Dopo una serie di rumors attorno a Cam Reddish, gli Atlanta Hawks lo hanno ceduto ad un prezzo scontato ai New York Knicks.

Con la più classica delle Woj Bomb, nel tardo pomeriggio è stata annunciata la trade fra New York Knicks e Atlanta Hawks che ha visto, come fulcro, lo spostamento di Cam Reddish verso “La Grande Mela” (lo scambio completo QUI).
Ad uscirne vincenti sono, senza indugi, i Knicks. In una breve analisi, quello che arriva è un profilo estremamente intrigante, capace di influire difensivamente perlopiù sporcando le linee di passaggio avversarie (2.6 deflections a gara), con buone doti nella difesa sulla palla.
Offensivamente è un po’ altalenante, seppur abbia dimostrato sprazzi di talento di alto livello, difficilmente valutabili in un contesto profondo come quello di Atlanta. L’atletismo e l’energia non mancano, mentre le percentuali da tre punti dovranno stabilizzarsi, nonostante una buona stagione al tiro pesante fino ad ora (70° percentile).
Tenendo conto di questo, il motivo per cui sia un buon fit per New York si divide in tre punti:
- le sue doti di shot creation sono perfette per un attacco a tratti stagnante come quello dei Knicks, da momento che potrebbe sbrigliare qualche nodo in situazioni di gioco rotto, oltre a poter giocare comodamente off ball senza andare a rubare possessi quando a portare la palla saranno altri, Julius Randle su tutti;
- Reddish ha ancora questo e un altro anno di rookie contract, e sarà extension eligible a fine stagione. Ciò significa che sarà restricted free agent quando ci sarà la possibilità di esercitare, o meno, la team option sui contratti di Derrick Rose, Alec Burks e Nerlens Noel, potendo valutare in quel momento la miglior scelta e adattare ad essa la flessibilità salariale.
- ha talento, il che non è da sottovalutare per una squadra che ha molti giovani interessanti, ma nessuno d’élite in prospettiva, fatta eccezione per RJ Barrett. Quest’ultimo, affiancato a Reddish (ed è bene usare il “se” perché le rotazioni di coach Tom Thibodeau fanno storia a sé), oltre a ricomporre due terzi del trio con Zion Williamson dei tempi di Duke, potrebbe diventare parte integrante di una esplosiva coppia di ali, capace di attaccare il ferro con decisione, giocare off ball e fungere da portatori di palla secondari.
Se tutto questo entusiasmo è lecito per New York, dalla parte di Atlanta c’è, almeno valutando da esterni, l’impressione che Cam Reddish sia stato un po’ svenduto. Il giocatore era considerato una delle pedine più preziose alla base di ogni possibile scambio, e pensare che possa essere stato ceduto per poco più che un giocatore fuori dalle rotazioni e una prima scelta fa un po’ storcere il naso. Anche perché i nomi inseguiti erano quelli di Ben Simmons, Harrison Barnes, Jerami Grant e, per ultimi, qualche profilo di alto calibro dagli Indiana Pacers.
Adesso, a poco meno di un mese dalla deadline, uno degli asset potenzialmente più remunerativi si è trasformato in polvere per una squadra, attualmente 12° nella Eastern Conference, da cui ci si aspetta una ripresa. Certo, ci sono anche dei vantaggi: si è liberato un roster spot e si è creata una (minuscola) trade exception, con l’estensione di Reddish che sarebbe stata comunque difficile da pensare per un team giovane e che dovrà occuparsi anche di trattenere profili come Huerter o Hunter, in aggiunta ai contratti di Collins e Young (dal 2022/23).
Questo potrebbe essere anche il preludio di una seconda mossa più ragionata, ma l’idea è che gli Hawks abbiano perso un’occasione con Reddish.