Un’analisi delle giocate dell’ex Portland, che sta guidando la squadra dopo la trade deadline.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Tyler Marko e Raymond Brenkert per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Raramente si vede un acquisto di metà stagione avere un impatto immediato in una squadra che ambisce ai Playoffs, ma i New York Knicks sono passati al livello successivo dopo l’acquisto di Josh Hart dai Portland Trail Blazers.
Mentre stiamo scrivendo, la squadra sta attraversando una striscia da 12 vittorie e 3 sconfitte dopo la trade deadline, compresi 9 successi consecutivi fra 11 febbraio e 5 marzo. Sebbene Julius Randle e Jalen Brunson siano i maggiori artefici della stagione positiva, l’attitudine vincente e l’impegno di Hart non sono da sottovalutare. Ha tirato da fuori molto meglio rispetto al suo periodo Portland, passando dal 30.4% al 55.6% sullo stesso numero di tentativi da tre punti; e mentre questo gli ha permesso di rimanere in campo senza danneggiare ulteriormente le già compromesse spaziature dei Knicks, non è neppure stata la parte più impattante delle sue prestazioni.
Il motore di Josh Hart non si spegne mai, si butta su ogni palla vagante, lotta per ogni rimbalzo offensivo e spinge in transizione dopo quelli difensivi. Non c’è bisogno di tirare in ballo VORP, Win Shares-per-48 o altre statistiche avanzate, l’occhio nudo ci dice tutto quello che c’è da sapere dell’impatto di Hart sulla striscia vincente dei Knicks.
Nessuno sa cosa possa accadere nella prossima gara, magari tirerà bene, male o si infortunerà. Ma il contributor di Knicks Wall e “sports performance and movement coach”, Raymond Brenkert, ha parlato entusiasticamente della biomeccanica di Josh Hart, diffondendo ottimismo sul fatto che continuerà a mantenere queste prestazioni:
“Il fatto che Josh Hart sia semplicemente Josh Hart ha fatto la differenza per i Knicks. Per quello che è il mio lavoro, vedere Josh Hart fare tutto quello che fa senza fatica rappresenta la perfezione, il modo in cui la passa e si muove è meccanicamente perfetto e bellissimo da vedere, amo la sua pulizia. Prendiamo ad esempio la sua abilità a rimbalzo:
“Si tratta di qualcosa di grandioso. Tornando a Portland, con soli 196 cm di altezza viaggiava a oltre 6 rimbalzi a partita, il che è stupefacente. Quando ti trovi a fronteggiare corpi più grossi devi avere una grande forza muscolare, un ottimo controllo del corpo e una corretta propriocezione, la consapevolezza di sapere dove si trovi il tuo corpo. Josh riassume tutto questo, ed è fantastico da vedere. Non tutti ce l’hanno, e questa dote gli consente di creare e sfruttare le seconde opportunità, di spingere in contropiede. Ed è grazie a questi contropiedi e seconde opportunità se i Knicks si trovano in questa striscia vincente.”
“Il motivo per cui la sua forza muscolare è così importante è che quando ti trovi a lottare contro gente più grossa e a saltare con loro, ti prendono a gomitate, ti spingono. E, se in questi casi non puoi controllare il tuo corpo, rischi di cadere fuori allineamento, o con le ginocchia nella direzione sbagliata, tutte casistiche che aprono alla possibilità di distorsioni alla caviglia o al ginocchio. Questo non accade a Hart: è sempre allineato, il suo controllo del corpo è eccezionale, sempre.”
“So che non suonerà bene, ma Josh Hart non fa sentire gli altri ‘a proprio agio’. Quando si trova a fare tagliafuori a rimbalzo, sostenendosi con forza sul proprio baricentro e in perfetto equilibrio, non rende facile agli avversari andare a rimbalzo. E’ molto difficile prendere un rimbalzo sopra qualcuno così piantato come Hart. Ed è tutto questo lavoro duro, i rimbalzi, i palloni sporcati, il lottare sui blocchi e il gettarsi sulle palle perse che stanno facendo impazzire i tifosi dei Knicks e che fanno la differenza in queste partite.”
“E questa mentalità è quello che fa amare Josh Hart, quell’approccio anni ’90 del tipo ‘get out of my way’, per cui se non prende il rimbalzo, bene, ti starà addosso per tutto il tempo, ti presserà, si getterà su ogni pallone, farà tutti quei lavori da ‘soldato semplice’ che faranno restare a bocca aperta i fan dei Knicks degli anni ’90.”
Considerando che la sua attività frenetica lo possa inserire in situazioni che ne compromettano la salute fisica, è importantissimo che protegga sé stesso, e per adesso, a parte fattori al di fuori del proprio controllo, nulla indica comportamenti rischiosi che possano portare a infortuni di qualche tipo. Hart cade regolarmente in equilibrio e spinge la palla con i talloni sollevati, tutte abitudini che aiutano a prevenire infortuni.
Qualunque tifoseria sarebbe euforica delle prestazioni messe in campo da Hart sin dal suo arrivo. Ma la memoria genetica di quei Knicks “dalla testa dura” degli anni ’90, ancora radicata nello spirito dei fan 30 anni dopo, lo rende perfetto per New York. Non è una sorpresa che sia già l’idolo del Madison Square Garden.
Perciò, anziché spulciare statistiche per articolare quello che è il sentimento che emerge nel guardare Josh Hart, qualunque tifoso Knicks dovrebbe semplicemente fare un po’ di flessioni, scattare a tutta velocità e attraversare di corsa un muro, celebrando il giocatore con quella che è la stessa energia che mette in campo e impiegandola nella vostra vita quotidiana. Trovate il “cagnaccio” che è in voi.