Le parole di Kyrie Irving sulla “narrazione” creata intorno al load management dei giocatori NBA

Il tema load management e partite saltate dalle stelle sta attirando sempre più attenzione nel mondo NBA. Se da una parte la lega vorrebbe incentivare i giocatori a essere presenti il più possibile, dall’altra gli staff medici delle squadre vogliono proteggere i loro tesserati in vista dei momenti veramente importanti per l’esito della stagione.
Con una Regular Season così lunga, il load management è una pratica inevitabile per le squadre e per i giocatori stessi, a discapito soprattutto dei tifosi che comprano biglietti per poi scoprire all’ultimo momento del riposo programmato del campione NBA tanto atteso nella loro città.
Non poteva mancare, ovviamente, l’opinione di Kyrie Irving, che si scaglia contro il termine stesso:
Non so chi abbia creato il termine load management, e chi abbia creato la narrazione sui giocatori che non sono disponibili e rimangono fuori, ma è una pazzia. Ci disumanizza.
Questo è un lavoro full-time, sette giorni su sette. Abbiamo telecamere su di noi tutto il tempo. Dobbiamo competere al massimo livello, e giochiamo aggressivi. E nessuno conosce il nostro corpo meglio di noi stessi.
La narrazione deve cambiare. Oggi abbiamo tutta la tecnologia possibile, e la dobbiamo usare nel modo più giusto. Capire individualmente per ognuno di noi qual è il piano giusto per la stagione.
Finché la stagione regolare sarà composta da 82 partite, la discussione sul tema non è destinata a cessare.