
Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di poco più di un anno solare, precisamente al Draft del 2022. I prospetti di punta in uscita dal college si mettono a sedere con le rispettive famiglie in attesa della chiamata di Adam Silver. I primi tre nomi sono già noti, resta solo da scoprire l’ordine di selezione: Paolo Banchero da Duke, Chet Holmgren da Gonzaga e Jabari Smith Jr. da Auburn. Tre giocatori per le tre squadre che si sono guadagnate le prime tre scelte: Orlando Magic, Oklahoma City Thunder e Houston Rockets. Tutti e tre intriganti, tutti e tre a turno posizionati in ogni combinazione possibile nei ranking dei mock Draft. Il 22 giugno 2023, al Barclays Center di Brooklyn, i Magic scelgono Banchero, i Thunder Holmgren e i Rockets Smith Jr. Tutt’altro che una bocciatura per quest’ultimo, anzi. Scriveva così Sam Vecenie di The Athletic su di lui in una delle tante simulazioni pre-Draft: “È uno dei migliori lunghi tiratori ad entrare nel basket universitario da molto tempo. Le sue percentuali al liceo sono state fantastiche, le sue prestazioni finora ad Auburn sono ottime e la sua meccanica è elegante. A 2.08m può controllare il rimbalzo e andare in contropiede, creando scompiglio con la sua capacità di costruirsi il tiro. Sa tirare sia dalla media distanza che da tre punti. Ha una media di 16 punti e 7 rimbalzi a partita mentre mette in campo una solida difesa per i Tigers. Può cambiare sul perimetro e ha dei grandi istinti di rotazione dal lato debole.”.
Le capacità di Smith Jr. sono sotto gli occhi di tutti, pur non frequentando atenei prestigiosi come Duke o Kentucky. Ma facciamo una prolessi narrativa: il suo primo anno a Houston non andrà come sperato. Tornando al presente e analizzando il tutto a posteriori, i motivi sono molteplici, a cominciare dalla situazione in cui versano gli Houston Rockets ormai da qualche stagione.
I Texani avevano terminato la stagione 2020/21 con il peggior record della lega a 20-62, stagione nella quale si erano affacciati in NBA i rookie Jalen Green e Alperen Sengun e durante la quale si era cercato di inserire in un sistema di squadra Kevin Porter Jr. La stagione, da bocciare, aveva permesso di ottenere la terza scelta al Draft, tramutatasi poi in Jabari Smith Jr., e la diciassettesima, con la quale i Rockets hanno scelto Tari Eason. Una squadra piena di giovani, senza veterani in grado di aiutarli nella crescita, visto che Eric Gordon è stato un separato in casa per tutto il tempo in cui è stato in Texas la scorsa stagione, salvo poi venire scambiato ai Los Angeles Clippers. Una squadra guidata da Stephen Silas, allenatore scelto per il processo di rebuilding avviato nell’era post-Harden, che non è stato capace di impartire la giusta mentalità, come spiegato da veterani quali Draymond Green o John Wall, il quale ha commentato la situazione dall’interno.
In questo contesto, con tante carriere agli albori e giovani alla ricerca della propria identità, si inserisce l’annata da rookie di Jabari Smith Jr. Dopo un’incoraggiante Summer League, specialmente dal punto di vista difensivo, le difficoltà che iniziano a emergere riguardano la metà campo offensiva. La terza scelta assoluta al Draft 2022 chiude la sua prima stagione con 12.8 punti di media, tirando con il 40.8% dal campo e con il 47.5% di effective Field Goal%. Come mostrato dal seguente grafico (preso dal video con numerosi spunti di AlexHoops), il prodotto di Auburn ha speso una parte significativa del suo tempo relegato a spot-up shooter: i 4.9 tentativi a partita da tre punti contro i soli 6.3 da due ne sono una parziale dimostrazione.

Il 52% delle azioni in cui Jabari Smith Jr. è stato chiamato in causa nella scorsa stagione riguarda situazioni di tiri piazzati o di terminale nelle transizioni. Un po’ troppo poco coinvolgimento offensivo per un giocatore con le sue qualità. Con l’arrivo di Ime Udoka in panchina, i Rockets potrebbero ampliare il ventaglio di opzioni con cui Smith Jr. verrà utilizzato, coinvolgendolo di più nei seguenti casi:
- Utilizzandolo in situazioni di Pin-down dall’angolo: Sengun è un grande passatore, l’abbiamo visto anche la scorsa stagione, e non sarei sorpreso di vederlo più spesso in situazioni di post alto, à-la-Marc Gasol o Nikola Jokic, distribuendo palloni da quella posizione. Udoka ai Celtics usava spesso quelle situazioni per creare vantaggio per Tatum e Brown, facendoli ricevere in punta o sul lato con ampio vantaggio sul proprio marcatore, soprattutto in casi di transizione con assetto “Chicago” (QUI la spiegazione dei termini tecnici).
- Mettendolo in post-medio: la scorsa stagione, Jabari Smith Jr. ha giocato solamente il 7% dei suoi attacchi in post, un po’ poco se consideriamo che si tratti di un giocatore di 2.08m con un’apertura delle braccia di 2.15m, il quale, giocando spesso da 4, si ritrova accoppiato con difensori più bassi e/o più lenti. Come detto da Udoka in un’intervista allo Houston Chronicle dello scorso 18 maggio, riferendosi alle numerose situazioni di isolamento che giocava a Boston: “Quando hai Jayson Tatum e Jaylen Brown vuoi trarre vantaggio dall’averli in squadra, specialmente quando le squadre avversarie cambiano difensivamente. Vuoi trarre vantaggio dagli accoppiamenti. Abbiamo (a Houston) giocatori capaci di segnare, lo useremo come punto di forza”. I Rockets hanno chiuso lo scorso anno al 13esimo posto per numero di isolamenti giocati e 11esimi per punti derivanti da questi isolamenti, il tutto avendo il quarto peggior attacco ella lega.
- Utilizzandolo come tagliante dal lato debole: la palla, come nella scorsa stagione, resterà spesso nelle mani di Jalen Green e Alperen Sengun. Avere Smith Jr. dal lato debole come tagliante, non relegandolo quindi sul perimetro, può sicuramente aumentare la pericolosità di Houston, soprattutto nelle situazioni di post giocate dal centro turco, che spesso richiama extra attenzioni da parte della difesa.
- Utilizzandolo come bloccante del pick&roll, avendo la possibilità sia di andare al ferro che di aprirsi sul perimetro.
Nonostante Udoka non utilizzi spesso i pick&roll, le abilità mostrate da Jabari Smith Jr. ad Auburn possono essere un’arma per Houston.

Tutto però passa dal miglioramento nel tiro da tre punti: nella scorsa stagione ha tirato con il 30% da tre punti su 4.9 tentativi a partita, molto al di sotto della soglia di accettabilità. Dei miglioramenti, però, Jabari Smith Jr. li ha già dimostrati nelle due partite di Summer League disputate quest’estate.
Non solo ha segnato 71 punti nei 64 minuti di impiego, unendo situazioni di pick&pop ad attacchi dal palleggio, ma ha anche messo in mostra conclusioni al ferro assorbendo il contatto del difensore, un’area del gioco in cui aveva faticato la scorsa stagione. Ne sono prova anche i 27 tiri liberi guadagnati nelle due partite, quasi tutti attaccando il canestro con decisione. Le difficoltà nel tiro da tre punti – 6/18 in summer league – rimangono comunque come area di sviluppo in questa stagione.
Lato difensivo, il fiasco degli Houston Rockets, che hanno chiuso al 29esimo posto per efficienza difensiva a 118.6 punti subiti per 100 possessi, ha messo in ombra le capacità difensive dei singoli giocatori, tra cui Jabari Smith Jr. Nonostante, secondo Cleaning the Glass, con lui in campo i Rockets abbiano concesso 4 punti di media in più rispetto a quando lui era in panchina, è interessante capire quali siano stati i suoi assegnamenti difensivi. Secondo Bball Index, Jabari Smith Jr. ha marcato per il 18.9% dei possessi slasher (attaccanti che chiudono poi al ferro), per il 17.5% secondary ball-handler e per l’11.5% primary ball-handler: per intenderci, le stesse marcature assegnate ai Draymond Green, Jayson Tatum e Jerami Grant di turno.
Internamente, Houston ha monitorato l’impatto difensivo individuale di Smith Jr. e ne ha tratto che dopo la pausa per l’All-Star game era molto più coinvolto, il che ha avuto un effetto positivo sulla sua difesa e su quella di squadra. “Penso sicuramente che sia migliorato con il passare della stagione”, ha detto Rafael Stone, GM dei Rockets. “A inizio stagione faticava con la fisicità messa in campo dagli avversari, ma con il passare del tempo questo aspetto è migliorato. E anche il riconoscimento della situazione di gioco, con cui quasi tutti i principianti fanno davvero fatica. Non quando la palla è davanti a te o la difendi, ma dove dovresti essere in aiuto, cosa sta arrivando, quali azioni la squadra avversaria sta cercando di compiere.”.
Non c’è dubbio che a Houston abbiano fiducia nel potenziale difensivo di Smith Jr. Nel corso della stagione 2021-22, come riportato da Kelly Iko di The Athletic, scout e rappresentanti della squadra hanno partecipato alle partite di Smith ad Auburn in tutto il paese. Quando non potevano vedere una partita di persona, guardavano film o TV. Durante le sessioni di gruppo, le registrazioni della sua difesa in marcatura di guardie più piccole era una costante. Il contingente dei Rockets ha parlato con gli allenatori delle scuole contro cui Smith ha giocato e il feedback coerente ha dipinto l’immagine di uno stopper multiuso e multiposizionale. Non solo poteva funzionare in un sistema ricco di cambi (che il nuovo allenatore Ime Udoka ha già iniziato a implementare), ma poteva anche contenere l’azione di fronte a lui.
Quando questi attributi sono stati combinati con il resto che aveva da offrire, è stato facile capire perché Smith fosse stato indicato come la prima scelta nei mesi precedenti al Draft del 2022. “Essenzialmente ha le dimensioni di un centro”, ha detto Stone durante la selezione di pre-draft della squadra. “È 2.08m con un’apertura delle braccia di 2.15m, in pratica un centro con un’abilità unica di muovere i piedi sul perimetro. Soprattutto nei Playoffs, quando le squadre iniziano a cambiare sempre di più, le sue abilità possono diventare una grande arma. Ha le dimensioni per essere un protettore del ferro e allo stesso tempo può muoversi sul perimetro come qualcuno materialmente più piccolo.”.