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Questo contenuto è tratto da un articolo di Keith P Smith per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


La post-season è arrivata nella sua fase decisive, con le Conference Finals: i Los Angeles Lakers contro il primo seed, i Denver Nuggets, nella Western Conference (1-0 per Jokic e compagni dopo Gara 1 di ieri), mentre i Miami Heat affronteranno i Boston Celtics ad Est (stasera si comincia).


I Celtics sono l’unica franchigia delle quattro ad aver portato la serie delle Conference Semifinals fino a Gara 7, stravinta grazie alla prestazione da record da 51 punti di Jayson Tatum. E dopo un’emozionante serie decisa all’ultimo atto, ecco alcuni fattori-chiave per i C’s da tenere a mente in vista delle Conference Finals.

1) A questo punto della stagione non si fa che parlare di “survive and advance”. I bianco-verdi sono riusciti a metterlo in atto separando le due parole del motto: sono riusciti prima a sopravvivere vincendo Gara 6, poi a passare il turno portando a casa il medesimo risultato in Gara 7 contro i Philadelphia 76ers. Dopo una prima metà di partita molto combattuta, la franchigia del Massachussetts ha dominato la seconda. I giochi erano praticamente chiusi già a metà del terzo periodo, coi tifosi del TD Garden liberi di potersi lasciare andare in festeggiamenti.

A volte i Celtics tendono a complicarsi un po’ la vita ma, quando lo fanno, spesso riescono ad uscirne rigenerati e più forti di prima. Sembra quasi che avessero bisogno di ripetere un simile sforzo, ancora una volta, per comprendere quale fosse la posta in palio. E ora, il loro percorso continuerà ad essere allo stesso tempo divertente, terrificante ed esaltante? Probabilmente sì. E alla fine, se tutto andrà per il verso giusto, a Boston si chiederanno se sia il caso di ripeterlo ancora.

2) I fattori-chiave, a questo punto, si aggireranno molto attorno a Tatum. E potrebbe anche sembrare strano, data la prestazione in Gara 7, in cui Tatum è stato semplicemente divino. 51 punti con 17/28 al tiro, incluso un 6/10 da oltre l’arco, e conditi da 13 rimbalzi (game high), 5 assist (team high), 2 recuperi e 0 palle perse. Prendendo un attimo di respiro, è possibile analizzare con più calma quanto è accaduto.

Sin da quando a inizio gara JT ha battuto nettamente Embiid andando a schiacciare, tutti hanno avuto la sensazione che sarebbe stata una partita speciale:

Per poi darne un altro indizio, mettendo dentro un fadeaway à la Dirk Nowitzki:

Costretti a variare il proprio gioco, spesso nelle ultime due gare i C’s hanno cercato il nativo di St. Louis in post-up. E contro giocatori di stazza inferiore, può essere un’arma difficile da fermare. Qui contro Melton:

E se JT è in serata, neppure un buon difensore come Tobias Harris può nulla:

Tatum stava già conducendo un’ottima gara, ma dalla prossima giocata (video sotto) era lecito pensare ad una partita di livello all-time. E contro i pull-up jumper di un Tatum in piena forma, si può fare ben poco, se non applaudire:

Anche questo tiro a fine del 1Q era un altro chiaro presagio di ciò che sarebbe accaduto dopo l’intervallo lungo:

3) Nella seconda metà di Gara 7 Tatum è sembrato indemoniato, impossessandosi dell’anima dei Sixers sin dai primi minuti. E lo ha fatto puntando ripetutamente e senza pietà l’MVP in carica, Joel Embiid. Boston è uscita dagli spogliatoi con l’intento di attaccare il centro avversario in continuazione. Qui, complice il tardivo aiuto di Tucker, non c’è stata speranza per il camerunense:

Qui sotto, invece, Embiid si trovava a difendere il pitturato. Ma anche in questo caso, Tatum è bravo ad attirarlo fuori fino a poter sganciare una tripla in side-step:

E dopo il timeout, Tatum ha puntato nuovamente Embiid. Altra tripla in faccia.

Con Embiid a difendere senza una precisa posizione nell’area dei Sixers (che doveva probabilmente essere una zona, anche se schierata in maniera pessima), qui Tatum – ormai incandescente – è stato libero di prendersi il suo tiro dopo il blocco sulla palla di Al Horford:

Nella prossima occasione, invece, Embiid va fuori giri. Philadelphia ha provato a “ingabbiare” JT per togliergli la palla dalle mani, ma lui è riuscito a sgusciare via da Harris ed Embiid prima che il centro potesse trovare l’angolo per il raddoppio difensivo. Altri due facili al ferro.

E infine, nessun palleggio, solo un jab step e tripla in faccia a Embiid. Ma a quel punto, sembrava che Jayson non potesse davvero più sbagliare. 50, cinquanta. Philadelphia al tappeto e serie terminata.

4) Nel corso degli scorsi Playoffs, le squadre hanno forzato con maggior frequenza Tatum a passare il pallone. E alcune volte Jayson si è trovato in difficoltà, ammettendo in prima persona che sarebbe stato un punto cruciale dei suoi allenamenti in offseason.

Nel corso dell’appena terminata Regular Season e degli attuali Playoffs, JT sembra essere progredito da questo punto di vista. Qui un buon esempio, con il lob per Robert Williams III:

Subito dopo, JT ha costruito un vantaggio con un pick&roll (rejecting the screen) trovando poi un buon passaggio ancora a Time Lord:

Qui sotto invece Tatum viene raddoppiato sul perimetro, come succede spesso quando inizia a segnare punti a raffica. E anche qui, le sue letture sono migliorate, come questo passaggio per Horford che porta a una tripla wide open di Jaylen Brown:

Sì, l’ex Duke è stato protagonista anche come assistman. È riuscito spesso ad attirare l’attenzione della difesa su di lui, trovando poi i compagni smarcati. Come in questo caso in favore di Malcolm Brogdon:

5) Jaylen Brown ha dato la spinta iniziale ai Celtics, come spesso accaduto sin qui. Il suo primo canestro della gara ha chiarito la questione agli avversari: Gara 7 si vince anche con giocate di energie. JB qui è arrivato sul pallone prima dei Sixers, e ha chiuso al ferro con un bell’arresto e un comodo layup.

Brown nella serie ha corso centinaia di kilometri per raggiungere l’angolo sul lato forte quando Marcus Smart conduceva in transizione. Philadelphia lo ha visto e rivisto centinaia di volte, tanto che nell’occasione sottostante Melton è riuscito a chiudere bene. La novità? Brown e Smart sono andati in dribble-hand-off (DHO) trovando una tripla – non semplice, ma lo shot making di JB è questo…

Il colpo al volto ricevuto da Harden potrebbe aver condizionato il rendimento di Brown in Gara 7, ma la sua energia non è mai venuta meno:

6) Il 3Q è stato come il Paradiso in terra per Boston. Ha mostrato ciò che i Celtics aspirano ad essere, ed è un ritorno al passato esattamente ad un anno fa.

I Sixers hanno segnato solo 10 punti (!) con 3 centri su 21 conclusioni, perdendo palla sei volte (inclusa una shot-clock violation). Dall’altra parte invece, guidati da Tatum, i C’s hanno segnato 33 punti con 11/19 al tiro, di cui 8/12 da oltre l’arco. E a quel punto, la partita era terminata. Philadelphia non è riuscita a reagire, con i giocatori che sembravano attendere inermi lo scadere dei minuti sul cronometro.

Boston ha dato quindi una prova di forza e anche di maturità, dettando il ritmo nel primo quarto per poi alzarlo nel terzo e mandare i Sixers in vacanza.

7) Horford si è distinto ancora una volta per le giocate che lo hanno reso un giocatore unico nel suo genere. La sua difesa in marcatura su Embiid è stata solidissima ed eccezionalmente attenta in Gara 7. Big Al, semplicemente, sa come rendere la vita difficile all’MVP. E anche quando il camerunense è riuscito a trovare il canestro, ha dovuto sudarlo contro la difesa del centro dominicano.

La presenza di Horford ha influito parecchio in positivo su tutta la fase difensiva dei bianco-verdi. E anche in quella offensiva, anche con giocate in tandem con l’altro big man dei Celtics, Robert Williams.

Big Al non ha preso molti tiri in Gara 7 (2/6 dal campo in 34 minuti), ma quello nella prossima giocata è stato un tiro importante. Ha accelerato per raggiungere la sua posizione rapidamente, prima che Embiid potesse riposizionarsi, dando a Boston il vantaggio:

La giocata qui sotto invece, più che ogni altra, ha mostrato a chiunque quanto Horford riesca a mettere in difficoltà Embiid nel trovare le sue conclusioni preferite. A inizio partita Joel era riuscito a mettere a segno alcuni jumper, ma con l’andare dei minuti l’MVP si è raffreddato, mentre Horford alzava il livello della sua difesa:

9) Dopo aver disputato un’eccellente Gara 6, anche dal punto di vista statistico, Marcus Smart ha alzato un po’ il piede dall’accelerato in Gara 7 (per lui 7 punti, 4 rimbalzi, 4 assist e 1 stoppata), ma ha messo due tiri decisivi, uno prima dell’intervallo e l’altro subito dopo, che hanno mantenuto la pressione offensiva elevata sui Sixers, in supporto a Tatum.

Qui, JT accetta di affrontare il raddoppio su di lui per poi trovare Smart in uscita dal blocco. Anziché cercare giocate difficili, Smart ha trovato una soluzione semplice ma efficace, trovando il pull-up e pareggiando la partita:

Qui, invece, una giocata meno frequente per Smart, ma importante per dare il via al super terzo quarto dei Celtics:

9) Questa qui sotto invece è una giocata da tenere buona in vista delle Eastern Conference Finals e possibili NBA Finals. Tutte le squadre che i Celtics potrebbero affrontare, dagli Heat ai Lakers o Nuggets, faranno molta drop coverage sui blocchi. Perciò, il pull-up jumper di Brogdon potrebbe diventare un fattore-chiave da qui in poi:

10) Per la terza volta nelle ultime quattro stagioni, le Eastern Conference Finals vedranno di fronte i Boston Celtics e i Miami Heat. La prima sfida risale alla Bubble di Orlando, nel 2020; la seconda a un anno fa. La terza, inizia stasera (Gara 1 ore 2:30).

I Celtics ci arrivano dopo essersi sbarazzati di un’avversaria con in roster l’MVP in carica, vincendo Gara 6 in trasferta e poi Gara 7 al TD Garden. E questo per due anni di fila in semifinale, prima di trovare Miami.

Non era una serie scontata l’anno scorso, e per alcune fasi è stata in bilico, e non lo sarà neanche quest’anno. Boston parte con i favori del pronostico, ma dall’altra parte arrivano Jimmy Butler e coach Erik Spoelstra. Pronti?