Andiamo a ripercorrere le tappe dello scandalo e a scoprire i possibili compratori.

FOTO: Front Office Sports

Partiamo dalla parte più facile: “Robert Sarver, owner di maggioranza di Phoenix Suns (NBA) e Phoenix Mercury (WNBA) ha deciso di mettere in vendita entrambe le franchigie”. Questo il testo del tweet di Shams Charania, pubblicato il 21 settembre 2022. Tutto molto chiaro, se non fosse che, sia prima, sia dopo questa notizia, ci sia un vero e proprio inferno – nel quale ci addentreremo, dato che ci sono aggiornamenti.

Ricostruendo nel modo più rapido possibile, a novembre 2021 la NBA ha aperto un’investigazione contro Robert Sarver, a seguito della pubblicazione su ESPN, curata da Baxter Holmes, delle interviste di oltre 70 persone, tra dipendenti e ex dipendenti, che descrivevano l’ambiente di lavoro come “ostile”, con accuse contro il proprietario di razzismo e sessismo.


Quasi un anno dopo, tutte queste accuse si sono rivelate fondate. Estendendo le indagini a oltre 320 persone e 80.000 documenti, liberando i membri dagli accordi di non divulgazione, quello che è emerso è a dir poco sconcertante.

Punti chiave:

– Mr. Sarver, in almeno 5 occasioni durante il suo periodo con Suns/Mercury, ha usato la N-word per riferire le frasi di altri

– Mr. Sarver, in relazione a istanze di cattiva condotta nei confronti di impiegate di sesso femminile, ha rilasciato numerosi commenti a sfondo sessuale sul posto di lavoro, ha rilasciato commenti inappropriati sul fisico delle suddette impiegate e di altre donne, e in più occasioni ha anche molestato fisicamente alcuni impiegati di sesso maschile

– Mr. Sarver ha sottoposto gli impiegati a un trattamento umiliante e duro, incluse urla e improperi.

Potete comunque trovare QUI l’intero report, per qualcosa di grottescamente più specifico.

A seguito dell’investigazione, come si può leggere nello statement sopra affisso, non è mancata la reazione di Adam Silver e della NBA:

  • sospeso per il periodo di un anno dalla gestione di Suns/Mercury, durante il quale non potrà:
    • essere presente in alcun modo negli ambienti di squadra di Suns e Mercury
    • partecipare ad alcun evento o attività NBA e WNBA
    • rappresentare Suns o Mercury in ambito pubblico o privato
    • essere coinvolto nelle operazioni di Suns o Mercury
    • essere coinvolto in business, gestione o attività NBA o WNBA, incluso partecipare agli incontri del Board of Governors delle due Leghe
  • multato per una cifra di $10 milioni, il massimo permesso dalla NBA Constitution. La NBA devolverà la somma a organizzazioni impegnate contro discriminazioni razziali e di genere dentro e fuori il posto di lavoro.
  • dovrà, durante la sospensione, completare un programma di educazione riguardo al rispetto e alla condotta appropriata da tenere sul posto di lavoro.

Inutile dire che, comunque, tutto questo non sia stato da subito accettato di buon grado da Robert Sarver, anzi. Ma una serie di pressioni interne e esterne ha comunque portato l’ormai ex owner a uno statement definitivo:

[…] Come uomo di fede, credo nell’espiazione e nel cammino verso il perdono. Mi aspettavo che la sospensione di un anno da parte del commissioner mi avrebbe fornite tempo per pensare, chiedere scusa e rimediare alle controversie che hanno colpito le squadre che io e molti altri adorano. Ma in questo attuale clima di non perdono, è diventato dolorosamente chiaro che non sia possibile tutto ciò – che qualunque cosa buona abbia fatto, o possa ancora fare, sia sormontata dalle cose che ho detto in passato.

Per queste ragioni, sto dando avvio al processo di ricerca di compratori per Suns e Mercury.

Ed eccoci qua. Menzionando le ragioni dietro questa scelta, sono da citare innanzitutto le pressioni esterne da parte di PayPal, partner commerciale tra i più importanti per i Suns (che hanno indossato il logo dell’azienda sulle canotte dal 2018), che ha minacciato di non rinnovare l’accordo con la franchigia qualora Sarver fosse rimasto coinvolto negli affari della franchigia.

Per quanto riguarda le pressioni interne, invece, un ruolo di rilievo lo ha avuto il Vice Chairman dei Suns, Jahm Najafi, rilasciando una lettera a staff e giocatori dei Suns (QUI l’intero testo):

“Non posso sedermi e lasciare che i nostri figli e le generazioni future di spettatori pensino che questo comportamento sia tollerato a causa di ricchezza e privilegio. Dunque, coerentemente con il mio impegno nell’aiutare a eradicare ogni forma di razzismo, sessismo e pregiudizio, invito Robert Sarver a dimettersi.

Sebbene non abbia interesse a diventare membro dirigente, lavorerò senza sosta per assicurarmi che il prossimo ad avere l’incarico tratti tutti i membri con dignità, professionalità e rispetto.”

Ecco ricapitolato tutto (circa) quello che ha portato a questa situazione. Ma, attualmente, le cose come stanno? Sam Garvin, vice chairman dei Suns e attualmente team governor ad interim, ha fornito alcuni aggiornamenti a Duane Rankin di Arizona Republic:

“Non posso fornire indiscrezioni perché solo Robert Sarver può occuparsi di tutto ciò che riguarda la vendita. Io, in questo, non ho un vero ruolo. So che c’è molto interesse perché, prima che questo fosse reso pubblico, molti gruppi si sono presentati da me a dichiarare le loro intenzioni, al che ho risposto ‘Beh, dovete parlarne con Robert Sarver. Lui ha a che fare con la vendita, anche se non si occupa di quelle che ha a che fare con la gestione dei Suns.’ Penso che farà un buon lavoro, vuole trovare qualcuno che ami davvero l’Arizona, che voglia tenere qui i Suns e che sia devoto ai fan e alla comunità. Per questo penso che farà un buon lavoro nella vendita.”

Conditio sine qua non sarà, dunque, trovare qualcuno che voglia mantenere le radici delle franchigie (Suns e Mercury) in Arizona. Alcuni nomi erano comunque emersi nei mesi passati, e anche piuttosto interessanti: Jeff Bezos, ex CEO di Amazon; Laurene Jobs, vedova di Steve Jobs (Apple); Larry Ellison, co-fondatore di Oracle Corporation; Bob Iger, CEO di Walt Disney.

Alcuni rumors avrebbero parlato anche dell’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Tra i nomi sopracitati, da segnalare è che Bezos abbia donato a fine novembre una somma di $2.5 milioni di dollari al più grande rifugio per senzatetto della Northern Arizona, l’organizzazione non-profit Flagstaff Shelter Services. Ovviamente si tratta di qualcosa che potrebbe essere totalmente slegato, ma che è giusto segnalare.

La cifra fissata da Robert Sarver si aggira attorno alla modica cifra di $4 miliardi: se qualcuno di voi se la sentisse, e amasse l’Arizona, non serve altro che un bonifico. Anche se, a quanto pare, non si accetta PayPal.