FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Divij Kulkarni per FadeawayWorld, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Kevin Durant ora è a tutti gli effetti un giocatore dei Phoenix Suns, dopo essere rientrato dall’infortunio al ginocchio e aver debuttato ieri con la sua nuova squadra (a proposito, qui abbiamo dato un’occhiata a quanto visto nel suo esordio). Lo scambio che lo ha portato in Arizona è stato il botto più rumoroso della trade deadline, e non è stata una novità per i Brooklyn Nets, che dodici mesi fa cedevano Harden ai Sixers, e a inizio febbraio Irving ai Mavs.


L’addio di KD è avvenuto a un anno e mezzo di distanza dall’estensione quadriennale ($194M) firmata con la franchigia newyorkese. Guardando indietro, Durant ha spiegato in un’intervista a Yahoo Sports di non avere alcun rimpianto:

“Non mi sono pentito di nulla. Non mi pento di nulla di ciò che faccio nella mia vita, dovrei rimpiangere di aver firmato un’estensione per tutto quei soldi?”

Riguardo la sua scelta di lasciare Brooklyn, poi, KD ha raccontato come ha vissuto i giorni prima della trade deadline; quando, in un momento apparentemente (insolitamente) tranquillo per Brooklyn, Kyrie Irving ha chiesto al front office dei Nets di essere ceduto. Un momento di rottura, l’ennesimo, che ha portato alla partenza di entrambi:

“KI aveva chiesto di essere scambiato, e pensavo alla nostra situazione e a come avremmo giocato. Sentivo che un sacco di cose sarebbero andate storte, e sentivo anche di aver dimostrato ai tifosi di aver dato il 100% in campo per la franchigia. Mi sono chiesto cosa fare. Non sapevo chi sarebbero stati i miei compagni, perciò ero un po’ nervoso riguardo a quello che stava accadendo. Alla fine siamo riusciti a trovare una soluzione.”