FOTO: NBC Sports

Questo contenuto è tratto da un articolo di Lee Tran per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.



LeBron James è conosciuto per essere uno dei giocatori più impattanti nella storia della pallacanestro, su entrambi i lati del campo. Sebbene abbia senza dubbio perso buona parte del suo atletismo negli anni, non ci sono dubbi sul fatto che sia ancora estremamente efficace.

In questi Playoffs, gran parte del carico passa da Anthony Davis, il vero fattore per i Lakers, ma ci sono stati comunque momenti in cui The Chosen One ha deciso le partite. La sequenza che ha deciso Gara 4 contro i Grizzlies, con canestro per l’overtime e game winner, è stata sicuramente la più iconica, ma il finale di terzo quarto di Gara 3 contro Golden State è stato altrettanto importante, guidando il parziale definitivo per le sorti della partita, dopo un primo tempo sottotono.

Questo rendimento a corrente alternata è stato difficile da decifrare anche per i Warriors, che sono stati colti impreparati. Sul suo podcast, Draymond Green ha rivelato un aneddoto su Stephen Curry a riguardo:

“Steph è arrivato da me e mi ha detto: ‘Hey, sto cercando di comprendere LeBron. Non capisco’. Dopo che non si è preso neanche un tiro per gran parte del primo tempo, ha chiuso con 21 punti, 8 rimbalzi e 8 assist… è stato enorme. Ha segnato tiri pesanti, con un tempismo perfetto. Ha rallentato il nostro parziale.”

– Draymond Green

James ha chiuso il terzo quarto con 11 punti e 4 su 6 dal campo, con una sequenza decisiva con layup, stoppata e fallo per due tiri liberi, oltre a uno sforzo in contropiede che ha fatto esplodere la Crypto.com Arena.

Già dopo Gara 1, Green aveva parlato dell’importanza degli aggiustamenti su questa nuova versione di James:

“LeBron sta giocando con uno stile del tutto differente, completamente diverso da quello a cui ci ha abituati contro di noi. E sarà interessante trovare una soluzione. Questo è molto interessante, non siamo abituati a vederlo così tanto senza la palla e dovremo fare degli aggiustamenti. Non è il tipico LeBron che conduce l’orchestra, il che è un po’ strano.”

Ha senso che LeBron, alla ventesima stagione in carriera e a 38 anni suonati, si dedichi più a coinvolgere i compagni e lasci giocare loro più palla in mano, conservando le energie per i grandi momenti.