FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Dr Rajpal Brar per , tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.



Nel corso della partita tra Lakers e Nuggets, Anthony Davis si è fermato per un dolore al piede destro che lo ha costretto ad abbandonare l’incontro ancora in corso. Il suo posto è stato preso da Thomas Bryant, che ha dimostrato di aver smaltito i postumi dell’infortunio, ma i tifosi giallo-viola ovviamente rimangono in ansia per le condizioni fisiche di AD.

L’ex Pelican non è più tornato sul parquet dopo la fine del secondo quarto della sfida contro Denver, e da allora sono rimbalzate molteplici notizie circa la possibile durata della sua assenza dai campi di gioco; Shams Charania ha riportato che Davis sarà out per almeno un mese. AD è stato sottoposto a un controllo ortopedico dei medici dello staff, una volta diminuito il gonfiore, e con ogni probabilità in seguito si è sottoposto a diverse radiografie per indagare eventuali microfratture a uno o più ossi presenti all’interno del piede. Ancora non è stato reso noto nulla in merito.

AD è stato al fianco dei suoi compagni di squadra nelle ultime gare, dando loro il suo supporto da bordo campo. E, cosa di maggior rilievo, è stato visto camminare senza mostrare particolarie disagio.

Il piede e la caviglia sono due parti anatomiche molto articolate, composte da varie ossa, tendini e legamenti. Come sempre in questi casi, uno o più eventuali lesioni potrebbero essere difficili da rilevare “a caldo”, dunque serve pazienza. I Los Angeles Lakers hanno deciso di consultare tre specialisti ortopedici per stabilire un piano di recupero adeguato e per affrontare l’infortunio di Davis con prudenza. L’incertezza sulle tempistiche del suo recupero è figlia del fatto che gli stessi Lakers stanno ancora valutando i rischi di una sua eventuale ricaduta, con possibile aggravamento del problema.

AD è una pedina fondamentale per la squadra di Darvin Ham e forse attendere qualche settimana – e dunque scongiurare i rischi di recidività – può essere la soluzione migliore. Pur con la consapevolezza che, in sua assenza, sarà difficile migliorare una classifica che attualmente vede i giallo-viola 13esimi nella Western Conference.