Kyle Kuzma negli ultimi tempi è finito nell’occhio del ciclone mediatico NBA per il Tweet di scherno fatto a inizio stagione sulla striscia negativa dei Pistons, riemerso di recente come un vero e proprio ritorno di fiamma a causa della striscia di 15 sconfitte consecutive subite dai Washington Wizards, finiti addirittura sotto Detroit con un record di 9 vinte e 52 perse. Se durante il recente episodio di “Run It Back” Lou Williams si è chiesto cosa avesse l’ex Lakers da ridere, vista la situazione, una questione ben più interessante è stata messa in luce da Shams Charania riguardo alla recente trade deadline. L’insider di punta di The Athletic ha rivelato che i Dallas Mavericks abbiano presentato un’offerta al front office della squadra della Capitale, e che lo scambio non sia andato in porto per volontà del giocatore:
“I Wizards hanno avuto la possibilità di scambiare Kyle Kuzma alla trade deadline in direzione Mavericks per Gran Williams e una first-round pick non protetta. Questo era il pacchetto base, da sistemare poi per questioni di salary matching. Michael Winger, President of Monumental Basketball, ha presentato l’offerta al giocatore e, visto il loro rapporto, probabilmente l’affare avrebbe potuto andare in porto. Ma Kyle Kuzma ha deciso di essere leale e di restare con i Wizards.”
Non c’è da stupirsi. Il fedelissimo d Washington ha un contratto molto appetibile, al primo anno di un quadriennale da $90 milioni, con uno stipendio annuale a scendere ($25.6M questa stagione, $19.4M nel 2026/27), che andrà a scadere quando avrà circa 32 anni. Le sue doti da scorer su più livelli – leggermente meno frequenza al ferro da quando è a Washington, con il 27%, e molto più midrange, attorno al 40% – sarebbero perfette da affiancare a un megacreator del calibro di Luka Doncic, essendo Kuzma in grado sia di concludere in catch&shoot che di mettere palla a terra a vantaggio creato. Le doti difensive in aiuto, inoltre, restano ideali da mettere di fianco a un rim protector di ruolo come lo stesso Daniel Gafford finito ai Mavs alla trade deadline – e che probabilmente sarebbe stato parte dello scambio.
Nonostante il rifiuto, Dallas alla fine è riuscita a rinforzarsi, portando a casa sia il già menzionato Gafford, sia PJ Washington, due profili essenziali per una squadra che ambisce ai Playoffs – nonostante il recente periodo negativo, da 4 sconfitte in 5 partite, dopo una striscia di 7 vittorie consecutive. Rispetto all’ex Hornets, Kyle Kuzma sarebbe stato forse meglio in quanto giocatore già rodato in ambito Playoffs, ricordando le due run giocate con i Los Angeles Lakers fra 2019 e 2021, fra cui quella da titolo della Bubble al suo terzo anno. A Washington sta sviluppando una dimensione da “prima opzione”, con la usage% passata da valori sul ~19-22% dei primi anni al ~24-27% con la maglia dei Wizards, fino all’altissimo 29.5% di questa stagione (97esimo percentile, massimo in carriera). Di conseguenza, un aumento nei valori come passatore, al 90esimo percentile per percentuale di tiri assistiti, e un miglioramento progressivo nella percentuale di palle perse, passate dal ~13% dei primi due anni a DC a un più sostenibile 11.8% (65esimo percentile). Le percentuali al tiro pesante non sono eccezionali, ma restano anche figlie del contesto e del tipo di tiri che è costretto a prendersi nel nulla cosmico di Washington, tanto che le percentuali dall’angolo restano immacolate (45%) come nell’anno della Bolla (52%). Una piccola descrizione non tanto per far disperare i tifosi Mavs, che non ne hanno ragione, ma per dare un contesto alle parole di chiusura di Shams Charania: “Guardando all’estate, Kyle Kuzma resta uno dei primi candidati a una trade”.