Questo contenuto è tratto da un articolo di Itiel Estudillo per Sportskeeda, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Se ne facciamo una questione di outfit, Kyle Kuzma è decisamente uno degli atleti più riconoscibili della lega. Un po’ come avvenuto con Westbrook e con i suoi tanti “esperimenti” negli anni dal punto di vista del vestiario, ormai il pubblico NBA aspetta l’arrivo di Kuzma nell’arena prima delle partite, per vedere se riserverà sorprese bizzarre ai fotografi. E spesso, il giocatore dei Wizards non delude le aspettative.
Al di là di qualsiasi gusto personale e di qualsiasi riflessione sugli accordi di sponsorizzazione che legano questi atleti ai brand, in questa sede abbiamo raccolto i 5 outfit più stravaganti messi in mostra dall’ex Laker nei suoi anni in NBA. Partendo, quasi inevitabilmente, da quello con cui si è presentato ieri sera alla sfida tra Washington e Dallas…
Avete mai provato il videogioco “Counter-Strike: Global Offensive”? Ecco, il look sfoggiato ieri da Kuzma in occasione della trasferta sul campo dei Mavs è una personale rivisitazione di un look che potreste trovare sulla vostra Xbox o Playstation.
Sembra che Kuzma, tra l’altro, abbia un debole per look che comprendono full-head mask. Ieri, infatti, non è stata la prima volta che ha sfoggiato un outfit del genere. Guardando la foto qui sotto, probabilmente vi starete chiedendo: era un giorno di neve, o Kyle arrivava da una rapina in banca?

Passiamo ora a qualcosa di completamente diverso. Nel look qui sotto, se la combinazione cromatica non fosse abbastanza, il resto lo fa lo stile “baggy”. Un outfit che fa apparire Kuzma come un gigante con una piccola testa, direttamente da un cartone animato.
Dallo stile “gonfio” di prima, a qualcosa di opposto. E decisamente attillato. Ecco a voi un completo, con tanto di mascherina abbinata, in spandex aderente.

E infine, l’outfit più celebre sfoderato in questi anni. Il rosa sgargiante, le dimensioni “oversize”, l’infinita lunghezza delle maniche: Kuzma con questo look si è spinto dove neanche Westbrook era mai arrivato. E non era certo un’impresa semplice.
