Draymond Green, fresco di ri-firma con i Golden State Warriors, ha parlato dell’arrivo di Chris Paul nella Baia e dell’effetto positivo che avrà sulla squadra.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Orlando Silva per Fadeaway World, tradotto in italiano da Alessandro Di Marz per Around the Game.
In molti devono ancora realizzarlo, ma Chris Paul è diventato un giocatore dei Golden State Warriors. Il suo arrivo, pur a questo punto della carriera, porterà di certo benefici nella Baia, e Draymond Green, ospite recentemente a “Podcast P” di Paul George, ha parlato proprio di questo in una bella chiacchierata con l’amico giocatore dei Clippers. (I due successivamente hanno anche parlato del futuro di Wembanyama, qui qualche estratto.)
È probabile che Paul nelle rotazioni di Steve Kerr comanderà la second unit, e che dunque Jonathan Kuminga condividerà molti minuti in campo con lui.
“Penso che Chris Paul farà esplodere la crescita di Kuminga. Vi ricordate com’era Deandre Ayton a Phoenix prima che arrivasse CP3? Molti lo consideravano un pacco. Ho grande rispetto per Ayton, sia chiaro, dico solo che CP3 gli ha dato più di una mano. E penso che ciò che potrebbe fare con Kuminga sarà altrettanto importante.”
Draymond Green
Nonostante i rumors che lo vedevano come possibile candidato per una trade durante la passata stagone, alla fine Kuminga è rimasto a San Francisco. In 67 partite stagionali, ha mantenuto medie di 9.9 punti, 3.5 rimbalzi e 1.9 assist. Ora, con Chris Paul al suo fianco, come cambierà il suo rendimento? La riflessione di Draymond:
“L’anno scorso la squadra non aveva molti modi di segnare, e penso che CP3 possa aggiungerne uno; gioca in modo completamente differente da Stephen Curry, Klay Thompson o Jordan Poole. Poi, la scorsa stagione i miei minuti sono stati spesso staccati da quelli di Steph, quando invece insieme siamo molto pericolosi; questo perché la nostra second unit era spesso in difficoltà, e quindi dovevo giocare io per dar loro una mano e stabilizzare le cose. Avrò perso una quindicina di minuti di media che avrei potuto giocare accanto a Steph. Ora, Paul può diventare il leader di questo reparto.”
Definire gli Warriors una squadra “senza molti modi di segnare” è un indizio che rivela quanto Green sia ancora affamato per la caccia a quello che sarebbe il quinto anello della dinastia (e, forse, quanto poco sia dispiaciuto per l’addio di Poole…). Dopo un anno tumultuoso, ora le cose potrebbero stabilizzarsi nella Baia: Green ha ri-firmato per quattro anni (qui i dettagli), e una parte dei problemi di campo – e non – del recente passato di Golden State è andata via in cambio di un Hall of Famer che, con tutti i limiti che ha mostrato nell’ultima post-season e con un’età ormai avanzata, si chiama pur sempre Christopher Emmanuel Paul.