Intervistato da J.J. Redick nel suo ormai celeberrimo podcast “The Old Man and the Tree”, Cameron Johnson, ala dei Brooklyn Nets e fondamentale pezzo da rotazione di Team USA ha parlato della recente esperienza mondiale.
I toni dell’ex-Suns sono stati estremamente critici:
Prima di tutto, non c’è alcun scusa per non aver vinto, ci fa male individualmente come giocatori e in quanto collettivo più che a chiunque altro. É una delusione. Spendi un sacco di tempo in certe cose e vorresti che il risultato fosse quello che desideri. E quando non lo ottieni, è estremamente frustrante.
“Firstly, there’s no excuse for not winning.”
— TheOldMan&TheThree (@OldManAndThree) September 29, 2023
Full episode with Cam Johnson is out now: https://t.co/wAarPHCqzX pic.twitter.com/iKzrl6BdQc
Ha poi continuato mettendo in evidenza quella che sono le differenze di play-style, arbitraggio e regolamento Il fra il basket FIBA e quello NBA, e di come queste abbiano chiaramente influito sul risultato, con il necessario adattamento che ha richiesto più tempo del previsto:
Il basket FIBA è uno sport diverso, quando vedi giocatori in campo con le loro nazionali, non puoi trattarli come nella lega, è molto semplice, sono diversi.
Johnson ha poi anche mostrato ammirazione per la capacità di alcuni gruppi, come Lettonia e Spagna, di creare un collettivo, ed enfatizzato come la fisicità sia completamente diversa in una manifestazione del genere, così come il trovarsi di fronte a moltissime sistemi di gioco diversi, mentre nell’NBA, per sue stesse parole, quasi tutti si pongono nello stesso modo.
Dichiarazioni estremamente dure e che nascondono una critica, nemmeno troppo velata, al modo di fare statunitense e alla sua incapacità di creare un qualcosa che si costante nel tempo, e che non assomigli tremendamente ad un assembramento di talento con poco criterio.