
Questo contenuto è tratto da un articolo di Oliver Fox per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Il manuale su come reagire dopo una vittoria di 51 punti sugli Indiana Pacers nel bel mezzo di una partenza perfetta è poco approfondito, ma sembra che per i tifosi Celtics ci siano due possibilità :
- Boston è invincibile e non perderà mai
- questa squadra deve avere una debolezza, pertanto è meglio trovarla prima che sia troppo tardi
Qualora qualcuno pensi di poter andare sull’82 a 0, chiami un dottore passate le 24 ore; qualora ne siano passate 48 e i pensieri si siano estesi a un 96 a 0 in direzione 18esimi banner, per favore chiedete aiuto immediato. Parlando dell’opzione due, invece, si tratta di un tema centrale nella cultura sportiva di Boston, quella che crea differenza con le altre tifoserie, nel bene e ancora di più nel male. Non importa quanto bene le cose possano andare o quanto immortale una squadra possa sembrare, ci sarà necessariamente una debolezza da qualche parte. Si tratta di una vita tormentata, ma è qualcosa da cui a Boston non ci si può esimere.
I Celtics si sono presentati benissimo in questo avvio, e il culmine è stata la distruzione dei Pacers con il quintetto titolare, che si presenta come il migliore nell’intera Lega, salvo infortuni, con ampio distacco su qualunque sia il secondo. Non si tratta solo di far sembrare facile segnare punti, ma a far la differenza è la completa libertà . Prendendo la partita con Indiana, dire che sia stato facile come rubare caramelle un bambino non sarebbe rispettoso nei confronti della futile resistenza offerta dall’infante. La fluidità di gioco dei Celtics è stata impressionante. Forse troppo, però, forse ci stiamo perdendo qualcosa. Deve mancare qualcosa, giusto? Sicuramente c’è qualcosa su cui lavorare per far proseguire i festeggiamenti.
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Ecco una possibile debolezza che si possa dedurre da questo inizio perfetto: come gestisce i grandi avversari questa squadra? Non sarebbe giusto affermare che i Celtics non abbiano giocato ancora contro delle stelle, in quanto Jimmy Butler, Jalen Brunson e Bam Adebayo lo sono senza dubbio, e Julius Randle può essere considerato tale in un certo senso. Ma qualcuno di loro è davvero grande? “Grandezza” non è una parola facile da applicare ai giocatori di pallacanestro. Molti hanno avuto una grande carriera, un tempo sono stati grandi ma adesso hanno perso un passo oppure hanno avuto grandi momenti circondati da inconsistenza.
I quattro sopra corrispondono alla definizione, ma non hanno il tipo di “grandezza” di cui preoccuparsi. Butler è quello che ci si avvicina di più, ma ha avuto una carriera piuttosto inconsistente, soprattutto in stagione, al di fuori dei suoi eroismi ai Playoffs. Qui si parla di giocatori che ti demoliscono tutte le sere o che hanno quel qualcosa di imbattibile.
Vincere partite di pallacanestro si riduce, in maniera semplicistica, a una domanda: quello che propongo io è meglio di quello che proponi tu? Che si tratti di un semplice pick&roll, di un sistema motion o di qualunque altre collaborazione. Dopo queste prime cinque partite, non è certo che i Celtics saranno capaci di gestire al meglio il materiale d’élite messo in campo da alcune squadre NBA. Nella passata stagione, James Harden ha fatto molti danni grazie alla sua capacità di trovare falli gettando le proprie mani si quelle del difensore, così come il turnaround jumper di Butler o la camera delle torture di Joel Embiid alla linea del tiro libero.
Contro Pacers o Wizards, per esempio, i Celtics hanno avuto a che fare con esattamente 0 minacce, perciò è ancora impossibile stabilire come reagiranno contro prestazioni trascendentali. Potrebbe andare bene, specialmente con Holiday e White pronti a far venire incubi agli avversari, ma non ci sono certezze. Bam Adebayo ha sfruttato occasionalmente il proprio famigerato gancio dal post e ha dato non pochi problemi ai Celtics. Porzingis è un grande stoppatore grazie alla propria taglia, ma è un difensore sugli avversari spalle a canestro abbastanza terribile, soprattutto contro movimenti più sofisticati. Contro i giganti dell’Est come Embiid o Giannis Antetokounmpo, i Celtics potrebbero non farcela così facilmente.
La buona notizia è che si tratti solo di speculazioni. Il 6 novembre contro i Timberwolves dovrebbe fornire qualche indizio, qualora Anthony Edwards dovesse andare in superstar mode, ma l’8 novembre contro i Sixers è da cerchiare sul calendario bianco-verde. I Celtics hanno faticato a contenere Tyrese Maxey e Embiid al secondo turno dei passati Playoffs, e resta da vedere se Mazzulla e lo staff abbiano sviluppato una strategia per annientare i Sixers. Ci saranno molti grandi giocatori da affrontare da qui ad aprile, e da lì in poi ancora di più. Per i tifosi di Boston, non resta che aspettare con ansia, godendosi il tempo in cui potranno ancora credere nell’82 a 0.