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I Dallas Mavericks sono fuori dalla contesa Play-In e, con loro, anche Luka Doncic. Le particolari dinamiche che hanno influenzato le ultime ore prima della sconfitta decisiva maturata contro i Chicago Bulls fanno però ancora più rumore. A poche ore dalla palla a due, scelta volontaria di tenere fuori Kyrie Irving, Tim Hardaway Jr., Josh Green, Maxi Kleber e Christian Wood, per poi decidere di limitare lo stesso Doncic al solo primo quarto di gioco, tirandolo fuori dopo pochi secondi del secondo periodo con un fallo intenzionale.

Comportamento, quest’ultimo, piuttosto strano, viste le dichiarazioni degli scorsi giorni. Così come non del tutto nella norma è la decisione di tirare i remi in barca all’improvviso a seguito di un’incoraggiante vittoria contro i Sacramento Kings. La scelta manageriale, essendo quella di “tankare”, perdere appositamente, per cercare di mantenere la scelta in top-10 al prossimo NBA Draft, anziché cederla ai Knicks (le dinamiche spiegate QUI), sarà indubbiamente partita da prima. Dunque, perché vincere una partita in più, abbassando le probabilità di mantenere la pick?


Una spiegazione potrebbe essere la vittoria degli Oklahoma City Thunder contro i Jazz del giorno prima, che avrebbe costretto i Mavericks a vincerne due consecutive e poi sperare nella sconfitta di OKC in casa contro una Memphis già sistemata, e che dunque non avrebbe schierato i propri migliori giocatori. Potrebbe essere possibile la presenza di un silente accordo in base a cui, se i Thunder avessero perso contro Utah, allora si sarebbe optato per restare competitivi; in caso contrario, beh… è successo questo.

Solo suggestioni e deduzioni logiche, comunque, nulla che trapeli dalle fonti ufficiali. Così come non trapelano notizie sulle ragioni per cui Doncic abbia deciso di giocare quei 12 minuti, comportamento anch’esso che si presta però ad alcune deduzioni, tra cui la possibilità che si sia trattato di un messaggio pubblico di visioni discordanti con il modus operandi prestabilito dalla dirigenza.

Anche se, per dovere di cronaca e tralasciando le teorie del complotto, si potrebbe trattare semplicemente di solidarietà verso i propri connazionali nella serata dedicata “I feel Slovenia”.

Fatto sta che, al di là di deduzioni e suggestioni, Luka Doncic è tutto fuorché felice, e questo emerge anche dalle recenti dichiarazioni

“Penso che possiate notarlo quando sono in campo. A volte non mi sento me stesso, sono solo là fuori. Di solito mi diverto molto sul campo, sorrido, ma ora è solamente molto frustrante per un po’ di ragioni, non solo pallacanestro.”– Luka Doncic

… ma anche dalle ultime notizie. Stando a Tim MacMahon di ESPN:

“Le fonti di ESPN rivelano che ci sia paura che Doncic, il quale ha pubblicamente e privatamente espresso frustrazione nel corso di questa stagione, potrebbe richiedere una trade già a partire dall’esatte 2024, qualora Dallas non si muovesse in maniera significativa.”

A riguardo, l’owner Mark Cuban si è già espresso in settimana:

“Non funziona che i giocatori ti vengono a dire: ‘ehi, sono qui per i prossimi 17 anni’. Non va così. Credo che Doncic vorrebbe passare qui tutta la sua carriera, ma dobbiamo guadagnarcelo. (…)  Come? Vincendo. È incredibile come questo risolva tutto. Voglio dire, prima che Giannis vincesse, tutti dicevano: ‘Dove sta andando? Dove sta andando? Non resta. Non resta.’ Oppure penso al caso di Dirk qui a Dallas. Non esiste neanche un grande giocatore, una superstar, con cui la domanda non sia: cosa farà, se lì non può vincere?”

– dal nostro articolo

Beh, sembra semplice: basta vincere, no? Sulle prossime mosse in arrivo, abbiamo scritto in maniera approfondita QUI, ma mettiamo comunque in ordine quelle che sarebbero adesso le priorità dei Dallas Mavericks, anche in base alle ultime notizie:

  • rifirmare Kyrie Irving: l’ex Nets proverà quasi sicuramente la free agency, quando i texani potranno offrirgli fino a oltre $272 milioni in 5 anni, più di chiunque altro;
  • decidere su Dwight Powell e Christian Wood: dato che il nuovo CBA renderà molto difficile effettuare scambi per le squadre oltre una certa soglia di luxury tax, rifirmare il rifirmabile sembra la priorità. Se per Powell potrebbe trattarsi di una scelta semplice, lo sarebbe meno per Wood, eleggibile per un quadriennale da $77 milioni entro il 30 giugno. Dallas vorrebbe offrire la metà degli anni, con un biennale di massimo $36 milioni, stando a ESPN. Indipendentemente dalle cifre, avrebbe senso cercare di estendere l’ex Rockets anziché perderlo a 0 in estate, aggiungendo così un altro asset pro futuro;
  • utilizzare le 2 first-round pick a disposizione per una trade di livello, a proposito della quale iniziano già ad emergere in maniera confusa nomi come quello di Deandre Ayton, Myles Turner o John Collins.

Da queste mosse – e da questa estate – dipenderà probabilmente il futuro di Luka Doncic e, di conseguenza, dei Dallas Mavericks.