Dopo una ripresa nelle ultime gare, la dirigenza giallo-viola potrebbe convincersi a compiere un all-in definitivo.

Dopo un inizio disastroso di stagione (2-10), i Los Angeles Lakers hanno vinto 5 delle ultime 7 partite e si sono riportati a una distanza non eccessiva dalla zona Play-In. La grande crescita di Anthony Davis, il leggero miglioramento nelle percentuali da fuori, l’assestamento di Russell Westbrook in uscita dalla panchina e i ritorni di alcuni infortunati hanno contribuito alla causa, insieme ad un calendario abbastanza favorevole (tre sfide nel giro di pochi giorni con gli Spurs, e poi quelle con i Pistons e con i Nets senza Irving e Simmons). Ora, con i giallo-viola che sembrano essersi almeno parzialmente rimessi in carreggiata, la domanda è se (e quando) il front office si deciderà a intervenire sul mercato per rinforzare questo roster e provare a dare a LeBron James e compagni una chance di essere competitivi nei Playoffs.
Tra due settimane, esattamente il 15 dicembre, i Lakers e tutte le altre 29 franchigie NBA potranno mettere sul tavolo delle trattative i giocatori firmati come free agent la scorsa estate, che diventeranno eleggibili per essere scambiati. Come ogni anno, dunque, a metà dicembre il trade market entrerà nel vivo e il discorso è doppiamente valido per i giallo-viola, che da mesi sono ormai in aria di trade. Con il passare delle settimane, inoltre, avranno sempre più urgenza, in una Western Conference molto competitiva e che non concede a Rob Pelinka una finestra molto ampia di tempo per valutare ulteriormente la situazione.
Il calendario che attenderà la squadra di Darvin Ham in queste due settimane sarà piuttosto impegnativo: Blazers, Bucks, Wizards, Cavs, Raptors, Sixers, Pistons e Celtics, con due sole gare che si disputeranno a Los Angeles. L’andamento di questo periodo e la distanza dalla zona Play-In e Playoffs a metà del prossimo mese, dunque, potrebbero essere determinanti per l’approccio con cui Rob Pelinka e soci si muoveranno sul mercato. Le incertezze sono diverse: quanto pensano di essere distanti i Lakers dall’essere competitivi? E quanto si “fidano” del duo James-Davis, soprattutto da un punto di vista fisico, in vista del prosieguo di stagione?
La classifica e la risposta a queste domande li porterà a prendere le importanti decisioni all’orizzonte. Non è una novità che, per rinforzare il roster, Pelinka dovrà eventualmente sacrificare almeno una futura prima scelta al Draft (2027); due scelte, invece, nel caso l’upgrade voglia essere significativo, aggiungendo anche la pick del 2029. Uno scenario, quest’ultimo, che la dirigenza non sembra gradire particolarmente (anzi), come dimostrato la scorsa estate con la trade con gli Indiana Pacers (Buddy Hield e Myles Turner per Russell Westbrook), sfumata proprio per l’indisponibilità ad aggiungere entrambe le prime scelte.
Proprio l’asse con i Pacers potrebbe riaccendersi nelle prossime settimane, secondo quanto riportato da Jovan Buha (The Athletic), ma sarà da valutare prima di tutto la disponibilità di Indiana dopo un inizio di stagione al di sopra delle aspettative e la (imprevista) prospettiva di competere per un posto ai Playoffs della Eastern Conference. Inoltre, sponda Lakers, anche la posizione di Westbrook potrebbe essere mutata dopo il suo spostamento nella second unit, che ha avuto un impatto positivo sul rendimento suo e della squadra (ne abbiamo parlato QUI).
Oltre a Westbrook, altri due nomi in uscita potrebbero essere Patrick Beverley e Kendrick Nunn. Secondo Jovan Buha, le due guardie potrebbero interessare a squadre alla ricerca di opzioni dalla panchina per il proprio backcourt, e il costo salariale dei due ($13M il primo, $5.25M il secondo) può rendere una trade abbastanza agevole.
Insomma: Westbrook, Nunn, Beverley e le due scelte al Draft 2027 e 2029. Queste sono le pedine in mano ai Lakers sul mercato, e la loro combinazione potrebbe portare a obiettivi di vario tipo e scambi di differente portata. Magari, in attesa di quella che potrebbe essere una richiesta di trade da parte di una superstar insoddisfatta, come – ad esempio – i già più volte corteggiati Zach LaVine o DeMar DeRozan, soprattutto dopo l’avvio complicato di Chicago; o Kevin Durant, dopo l’impasse con i Nets di questa estate; o, ancora, un obiettivo di lunga data come Bradley Beal, che ha rinnovata con Washington ma che ha anche trasmesso segnali discordanti in passato riguardo alla sua permanenza a DC.
Chissà se i giallo-viola riusciranno ad uscire dal loro personale Limbo fatto di trade rumors infiniti e asset a dir poco limitati.