young core con 3 giocatori del livello di Russell Westbrook, Kevin Durant e James Harden. Invece di tentare di nuovo la corsa al titolo, però, Harden volle andarsene, non pienamente soddisfatto del proprio ruolo. I Thunder lo spedirono con una blockbuster trade ai Rockets, dove il Barba vinse un MVP e tre scoring title, sebbene non sia mai arrivato alle Finals.
I Thunder arrivarono alle Conference Finals nel 2014 e nel 2016, ma non riuscirono a compiere lo step successivo, e questo portò poi alla trade di KD. Le Draft picks per Harden si tramutarono in Steven Adams, Alex Abrines e Mitch McGary. Sebbene Adams si rivelò un ottimo starter, un trio composto da Durant, Westbrook e Harden sarebbe arrivato probabilmente almeno un’altra volta alle NBA Finals, magari vincendo anche il titolo.
3. I Los Angeles Lakers scambiano le first-round picks del 2013 e 2015, le second-round pick del 2013 e 2014 con i Phoenix Suns per Steve Nash
Questa trade fu terribile da ambo le parti. Per iniziare, i Lakers erano in modalità win-now, e si pensava che uno Steve Nash 38enne avrebbe potuto rappresentare una risposta ai loro problemi di playmaking, aggiungendolo a un roster composto da Kobe Bryant, Pau Gasol e Dwight Howard. Purtroppo, Nash giocò solo 65 gare in 2 anni, di cui 50 nel 2012/13, stagione in cui i Lakers arrivarono da settima forza nella Western Conference ai Playoffs, venendo poi eliminati con uno sweep dagli Spurs.
Lato Suns, le scelte acquisite non si trasformarono in nulla di che, ma l’accordo fu parte di una serie di movimenti che vide i Lakers affrontare un periodo buio fra il 2014 e il 2018.

2. I Los Angeles Lakers scambiano Kyle Kuzma, Kentavious Caldwell-Pope, Montrezl Harrell, 2021 first-round pick con i Washington Wizards per Russell Westbrook, 2024 second-round pick e 2028 second-round pick
Questa trade è ancora più disastrosa per i Lakers se si pensa al Draft capital usato per AD, con i Pelicans che possono ancora effettuare uno swap al Draft 2023 e deliberare sulle prime scelte del 2024 e 2025. L’impatto di Westbrook è stato completamente negativo nella passata stagione, innescando così un turbinio di critiche e trade rumors che hanno completamente destabilizzato l’ambiente gialloviola.
Dopo aver accettate la player option da $47 milioni l’estate scorsa, nonostante il rendimento dell’ultimo periodo in uscita dalla panchina, sarà molto difficile costruire una trade per Rob Pelinka. La pista Hield-Turner sembrerebbe sfumata, e i Lakers sembrano abbastanza conservativi con le uniche prime rimaste del 2027 e 2029. Qualora Russ dovesse andarsene a 0 a fine stagione, questa trade potrebbe davvero rivelarsi disastrosa in toto.
1. I Brooklyn Nets scambiano Gerald Wallace, Kris Humphries, Kris Joseph, Keith Bogans, MarShon Brooks, 2014 first-round pick, 2016 first-round pick, 2017 first-round pick swap, 2018 first-round pick con i Boston Celtics per Kevin Garnett, Paul Pierce e Jason Terry e DJ White
Questa trade non è solo una delle peggiori degli ultimi 10 anni, ma si classifica come una delle peggiori di sempre. I Brooklyn Nets si trovavano in un periodo di transizione dal New Jersey a Brooklyn e volevano riempire la loro nuova arena di star power. La squadra aveva già Deron Williams, Joe Johnson e un giovane Brook Lopez, tutti di livello All-Star, ma i Nets decisero comunque di andare all-in scambiando una marea di prime scelte e giocatori di rotazione per Kevin Garnett, Paul Pierce e Jason Terry, tutti e tre in una fase calante della loro carriera.
KG aveva 37 anni e, dopo una stagione da 6.5 punti e 6.6 rimbalzi di media, fu scambiato nel bel mezzo della stagione 2014/15. Pierce restò per un solo anno, e i Nets furono eliminati al secondo turno Playoffs dai Miami Heat. Le Draft pick cedute si trasformarono in Jayson Tatum e Jaylen Brown per i Celtics, che ne hanno beneficiato nel migliore dei modi, mentre i Nets se le videro scivolare via in uno dei periodi peggiori vissuti dalla franchigia nella storia recente.