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Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per The Undefeated, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Un radioso Karl-Anthony Towns ha recentemente raccontato degli effetti benefici del caffè sul suo umore, cosa che lo ha aiutato parecchio a mantenersi positivo e aiutare la squadra a vincere. Le recenti vittorie e la speranza di partecipare ai Playoffs hanno gettato le basi per un rapporto sempre più stretto coi suoi compagni di squadra, e per un miglioramento della sua attitudine.

Considerando i problemi e il dolore che KAT ha affrontato dopo la perdita della madre, un anno fa, vivere un momento felice sul parquet gli ha reso anche altri aspetti della vita meno pesanti e più positivi.

“Ho tante cose che mi rendono felice nella mia vita. Ci sono parecchie cose che possono anche andare male, ma cerco di pensare solo a ciò che di buono mi può capitare”, ha detto a The Undefeated il centro dei Minnesota Timberwolves, dopo una recente vittoria sui Pelicans.

“Ognuno di noi vive dei periodi. È un susseguirsi di periodi. Io sto vivendo un periodo positivo, mi sento bene adesso. Una striscia di vittorie aiuta sempre, ma in generale mi sento davvero molto bene.”

L’attitudine positiva di KAT e, finalmente, il suo sorriso, sono buoni segnali per i Timberwolves, dopo la prolungata sofferenza causatagli dalla morte della madre (13 aprile 2020). Jacqueline Cruz-Towns è deceduta a causa di complicazioni dovute al Covid-19, dopo un mese di sofferenze. Aveva 58 anni, e il vaccino era ancora lontano dall’essere pronto e reperibile per tutti.

Karl ha confidato a The Undefeated che il 15 novembre dell’anno scorso aveva dimenticato che fosse il suo compleanno, e che solo per via della sua ragazza, Jordyn Woods, se ne è reso conto. In passato era sua madre ad organizzare i preparativi per la sua festa, rendendolo un “giorno speciale”.

Towns ha anche ammesso di avere tuttora in freezer una fetta di torta fatta da sua madre per il suo compleanno del 2019, e che quella torta significa tantissimo per lui.

“So che non è più buona da mangiare, ma è un ricordo, una delle cose che mi ha lasciato. I compleanni e le feste in generale non sono mai stati il mio forte, perciò era mia madre a renderli speciali per me. Era per lei che ero felice di festeggiare il compleanno e volevo vivere quel momento. Per fortuna, la mia fidanzata ha saputo renderlo comunque un giorno speciale per me.”

Towns ha raccontato che anche le vacanze non sono più le stesse per lui senza la madre, in particolare il Thanksgiving Day. Il Rookie of the Year 2015/16 ha ammesso di aver trascorso il Giorno del Ringraziamento in solitudine, pensando al vuoto lasciato da sua madre.

“Avevo intenzione di passare del tempo da solo con me stesso, per meditare, trascorrere un giorno spirituale e di preghiera, nella speranza che mia madre mi potesse ascoltare. E poi, vivere del sano relax.”

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KAT ha detto di “aspettarsi che i Timberwolves vivranno una grande stagione”. Dopo il successo contro gli Spurs di ieri, in cui KAT ha fatto registrare il suo career-high (60 punti), sono settimi a Ovest con 40 vittorie e 30 sconfitte.

L’unica apparizione ai Playoffs di Towns è terminata al primo round, nel 2018. Da allora, i T-Wolves non hanno mai avuto una percentuale di vittorie superiore al 50%. Nel frattempo, sin dal suo esordio in NBA nel 2015, il due volte All-Star ha visto passare diversi compagni e allenatori a Minneapolis, in entrata e in uscita.

Prima dell’NBA, Towns aveva vinto tre titoli statali quando giocava nel New Jersey, alla St. Joseph High School. Con la University of Kentucky, poi, aveva chiuso la stagione con 38 vittorie e 1 sconfitta, partecipando alle Final Four. Ma sin dal primo momento in cui ha messo piede in NBA, “it’s a new feeling.”

“Pensavo di poter avere lo stesso impatto di LeBron all’inizio. Credevo di poter andare in campo e che potessi fare tutto da solo. Ma questa è la NBA: ho capito ben presto che non si può fare tutto da solo. Ci vuole un’intera squadra che desidera davvero sacrificarsi e in cui tutti lottano per essere i migliori nel loro ruolo, per realizzare questo sogno. Ed è uno sforzo che più di una persona deve compiere. Nell’NBA di oggi, comunque, sono necessarie 3 o 4 stelle a roster per vincere il titolo.”

Minnesota adesso potrebbe avere tre stelle: KAT, l’All-Star 2019 D’Angelo Russell e la stella in rampa di lancio Anthony Edwards (che Towns ha definito “really special”). KAT, D-Lo e Ant-Man hanno una media combinata di quasi 65 punti a partita, finora in stagione. Oltre a loro, i Timberlwolves hanno creato un supporting cast che porta in campo talento, energia e solidità difensiva.

Condotti da un buon coaching staff, finalmente potrebbero raggiungere i Playoffs?

KAT ha detto che la squadra ha finalmente uno spirito stimolante, grazie a una chimica di spogliatoio che non si era mai vista da quando è ai Timberwolves. “Andiamo tutti molto d’accordo, siamo uniti. Nessuna squadra che ho visto ha mai avuto questo mood”.

Towns ha anche raccontato di avere un ottimo rapporto con l’allenatore, Chris Finch, e che gran parte del successo di quest’ultimo è dovuta alla sua trasparenza e alla sincerità del suo dialogo con i giocatori.

Finch, invece, ha raccontato di vedere Karl-Anthony molto più felice che in passato:

“C’è molta più gioia nel suo modo di giocare. Viene in palestra felice, ama la squadra e il fatto che stiamo vincendo più che in passato, che siamo competitivi ogni sera. Ha iniziato la stagione con in testa il pensiero di riprendersi il suo posto in NBA, ovvero giocare a livelli da All-NBA. È la sua missione, ed è un onore essere il suo allenatore in questo momento. Da quando ha deciso di concentrarsi davvero sul suo stato d’animo e sui suoi miglioramenti, sembra sempre più felice.”

L’unica cosa che permetterà realmente a Towns di mantenere l’attuale sorriso, dopo aver patito tanta sofferenza fuori dal campo, è che i Timberwolves abbiano successo.

“Penso solo ai Playoffs. Per il modo in cui gioco, ho dimostrato di meritare di essere una stella. Ma non m’interessa più di tanto. Ora voglio solo vincere. Per quanto mi riguarda, le statistiche contano poco, come il fatto di giocare bene individualmente o di avere dei numeri da record. L’unica cosa che conta, qui, è: la tua squadra è vincente o no?”