FOTO: The Philadelphia Inquirer

Questo contenuto è tratto da un articolo di Candace Pedraza per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Nonostante numerose avvisaglie, e qualche battaglia dalle post-season delle passate stagioni alle quali rivolgere l’attenzione, come monito, i Philadelphia 76ers si sono completamente arresi alle capacità dei New York Knicks a rimbalzo offensivo. I tiri da secondo tentativo, i tagliafouori efficaci e la pura intensità che i Knicks sono stati capaci di riversare sul parquet hanno fiaccato i Sixers. Non c’è da stupirsi che, nonostante Jalen Brunson abbia messo in piedi, in Gara 1 e Gara 2, due delle performance più deludenti nella storia degli sport newyorkesi, New York si trovi in vantaggio per 3 a 2, in attesa della Gara 6 di Philadelphia, dopo aver avuto un match point in casa. Questo è possibile, prevalentemente, grazie all’attività sotto ai tabelloni.


Lo scorso anno hanno del tutto annichilito le due torri di Cleveland Cavaliers, il duo di lunghi composto da Jarrett Allen ed Evan Mobley, grazie all’assertività a rimbalzo di Mitchell Robinson e Isaiah Hartenstein. Quest’anno, sono riusciti a replicare grazie allo stesso Hartenstein, a Josh Hart e al solito Robinson, anche se più occasionalmente causa infortunio. Sembra quasi che stiano mandando un messaggio anche agli spettatori più razionali della squadra, facendo captare loro quel qualcosa. Come se ogni singolo rimbalzo vagante catturato, qualunque contropiede negato rappresenti il modo di esprimere da parte dei Knicks: “Non importa come, ma siamo qui.”. Guardando indietro alla serie contro i Cavs, il dominio sotto le plance è stato eveidente – hanno surclassato Cleveland arraffando 45.4 rimbalzi di media a partita, comparati con i 37.2 avversari. Il modo in cui i Knicks ci sono riusciti è semplicemente eseguendo il piano partita – tagliando cioè fuori Allen e Mobley al punta da renderli non-fattori per gran parte della serie, e approfittando dei benefici dei suddetti rimbalzi. Questo aspetto è stato fondamentale soprattutto perché, nel corso di quella serie, Julius Randle – noto sfortunatamente per faticare in post-season nel suo tenore ai Knicks – sembrava ancora una volta non essere connesso. Persino i media locali di Cleveland hanno riconosciuto che i punti da seconda occasione che il mostro a due teste di New York ha garantito, Robinson e Hartenstein, sono stati la ragione per cui i Knicks sono riusciti a vincere 3 gare consecutive contro dei Cavs piuttosto talentuosi.

Certamente, i Sixers si sarebbero dovuti aspettare che gli avversari avrebbero approcciato questa serie alla stessa maniera, a maggior ragione considerando che sarebbero stati zoppicanti in arrivo ai Playoffs – Randle fuori per la stagione e i problemi di infortunio di Mitchell Robinson. L’head coach Nick Nurse ha parlato dei rimbalzi e di togliere ulteriori opportunità di segnare durante la serie, dicendo: “Penso che OG Anunoby e Precious Achiuwa siano stati davvero un fattore, ci hanno messo entrambi molta energia, atletismo, sporcando moltissimi palloni.”. Ha poi aggiunto: “Hart, ovviamente, ci ha messo del suo, ma Precious è entrato e subito ha catturato 4 palloni, mettendo le proprie mani su altri 2 o 3.”. Anche Maxey ha parlato delle difficoltà a rimbalzo contro New York dopo Gara 4, aggiungendo: “Nurse lo ha detto, ha continuato a dirlo prima della partita: ‘Ragazzi, vi giuro che mostreranno loro dei filmati, Thibs lo farà, prendendoli da gara 1 e dicendo che sarà così che ci batteranno. Dovremo scendere in campo e catturare ogni singolo rimbalzo’. E, per la maggior parte del tempo, abbiamo fatto un buon lavoro, è il quarto periodo che ha permesso loro di avere qualche possesso extra pesante.”.

Il motivo per cui il personale a cui Nurse fa riferimento è riuscito a essere così fastidioso dal lato del tabellone di Joel Embiid è che, per prima cosa, il camerunense sta giocando infortunato e non ha l’esplosività richieste per competere a rimbalzo. Seconda cosa, questa squadra non ha solo Hartenstein o Precious Achiuwa come rimbalzisti elitari, ma anche altri più “bassi” come Hart e OG Anunoby, i quali possono mettere nei casini Philadelphia e renderle difficile fare tagliafuori, richiesti non solo sui lunghi dei Knicks, ma anche su guardie e ali. Hart è stato la chiave di questa serie finora a rimbalzo, catturandone 17 in Gara 4 e viaggiando a 12.8 a partita. La due sconfitte nella serie, Gara 2 e Gara 5, sono arrivate dopo prestazioni da rispettivamente 6 e 9 rimbalzi per l’ex Trail Blazers, non a caso le cifre più basse toccate in una serie altrimenti dalle medie gargantuesche. Il contributo di tutti questi elementi può permettere alla squadra di arrivare davvero lontano. Ora che anche Brunson sembra aver preso del tutto ritmo, c’è come la sensazione che la squadra che per tutta la stagione ha guidato la Lega in rimbalzi offensivi per partita potrebbe essere capace di sopravvivere agli infortuni dopo una tempesta, come ha fatto per tutta la stagione. Emblematico che dopo Gara 4, nonostante la fatica in attacco, il capo allenatore Tom Thibodeau abbia parlato dell’utilità di Hart, capace di restaurare quella sensazione di anni ’90, quasi nostalgica, evocata da questi Knicks: “Josh era davvero dappertutto.”.