In poco più di 48 ore, vediamo quali contromisure sia stato capace di pensare Steve Kerr.

FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Madeline Kenney per The Mercury News, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Il quinto incontro in post-season fra Stephen Curry e LeBron James è sicuramente parte di una sceneggiatura perfetta, ma la chiave della serie potrebbe dipendere dalle capacità dei Warriors di limitare Anthony Davis.


Golden State ha speso molto tempo nella giornata di lunedì davanti alle registrazioni in preparazione di Gara 1 delle Western Conference Semifinals, ma coach Steve Kerr ha specificato che la sfida rappresentata dall’arginare Davis non può essere vinta solo guardando qualche video:

“Bisogna essere realisti. Guardando le registrazioni, uno dice: ‘Ok, Davis sarà al ferro, dobbiamo stare attenti alla sua presenza in difesa’. Ma quando sei lì, le cose si fanno vere, serie. Puoi vederlo nei video, ma hai bisogno di provarlo dal vivo per capire come attaccare.”

Anthony Davis ha fatto registrare 26 stoppate al primo turno, il doppio di qualsiasi altro giocatore fino ad ora nei Playoffs. Ha viaggiato a 20.8 punti e 13.7 rimbalzi di media a gara contro i Memphis Grizzlies.

Draymond Green e Kevon Looney hanno limitato con successo l’impatto di Domantas Sabonis nella serie contro i Kings, ma AD rappresenta un problema ben più grosso. Con Davis a fare da ancora difensiva, Los Angeles è una minaccia estremamente superiore rispetto ai Kings e il pitturato tenderà ad essere sempre chiuso.

Esiste una soluzione? Aprire il campo e tirare meglio rispetto a quanto fatto nella serie precedente:

“Dobbiamo essere intelligenti nell’attaccare e non solo entrare a testa bassa provando un layup senza senso, anche perché è questo che alimenta la loro transizione la metà delle volte.”

– Steve Kerr

Golden State ha tirato male contro i Kings, convertendo solo il 32.8% delle conclusioni da dietro l’arco, circa il 6% in meno rispetto a quanto fatto in stagione. Kerr ha spiegato che molto di questo è dipeso dalla pressione difensiva dei Kings:

“I Playoffs sono sempre più difficili, è più dura mettere a segno i tiri, la difesa è più concentrata, c’è più fisicità. Ma è un bene che ci siamo abituati, ora che abbiamo 7 partite alle spalle, quindi penso che tireremo meglio.”

I Warriors hanno a disposizione poco più di 48 ore dalla fine della serie al primo turno prima della palla a due contro i Lakers e, per adesso, Kerr si è detto contento di come la squadra stia approcciando il passaggio al secondo turno.

Andrew Wiggins potrebbe risentirne e non essere pienamente in ritmo dopo che ha perso le ultime sette settimane di stagione a causa di un problema familiare, ma Kerr crede che “stia trovando la propria strada” verso il miglior stato di forma come giocatore two-way. Anche Gary Payton II, che ha raccolto 4 stoppate in Gara 7, sta recuperando dopo aver passato seduto svariate settimane per un infortunio addominale.

“Sento che ci troviamo sulla buona strada adesso, perché siamo pienamente integri e ci aspetta un’intera serie con il nostro roster al completo. Tireremo meglio questa volta.”

– Steve Kerr

Nemmeno il tempo di festeggiare i 50 punti di Stephen Curry in Gara 7 che l’attenzione dei Warriors è dovuta subito passare alla serie con i Los Angeles Lakers. Questi ultimi hanno chiuso la pratica in 6 gare contro Memphis, di cui l’ultima con un gigantesco blowout. I giallo-viola avranno dunque un giorno in più di riposo.

Se c’è un vantaggio per Golden State, quello è il fattore-campo, che permetterà di giocare al Chase Center per le prime due partite, ma il calendario non aiuta, dato che Lakers e Warriors giocheranno sempre a un giorno di distanza.

Kerr ha spiegato che la breve distanza fra le due zone – Los Angeles è a un’ora di volo dalla Bay Area – potrà aiutare in questo caso:

“Personalmente, una delle parti più difficili dell’affrontarsi giorno per giorno è quando devi fare un lungo viaggio in mezzo, quei momenti sono davvero duri. Perciò fare avanti e indietro da LA sarà un vantaggio per entrambe. Penso che abbiate visto cosa siano capaci di fare i nostri veterani quando hanno modo di riposare 36 ore. Si tratta di prendersi cura del proprio corpo e portare con sé l’attenzione necessaria ad affrontare ogni partita, così puoi fare del tuo meglio.”