Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Con un cappello inneggiante alle NBA Finals 2024 fieramente in testa e il trofeo della serie di Western Conference Finals in braccio, un allegro Kyrie Irving ha condotto i festeggiamenti dei suoi Dallas Mavericks all’interno degli spogliatoi. Irving ha terminato Gara 5 con 36 punti, nella fondamentale vittoria per 124-103 contro i Minnesota Timberwolves al Target Center. I Campioni NBA 2011 sono giunti per la 3° volta nella loro storia alle NBA Finals, e lo hanno fatto dopo aver sconfitto i Timberwolves col risultato di 4-1. Con indosso la canotta dei Mavericks, Irving disputerà la 4° apparizione alle Finals – questa volta contro una delle sue ex squadre, i Boston Celtics.
“Sono stati 7 anni molto lunghi, ma mi è anche sembrato un periodo di tempo corretto per potermi premiare. Aspettavo da molto tempo di poter essere in spogliatoio con i miei compagni e godermi il momento. Ce lo godremo, ma sappiamo già che è soltanto una tappa intermedia del percorso.”
“Dobbiamo esser pronti affinché il parquet diventi dorato, come adoro affermare. Le scarpe diventano dorate, così come le maglie. Da bambino era il mio principale sogno: arrivare alle NBA Finals e giocare contro i migliori mentre il mondo intero sta osservando.”
Kyrie Irving
Non è trascorso tanto tempo da quando il mondo del basket ha assistito al percorso inverso fatto da Irving, passando dallo stazionare tra i migliori giocatori al mondo a Cleveland e Boston, a una situazione meno favorevole ai Brooklyn Nets. Irving, cresciuto a West Orange, New Jersey, ha lasciato i Celtics nel 2019 sperando in un fortunato ritorno a casa a Brooklyn, insieme all’altra superstar NBA, Kevin Durant, e successivamente anche a James Harden. Tutte le loro aspirazioni al Titolo erano state messe in esposizione. Tuttavia, Kyrie ha perso quasi l’intera Stagione 2021/22 con i Nets dopo aver rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione contro i Covid-19. Nella Stagione 2022/23 è stato sospeso per 8 partite dopo aver postato un documentario contenente materiale antisemita sui social media. Infine, Irving ha anche visto sfumare il suo accordo commerciale con la Nike. Uncle Drew ha disputato 143 partite in poco più di 3 stagioni con i Brooklyn Nets, di cui 74 al fianco di Durant. Non è stato vinto nessun Titolo NBA o trofeo rilevante in quel periodo, perciò tutti i Big Three hanno presto chiesto la trade. La richiesta ufficiale da parte di Irving è avvenuta il 5 febbraio 2023, per esser scambiato immediatamente dopo con i Dallas Mavericks in favore di Spencer Dinwiddie, Dorian Finney-Smith e alcune scelte al Draft.
“Sono grato, poiché non è stato un percorso semplice. Mi è stato possibile crescere umanamente. Quando ci si trova in un contesto professionistico come questo e si viene giudicati attraverso le proprie prestazioni sul parquet, penso siano scorretti i commenti dall’esterno da parte della gente, che spesso non ci conosce davvero personalmente. Ma questa è la nostra vita e quella che abbiamo scelto, e spesso la vita non è corretta.”
Kyrie Irving
Irving ha avuto la fortuna di potersi riunire con un altro All-Star in Texas, ovvero Luka Doncic. Ma il legame più forte e solido che ha costruito a Dallas è quello con coach Jason Kidd e il General Manager Nico Harrison. Da ragazzo, Kyrie era un fan di coach Kidd, una point guard poi giunta fino alla Hall of Fame NBA. I due condividono persino lo stesso giorno di compleanno, il 23 marzo, e hanno iniziato a stringere il loro legame già nel 2019, ai tempi dei Boston Celtics. Harrison è stato un volto noto per Irving sin dai tempi dell’AAU Basket nel circuito interno alla Nike, periodo in cui era un teenager – e in cui strinse amicizia anche con Kobe Bryant. KI non ha stabilito un solido legame solo con Doncic, ma con tutto il roster dei Mavs. Ha messo a referto una media di 27 punti, 6 assist e 5 rimbalzi in 20 sfide con i texani della Stagione 2022/23. Di contro, la combo composta da Irving e Doncic non ha generato una scintilla tale da far scaturire una lunga Playoffs-run. Ma dopo le prestazioni messe in mostra nell’attuale post-season, i 2 All-Star sono stati paragonati ai migliori backcourt della storia NBA. Le trade a stagione in corso che hanno portato all’arrivo di Daniel Gafford e PJ Washington, unito allo sviluppo di una fase difensiva elitaria, sono stati fattori fondamentali nel rendere i Mavs una solida contender.
“Venendo a Dallas sapevo quante chiacchiere ci avrebbero sommerso. Sapevo quanto caos si sarebbe creato. Ma devo dare enorme credito al nostro staff, ai PR, agli assistenti fisioterapisti, al management, poiché sono stati capaci di instillare in me l’abilità di poter essere me stesso. Mi hanno sempre guardato le spalle. Ed era tutto ciò di cui avevo bisogno per poter esprimere me stesso al meglio.”
Kyrie Irving
Tutto il caos extra-campo attorno a Irving si è acquietato, mentre quello proveniente dal campo nei suoi confronti è dovuto alle prodezze offensive con le quali è riuscito a condurre i Mavs fino alle NBA Finals.
“Basta osservare ciò che Kyrie ha dovuto affrontare e superare, è incredibile. Ha avuto fiducia in noi, nel fatto che fossimo dalla sua parte guardandogli le spalle, ed ha sempre promesso di fare la cosa giusta. Ed ha sempre fatto la cosa giusta.”
Coach Jason Kidd
Le prime 3 apparizioni di Kyrie Irving alle NBA Finals sono avvenute al fianco di LeBron James e con indosso la canotta dei Cleveland Cavaliers dal 2015 al 2017. L’unico Titolo NBA per Kyrie durante la permanenza ai Cavs risale allo storico 4-3 contro i Golden State Warriors nel 2016. Uncle Drew aveva 26 anni quando ha giocato la sua ultima serie di NBA Finals, nel 2017. Adesso ha 32 anni, e nonostante Luka Doncic lo abbia scherzosamente definito “vecchio”, è arrivato a disputare le sue prime NBA Finals senza James.
“Mi piace credere in certe sfide, perché quando si è giovani si tende a darle per scontate fino ad un certo punto. Ma adesso sono giunto sui 30 e sono in grado di rappresentare la mia squadra senza problemi e con molta fiducia, consapevole di ciò che la mia presenza apporta e comporta e della mia leadership che posso esercitare. Sono attorniato da brava gente, che mi supporta con estremo altruismo. Guardando indietro, capisco che gli insuccessi sono solo l’altra faccia della medaglia dei successi.”
“Continuo a tagliar legna, portare acqua, rimanere concentrato ed assicurarmi che l’obiettivo primario rimanga tale, scoprendo quanto siamo maturati e quanto avanti possiamo condurre tutto questo. Sto provando a quantificare i miei ultimi 7 anni, che sembrano quasi un’intera carriera. Un viaggio lunghissimo, ma sono grato di essere qui con i miei compagni.”
Kyrie Irving
Per potersi ancora una volta laureare Campione NBA, Kyrie Irving deve sconfiggere la sua vecchia squadra, i Boston Celtics, con Gara 1 prevista in Massachussetts giorno 6 giugno. In 2 stagioni con i bianco-verdi – dal 2018 al 2020 – Irving non è riuscito a mettere in bacheca il tanto agognato 18° Titolo NBA. I tifosi dei Celtics portano ancora del rancore nei confronti di Uncle Drew, per non aver mantenuto la promessa di firmare nuovamente con la franchigia bianco-verde e per aver calpestato il logo del Leprecauno con Trifoglio a centrocampo, con indosso la maglia dei Nets nel 2021. L’8 volte All-Star vuole però mantenere l’attuale vibra positiva e continuare a giocare, anziché rivangare il passato.
“Guardo avanti e cerco di osservarli come degli avversari. Si sono guadagnati il loro percorso esattamente come lo abbiamo fatto noi. State per assistere ad una partita a scacchi tra due grandi squadre.”
Kyrie Irving