Dalle difficoltà di Julius Randle alla mancanza di fluidità, l’attacco dei Knicks finora è stato pessimo.

Questo contenuto è tratto da un articolo di Jake Brown per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Dopo una delle più efficienti stagioni offensive nella loro memoria recente, i New York Knicks hanno fatto un passo indietro. Cosa c’è dietro alle tremende fatiche offensive di squadra dopo queste prime gare? A onor del vero, i Knicks hanno avuto senza dubbio il calendario più difficile in assoluto per iniziare la stagione, perciò il loro record di 2 vittorie e 4 sconfitte non dovrebbe sorprendere troppo. Ciò che lascia davvero di stucco è l’enorme calo offensivo rispetto alla passata stagione, quando New York ha messo insieme numeri storici, concludendo la stagione con 117.8 di offensive rating, quarto miglior dato all-time. In questa stagione, siamo a un calo di 12.7 punti per 100 possessi, a quota 105.1.
Mentre alcuni problemi offensivi sembrano essere più nitidi e lampanti di altri, ci sono svariate aree che New York deve cercare di ripulire prima che inizi una parte di calendario leggermente più agevole nelle prossime settimane.
Capitalizzare dalla linea del tiro libero
I Knicks hanno fatto un ottimo lavoro per il momento nell’ottenere falli, viaggiando a 23.5 tiri liberi tentati a partita. Il solo problema è che New York non sta riuscendo a capitalizzare le proprie possibilità, pur potendo, tirando con appena il 70.4% dalla linea della carità. Se la percentuale fosse meglio del 5-10%, avremmo avuto un inizio di stagione molto diverso per la squadra, certamente più favorevole.
Nello specifico, è stato sorprendente vedere Julius Randle fare così tanta fatica dalla linea del tiro libero. Dopo il 75% della passata stagione, il giocatore è sceso al 61.8%, un calo significativo. Sono solo passate 6 partite e c’è tempo per migliorare, ma se la stella dei Knicks non riesce a trovare consistenza sotto questo aspetto, diventerà una tassa per una squadra che era partita con grandi speranze.
Il gioco di Julius Randle
E qui ci riconnettiamo a un aspetto su cui i tifosi dei Knicks non avrebbero certamente puntato. Dopo una delle migliori stagioni in carriera, a 25.1 punti e 10.0 rimbalzi di media, l’impatto offensivo di Randle è stato solo deludente: una media di 13.7 punti, 10.5 rimbalzi e 5.2 assist con il 27.1% dal campo e il 22.5% da tre. Sebbene alcuni di questi tiri fossero buoni, altri si sono dimostrati molto discutibili.
Sembra molto chiaro che Randle non sia in ritmo ma, per fortuna, non è stato del tutto fuori dal gioco. La sua abilità nell’attirare avversari su di lui ha garantito ai tiratori perimetrali dei Knicks tiri smarcati e di qualità. Ma se New York vuole riprendersi nelle prossime settimane, la stella deve essere più che un semplice playmaker: la sua forza fisica straripante fa miracoli per la squadra e nulla di questo si è ancora visto dopo queste prime gare. Il modo in cui Randle giocherà più avanti impatterà direttamente il successo di squadra nella prossima stagione.
Segnare da dentro
I punti generati in area sono stati un grosso problema per i Knicks. Non solo la loro frequenza è bassa negli ultimi metri prima del ferro, ma il 51.3% con cui stanno tirando da lì è il dato peggiore nell’intera lega. Aggiungete il fatto che abbiano il minor numero di punti della Lega nel pitturato ed è chiaro come New York debba spostare il focus non solo sull’attaccare il canestro, ma anche sul finire contro i contatti, che ci sia un fallo o meno.
Si farebbe in fretta a puntare il dito contro Julius Randle, ma è un problema più grosso. La squadra non è andata granché e si è preoccupata molto più di discutere con gli arbitri. Persino Mitchell Robinson ha faticato a segnare i propri tiri al ferro, qualcosa in cui è sempre stato eccellente.
Con Robinson e Randle a faticare al ferro, Thibodeau ha dato più spazio a Isaiah Hartenstein, che ha svolto un ottimo lavoro, ma la fisicità e la presenza del frontcourt dei Knicks hanno fatto le fortune della squadra nella passata stagione.
Movimento senza palla
L’attacco di New York è apparso estremamente stagnante in questo inizio di stagione. Facendo i Knicks molto affidamento sul pick&roll e sull’isolamento, la squadra è diventata troppo prevedibile, portando a forzare brutti tiri. Tra la poca fantasia nelle chiamate degli schemi e l’assenza di impegno da parte dei giocatori lontano dalla palla, l’attacco a volte si prefigura come un un apparente 1-contro-5, mancando di coinvolgimento.
Sembra che gli interpreti non siano sulla stessa lunghezza d’onda, facendo errori di disattenzione che hanno portato a numerose palle perse. L’attenzione ai dettagli sarà cruciale in futuro e il movimento senza palla sarà di massima importanza per l’attacco dei Knicks, ben poco variegato.
Le migliori squadre in questa lega sono sempre quelle altruiste, che lavorano come un’unità compatta per ottenere il miglior tiro disponibile. Sebbene New York non sia apparsa così in questo inizio di stagione, a roster sono presenti giocatori che possano davvero creare qualcosa in campo. Tutto ciò che serve è un blocco, un taglio o un riposizionamento in una parte diversa del campo per un tiro che liberi qualcun altro, indipendentemente da chi si trovi in campo.
Tenendo ben presente tutto ciò, è importante ricordare che i Knicks abbiano giocato solo 6 partite. A questo punto della stagione, un anno indietro, la squadra faticava a restare coesa, specialmente nelle rotazioni. Fino all’inizio di dicembre la squadra non ha iniziato a girare e alla fine ha chiuso lo stesso in vetta alla Eastern Conference. Starà a Tom Thibodeau fare aggiustamenti nelle prossime settimane per aiutare l’attacco dei Knicks a mettersi in ritmo.