La gestione di alcuni momenti dei Celtics continua ad essere preoccupante.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Jack Simone per Celtics Blog, tradotto in italiano da Andrea Borgonovo per Around the Game.
“Sì!”, questa è stata la risposta di Joe Mazzulla quando gli è stato chiesto se crede ancora che sia “buono passare attraverso le avversità”, in seguito alla sconfitta in Gara 5 dei Boston Celtics contro gli Atlanta Hawks. Sconfitta maturata in una partita nella quale i Celtics erano in vantaggio di ben 13 punti a meno di 6 minuti dal termine e causata anche dalle cinque palle perse nel solo quarto quarto; e partita che i Celtics avrebbero avuto ogni interesse a vincere, così da chiudere i conti con il primo turno ed evitare un altro viaggio ad Atlanta.
Per tutta la durata dell’esistenza del nucleo più recente dei Celtics – ovvero Jayson Tatum, Marcus Smart, Jaylen Brown, Al Horford e compagni – la squadra ha sempre fatto notevole fatica a chiudere le partite. Sembra quasi che Boston soffra di una sorta di “sindrome di autocompiacimento” che si verifica ogni qualvolta vadano in controllo della gara. E così, da situazioni di totale controllo e di vantaggio, improvvisamente il loro stile di gioco cambia, e cambia al punto da impedire di tornare in partita quando gli avversari colgono l’occasione di rimontarli.
Quello che di solito è un attacco vivace e dinamico diventa lento e prevedibile, la palla si appiccica alle mani di tutti, i raddoppi generano cattive letture e i tiri da tre con buone spaziature si trasformano in step-back in isolamento. In questa post-season i Celtics, una squadra che si distingue proprio per il suo gioco dinamico e le scelte di tiro, non sono riusciti a segnare un singolo tiro da tre nei momenti cruciali, racimolando uno 0/6 nel clutch time. Anche in difesa, infine, le cose non vanno molto meglio, e le rotazioni viste nell’ultima partita contro gli Hawks sono state molto discutibili.
In Gara 5, i Celtics hanno perso solo 9 palloni, ma 5 nell’ultimo quarto. Hanno tirato un misero 7/13 dalla linea dei tiri liberi, e anche in questo caso quattro sono stati sbagliati nel quarto periodo. E ancora: Atlanta ha tentato solo dieci tiri liberi, ma cinque nell’ultimo periodo.
Inconsciamente, penso che i Celtics abbiano alzato le mani dal manubrio prima ancora di chiudere i conti, e il quarto quarto si è trasformato in un lungo tentativo di non perdere palla (invano) e far scorrere il cronometro. Gli Hawks hanno “semplicemente” approfittato di questa pigrizia dei Celtics.
“Devo dargliene atto. Hanno giocato bene e hanno segnato tiri importanti al momento giusto”, ha detto Tatum. Certo, Atlanta ha i suoi meriti: gli Hawks sono stati capaci di sfruttare al meglio la loro opportunità, e alla fine di mandare la serie a Gara 6 con il game-winner di Trae Young.
Pensando alla difesa dei Celtics e di Brown nell’ultima azione, viene da chiedersi come mai Young abbia goduto di questa libertà. Sì, tira da molto lontano dalla linea dei tre punti, ma è Trae Young, e in quel momento era caldo dalla lunga distanza. “Abbiamo commesso troppi errori, dando loro la possibilità di tornare in partita e vincerla”, ha dichiarato Brown. E non c’è nient’altro da aggiungere, dopo una sconfitta decisamente evitabile come quella di Gara 5.
La cosa fondamentale per i Celtics, comunque, è non perdere la partita di stasera. E tra qualche giorno questo scivolone potrebbe diventare solo un brutto ricordo, al netto del dispendio ulteriore di energie con l’allungarsi della serie.
La mancanza di concentrazione in certi momenti e quella già citata “sindrome di autocompiacimento”, però, perseguitano i Celtics da un po’ di tempo. Era successa ad inizio marzo, ad esempio, in tre sconfitte in cui la squadra aveva avuto dei cali inspiegabili, ma era Regular Season e nelle prime quattro partite dei Playoffs sembrava un problema superato.
Ieri sera invece, con il TD Garden pieno e la coreografia “UNFIN18HED BUSINESS”, i Celtics sono crollati ancora nei loro errori, reiterando quella stessa, preoccupante incapacità di gestire i vantaggi. Continueranno a imparare dalle avversità, come dice il loro allenatore?