Una lista, divisa in categorie, dei nomi degni di nota rimasti in questa Free Agency.

FOTO: Valley of the Suns

Con l’offseason entrata nel vivo, sono sempre meno i Free Agent rimasti disponibili sul mercato NBA. Fra questi, però, ci sono ancora alcuni nomi degni di nota, divisi in gruppi in base al mercato, al tipo di contratto e al ruolo che possano rivestire in un determinato contesto.

In particolare, questi criteri sono stati usati per definire tre categorie (che chiameremo “tier”):


  • Tier 1: starter level; contratto regolare
  • Tier 2: role player; nei pressi della MLE, borderline minimo salariale
  • Tier 3: veterani; minimo salariale

Di seguito, i 15 migliori free agent rimasti, con una piccola descrizione per ogni giocatore e i possibili fit.


FOTO: NBA.com

Tier 1

James Harden

Tra tutti i nomi nel tier 1, quello che per certo non se ne andrà da nessuna parte se non a Philadelphia. Dopo aver rifiutato la player option da oltre $47 milioni a disposizione, James Harden ha deciso di rinunciare nell’immediato a un bel po’ delle finanze che avrebbe potuto rimediare in un’estensione pluriennale per favorire la costruzione di un roster vincente. Le negoziazioni con i Sixers sono adesso già iniziate e, come riportato QUI, si tratterà di un contratto di 2 o 3 anni, con uno stipendio nella prossima stagione compreso probabilmente in un range fra i 30 e i 36 milioni di dollari.

Deandre Ayton

Ecco, invece, il free agent più ambito di questa offseason. Ayton è, al momento, restricted free agent, con una Qualifying Offer da $16.4 milioni, il che significa che – in caso non si arrivi a qualcosa di meglio – potrebbe rimanere a Phoenix ancora per una stagione. Inoltre, i Suns possono pareggiare qualunque offerta, oltre ad avere la capacità di offrire un max contract da oltre $175 milioni in 5 anni. Firmare altrove richiede una squadra con molto spazio salariale, che possa offrirgli i circa $30 milioni di max richiesti al primo anno, per un’eventuale contratto da oltre $130 milioni in 4 anni. L’unico profilo in grado di rientrare in questo range, al momento, è San Antonio, già accostata al giocatore, mentre gli Indiana Pacers hanno appena ridotto lo spazio a disposizione per provarci.

Con un mercato così ridotto, l’opzione da prendere in considerazione è quella di una sign&trade, per la quale in prima fila ci sarebbero già i Nets (con KD che vorrebbe essere indirizzato verso Phoenix), anche se un ottimo fit reciproco fra giocatore e organizzazione, con un pacchetto sostanzioso da mettere sul piatto, sarebbe quello con i Toronto Raptors.

Miles Bridges

Miles Bridges difficilmente avrà un mercato ordinario. Per quanto poco se ne parli, il giocatore degli Hornets è stato accusato di violenza domestica, venendo anche arrestato dalla polizia di Los Angeles. Viste anche le foto e un referto medico postati su Instagram dalla vittima, Mychelle Johnson (moglie del giocatore), la situazione si prospetta molto grave. Charlotte ha rilasciato un breve comunicato a riguardo, ritirando anche la Qualifying Offer da $7.9 milioni a disposizione per il giocatore, rendendolo unrestricted free agent. Lasciando in sospeso una questione così delicata, sembra adeguato rimanere reticenti sulle possibili pretendenti, in attesa degli sviluppi riguardo alla possibile condanna di Bridges.

Collin Sexton

Il prodotto di Alabama, dopo un buon avvio di stagione con i Cavs, è stato costretto ai box per via di un infortunio al ginocchio. Durante la sua assenza ha iniziato brillare la stella di Darius Garland, complicando leggermente il rinnovo di Sexton per il front office dell’Ohio, che ha appena premiato l’ex Vanderbilt con il max.

Sexton, soprattutto qualora dovesse accettare un ruolo da sesto uomo a guidare la second unit, potrebbe essere importante per Cleveland, che detiene i Bird Rights sul giocatore e ha esercitato la Qualifying Offer da circa $7 milioni. I Cavs, però, non potranno offrigli cifre importanti, e mireranno a contenere il prezzo nel range fra i 10 e i 15 milioni l’anno (ne abbiamo parlato QUI) per evitare la Luxury Tax. Al contrario, altre franchigie con ambizioni minori che avranno bisogno di uno scorer tra le guardie potrebbero decidere di alzare il prezzo, con gli Indiana Pacers su tutti dotati di ampio margine di manovra.


Tier 2

TJ Warren

Warren è fuori per infortunio da dicembre 2020, a causa di una frattura da stress al piede sinistro, a cui è stata effettuata un’operazione. Sebbene l’ex Phoenix avesse completato la riabilitazione sul finire della passata stagione, i Pacers hanno preferito restare cauti, lasciandolo a riposo. Warren aveva concluso il periodo prima dei Playoffs nella Bubble di Orlando 2020 in maniera incredibile, viaggiando a 31 punti di media nelle prime 6 gare, chiudendo con il 52.4% su 7.0 tentativi da tre punti a gara e quasi con il 58% dal campo, condendo il tutto con 1.3 rubate e 1.2 stoppate di media. Nella breve apparizione ai Playoffs contro Miami ha diminuito di molto l’efficienza, pur viaggiando però a 20 punti di media con il 37% da fuori su un buon volume.

Ovviamente, dopo due stagioni di stop, non gli verrà chiesto di rivestire un ruolo del genere, ma certamente rappresenterà un profilo molto interessante su cui scommettere. Warren potrà certamente ambire a cifre come quelle della taxpayer MLE, a disposizione di squadre come Phoenix, Miami e Brooklyn, ma potrebbe accontentarsi del minimo qualora arrivasse un’offerta da qualche contender. Andando dietro ai bisogni, le prime due squadre da citare sarebbero Lakers – alla disperata ricerca di un profilo del genere – e Warriors, rimasti orfani di Otto Porter Jr. Anche se, in quel range, ogni squadra potrebbe provarci,con i già citati Heat un passo avanti rispetto a tutti.

Dennis Schröder

Il play tedesco dopo due anni no è chiamato al riscatto, dimostrando di poter essere ancora il giocatore che si è visto a OKC. Può essere un ottimo innesto dalla panchina per una squadra che punti al colpo grosso e che abbia bisogno di un po’ di scoring dalla second unit. Tra le candidate, i Bucks di Antetokounmpo, i Suns di Booker o (di nuovo) i Lakers di LeBron, per provare a ripartire da dove le cose hanno iniziato ad andare male. Per adesso, i segnali sembrano incoraggianti.

Montrezl Harrell

Anche per un altro giocatore degli Hornets alcune accuse in sospeso. Harrell è stato fermato due settimane fa alla guida di un veicolo contenente tre libbre di marijuana, venendo accusato di traffico sotto le 5 libbre, un crimine minore secondo le leggi del Kentucky. L’ex Wizards è un unrestricted free agent che potrebbe attrarre molte contender, anche se, fino ad ora, non sono stati citati rumors troppo seri. Fra tutte, i Suns sembrano la più nominata accanto al nome del giocatore, probabilmente al prezzo della taxpayer MLE, soprattutto se dovessero partire Ayton e una serie di giocatori (fra cui uno tra Mikal Bridges e Cam Johnson) in un pacchetto per KD.

Caleb Martin

Dopo i soldi ottenuti dal gemello Cody, Caleb Martin è ancora alla ricerca di un contratto. Gli Heat potrebbero avere interesse a trattenere il giocatore, restricted free agent con una Qualifying Offer da $2.1 milioni, dopo averne convertito il contratto two-way ad uno fino a fine stagione a febbraio. Il problema è che Miami vorrà evitare l’hard cap, secondo Ira Winderman, e quindi difficilmente offrirà più di un minimo salariale. Caleb ha giocato svariati minuti anche ai Playoffs, nonostante le limitazioni offensive, specialmente al tiro, compensate da un ottimo effort difensivo, garantito anche da un buon atletismo. Su Martin hanno dimostrato interesse i Minnesota Timberwolves, che non potranno però offrire più della bi-annual exeption da $4.1 milioni. Vedremo se qualcun altro si farà sotto per il giocatore, considerano sempre i soliti Lakers in cerca di allungare un roster corto con poche risorse a disposizione.

Thomas Bryant

Dopo una grande crescita nel 2019/20 e un ottimo inizio nel 2020/21, per Thomas Bryant è arrivato un grave infortunio al legamento crociato anteriore, che lo ha tenuto fuori per un anno fino al rientro nel finale della passata stagione. L’ex Lakers sarà molto conteso ai piani alti della lega viste le numerose squadre bisognose di un lungo abbastanza mobile per chiudere le rotazioni da Playoffs, tra le quali sarebbero già emerse Lakers e Celtics. Oltre a queste, un buon fit potrebbe essere quello con Sixers, Bucks e Mavs, al netto però di un piccolo problema per tutte e cinque: nessuna potrà offrire più del minimo.

Potrebbe decidere di rimanere a Washington, dove è migliorato molto, per cercare di costruire qualcosa insieme ai suoi compagni e tornare insieme ai Playoffs. I Wizards detengono i Bird Rights sul giocatore, ma il rinnovo di Beal non permetterà di chiedere anche qui cifre al di sopra del minimo per ragioni di Luxury Tax, a meno che non venga smussato qualcosa via trade. Stando così le cose, questo potrebbe spingere Bryant verso altri lidi dove, per uno stipendio simile, potrebbe provare ad ambire al titolo NBA.

Kessler Edwards

I Brooklyn Nets hanno rescisso la Qualifying Offer sul contratto di Kessler Edwards. Brooklyn avrà comunque l’occasione di offrire un contratto di 4 anni senza usare la taxpayer MLE, e probabilmente lo farà. In caso contrario, sarebbe un profilo utile, giovane, versatile difensivamente e che ha dimostrato raggio di tiro, su cui molte contender potrebbero (e dovrebbero) spendersi. Se accettasse il minimo, per i soliti Lakers sarebbe un profilo perfetto, così come per una squadra come Boston che ha fondato i propri successi su questo archetipo di giocatore.


Tier 3

Tristan Thompson

Non ha più molto da offrire se non la sua grande esperienza da poter tramandare ai giovani. L’età e la sua carenza di skills lo rendono un giocatore poco utile in chiave Playoffs, dove può essere attaccato ripetutamente da guardie e ali rapide sui cambi o in post dai lunghi. Potrebbe cercare un contratto al minimo in una squadra in completo rebuilding per godersi un ultimo anno nella lega, facendo da mentore a giovani lunghi come quelli di Houston, San Antonio e la stessa Orlando, che dispone di un front court pieno di talento. Che sia il prodotto di Texas quel pezzo che manca per facilitarne lo sviluppo?

DeMarcus Cousins

Il lungo ex Kentucky ha chiuso l’ultima stagione ai Nuggets, offrendo energia, presenza a rimbalzo e un po’ di scoring. Purtroppo i numerosi infortuni e l’età che inizia a presentare il conto pesano sull’apporto che Cousins riesce a fornire nella metà campo difensiva, dove è limitato, essendo un bersaglio facile per le guardie avversarie.

Potrebbe essere una buona presa sia per le contender, sia per le squadre che puntino ai Playoffs, rivestendo il ruolo di terzo centro che allunghi le rotazioni durante la Regular Season. Tra queste le migliori potrebbero essere Bucks e Bulls, anche se la recente presa di Drummond e la permanenza di Tony Bradley non sembrerebbero auspicarlo. Altrimenti, potrebbe sempre decidere di firmare per una squadra in rebuilding con tanti lunghi a cui fare da chioccia, come Orlando o Houston.

Andre Iguodala

Dopo anni passati ad essere uno dei perni fondamentali degli Warriors di Steve Kerr, l’MVP delle Finals del 2015 sembra arrivato molto vicino alla fine della sua carriera NBA. Iguodala potrebbe strappare un ultimo contratto in una contender con poca esperienza come Denver o in una squadra che stia cercando i pezzi mancanti alla rotazione stagionale, come potrebbe essere Minnesota. Da non sottovalutare, ovviamente, l’idea di un ultimo ritorno a Golden State per chiudere una gloriosa carriera in quella che ormai è casa sua.

Carmelo Anthony

Per Carmelo Anthony ormai non servono presentazioni. Il veterano si appresta ad entrare nella 21esima stagione NBA e, ormai da tempo, non sembra avere troppo da offrire a delle contender. La fase difensiva è diventata insostenibile e, a parte qualche streak al tiro positiva nel corso della stagione, le frecce nella faretra di Melo sembrano essersi esaurite. Qualora decidesse di pensare al ritiro, i New York Knicks sarebbero in prima fila per un contratto a breve termine, finale perfetto per la carriera di Anthony.

Blake Griffin

La stagione di Blake Griffin si è conclusa con il disperato rientro in campo nelle ultime 2 gare contro i Boston Celtics, dopo essere scomparso dalle rotazioni di coach Nash. Griffin non ha più né l’atletismo di un tempo, né i progressi dimostrati a Detroit nel trattamento di palla e nel tentativo di costruire un tiro consistente da fuori (mai andato realmente a buon fine), ma potrebbe comunque attrarre l’interesse di numerose squadre in cerca di esperienza o di un giocatore in grado di allungare le rotazioni in Regular Season. Secondo le ultime notizie, le due losangeline sarebbero in prima fila, con i Clippers favoriti, anche se Marc Stein ha riportato dell’interesse di altre due squadre, senza nominarle, dopo che la scorsa settimana Sean Deveney (Heavy.com) aveva citato Bulls e Celtics.