Dopo già numerose voci non troppo rassicuranti riguardo le conversazioni fra le parti, a Brooklyn si inizia davvero a tremare.

Non è una situazione comoda quella che si prospetta per Kyrie Irving e i Brooklyn Nets. La superstar ex-Celtics e Cavs, fino a poco tempo fa, non aveva ancora avuto conversazioni riguardo il proprio rinnovo con i piani alti della dirigenza, e Sean Marks si era espresso a riguardo con un linguaggio più tendente al “se”, che non al “quando” (ne abbiamo parlato QUI).
Adesso, stando a quanto riportato da Kristian Winfield su New York Daily News, “per i Nets, la fine dei giochi è più vicina di quanto si pensi” – titolo ad effetto quanto piuttosto esplicativo della situazione in quel di Brooklyn.
Secondo le fonti di Winfield, i Nets sarebbero infatti riluttanti ad offrire a Kyrie un rinnovo pluriennale, le cui varie opzioni avevamo già esposto QUI. Tra quelle, la più improbabile, seppur esistente, era quella di non accettare la Player Option da $36.5 milioni prevista per il 2022/23 e diventare così Free Agent immediatamente da questa estate.
I dubbi di Brooklyn derivano dal fatto che Irving, tra infortuni e questioni personali, oltre che per le note problematiche legate alla legislazione sui vaccini, abbia sempre prestato un servizio a tempo parziale, con 20 gare nel 2019/20 e appena 29 prima dei Playoffs nella Regular Season appena trascorsa.
Essendo molto difficile che Kyrie, a questo punto della carriera, forse nell’ultimo momento in cui possa massimizzare i propri guadagni prima di entrare in una fase calante della propria vita cestistica, e soprattutto dopo le ingenti perdite della stagione trascorsa, possa accettare un’estensione di un solo anno.
E, stando così le cose, i Nets dovranno stare molto attenti, anche perché, sempre secondo quanto riportato da Kristian Winfield, tutto questo potrebbe innescare una reazione a catena, dato che Kevin Durant non avrebbe ancora parlato con il front office dall’eliminazione contro i Celtics.
In breve, ecco uno schema della complessità della situazione, con tutte le varie opzioni legate all’offseason:
- nel best case scenario, i Nets riusciranno a trovare un accordo con Irving, probabilmente non senza un po’ di screzi e dibattiti interni, tutte strategie di un ipotetico gioco al rialzo da parte del giocatore e al ribasso da parte della dirigenza;
- altrimenti, se davvero non si trovasse un accordo, Irving avrà tempo fino al 29 giugno per accettare o rifiutare la propria Player Option:
- in caso la accettasse, potrebbe entrare nella Free Agency 2023 con tutti i Bird Rights, ma perderebbe circa $5 milioni nell’immediato (secondo Keith Smith, Spotrac), oltre ad esporsi ad un rischio infortuni che ne minerebbe l’eventuale valore futuro;
- in caso la rifiutasse, diventerebbe immediatamente Free Agent, e a firmarlo alle cifre richieste potrebbe essere solo una ipotetica squadra con tanto cap space. Come fatto notare da Winfield, Kyrie Irving vorrà competere, ma le squadre con spazio sono tutte, o quasi, in fase di ricostruzione. Secondo il reporter, Ky potrebbe firmare con una di queste in estate per poi essere girato più avanti ad una realtà competitiva come pedina di scambio per asset futuribili.
- questa scelta sarebbe una condanna per i Nets. Se Irving non venisse a patti con la dirigenza, difficilmente accetterebbe di fare un favore con stratagemmi come una sign&trade, decidendo piuttosto di provare la Free Agency negli scenari sopra descritti. I Nets non avrebbero allora nessuna possibilità, come fatto notare da Winfield, di rimpiazzarlo, data la poca disponibilità di spazio salariale. Con un Durant già sull’attenti, al quale verrebbe eventualmente proposto un nucleo costituito da soli role player e un Ben Simmons pieno di interrogativi, si rischierebbe davvero un effetto domino disastroso.
In uno scenario simile, è facile capire il perché quella di estendere Kyrie Irving sia una priorità assoluta per i Brooklyn Nets, che hanno mani e piedi legati alle due superstar attuali, soprattutto a seguito della trade di James Harden. Perdere Irving significherebbe, con ogni probabilità, perdere anche Kevin Durant in tempi piuttosto brevi, rinunciando di fatto ad una championship window che, a seguito di tutti i sacrifici fatti per arrivare fino a qui, a Brooklyn non tornerebbe a spalancarsi prima di qualche anno di tanking e sconfitte.