Mancano ormai una manciata di giorni alla trade deadline, proviamo a immaginare possibili movimenti last-minute.
Come sempre, l’atmosfera nei giorni che precedono la trade deadline è elettrizzante, oltre che avvolta da un enorme velo di curiosità. Le situazioni calde, che sono cresciute di giorno in giorno negli ultimi mesi, risultano ancora tutte irrisolte: questo lascia pensare che si possa scatenare un effetto domino di operazioni di mercato proprio all’avvicinarsi dello scadere, fissato per il 10 Febbraio.
Dai Los Angeles Lakers ai Sacramento Kings, passando per i Philadelphia 76ers e non solo, le situazioni spinose apparentemente da risolvere sono molte. Con i numerosi giocatori sul mercato che bollono in pentola, è possibile abbandonarsi alla fantasia e immaginare trade che, per quanto al limite della possibilità, abbiano un senso per le franchigie coinvolte. Proviamo ad ipotizzarne cinque.
1 – Mike Conley ai Boston Celtics
Boston Celtics ricevono: | Mike Conley |
Utah Jazz ricevono: | Marcus Smart e Dennis Schröder |
Il motivo principale per cui gli Utah Jazz mancano puntualmente l’appuntamento con la lotta al titolo è ormai chiaro ai più: la mancanza di buon difensore Point-Of-Attack nel reparto delle guardie, in grado di passare bene sui blocchi e marcare più ruoli. In questo senso, Marcus Smart (di cui abbiamo parlato qui in ottica Minnesota Timberwolves) potrebbe essere il profilo giusto.
Il prodotto di Oklahoma State ha inoltre abilità di playmaking, molto importanti nel sistema offensivo di coach Snyder. I dubbi, semmai, sorgerebbero solo sulla sua altalenante affidabilità da tiratore.
Anche sponda Boston Celtics, questo scambio metterebbe probabilmente una pezza alla principale lacuna della squadra, ovvero l’assenza di un creatore di gioco primario. Due talenti come Jayson Tatum e Jaylen Brown hanno finora giocato una pallacanestro offensiva stagnante e poco efficace, in primis per loro stessi. L’aggiunta di un facilitatore esperto come Mike Conley potrebbe dare nuova linfa all’attacco di Udoka, rendendolo più armonioso e ordinato.
Il secondo sacrifico, per Brad Stevens, sarebbe probabilmente Dennis Schröder (avevamo parlato qui della sua situazione), che permetterebbe ai Jazz di colmare l’eventuale buco di creation lasciato dalla partenza di Conley, caricandosi di un contratto poco oneroso e in scadenza alla fine della stagione.