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Questo contenuto è tratto da un articolo di Jahlil Williams per Air Alamo, tradotto in italiano da Anna Cecchinato per Around the Game.


Niente paura tifosi nero-argento, la fine è vicina. Suona minaccioso, ma è il contrario, perché i San Antonio Spurs stanno raggiungendo un punto critico nel loro processo di rifondazione, e finalmente si può guardare avanti senza dover pensare a come chiudere la (lunga) parentesi precedente.


Questa offseason potrebbe far decollare lo status di San Antonio da lottery team a squadra competitiva, o forse sarà necessario più tempo. La cosa importante, in ogni caso, è assicurarsi una pick tra le primissime al Draft 2023, con la speranza di accogliere uno dei due prospetti generazionali – no, non per modo di dire – in arrivo: Victor Wembanyama e Scoot Henderson. Oltre a questo, però, c’è anche una free agency alle porte, in cui i texani sono una delle squadre con più spazio salariale a disposizione.

Prima di tutto, ci sarà da pensare ai giocatori in scadenza: Romeo Langford, Keita Bates-Diop, Gorgui Dieng e Tre Jones saranno tutti free agent una volta terminata la stagione 2022/23. Jones ad oggi sembra l’unica pedina che gli Spurs non possono perdere, l’unico che la squadra deve rifirmare. La presenza sua e di Devonte’ Graham (finché sarà in squadra, almeno) in uscita dalla panchina potrebbero essere due punti di forza per coach Gregg Popovich.

Quali potrebbero essere, invece, gli obiettivi sul mercato dei free agent? Ecco tre nomi importanti che sicuramente rientreranno nelle valutazioni del front office a inizio estate.

  • Fred VanVleet (Player Option)

Leadership da veterano, esperienza da vincente e playmaker con il potenziale per giocare uno splendido pick-and-roll al fianco di Wembanyama: perché no, allora? VanVleet ha vinto il titolo con i Raptors (con cui il divorzio è ormai annunciato a fine anno), è un giocatore di livello su cui si può contare per 48 i minuti ed è un difensore affidabile sulla palla. E gli Spurs, a meno che non arrivi Scoot, hanno bisogno proprio di questo.

  • Harrison Barnes

Con Keldon Johnson (e Malaki Branham) a roster potrebbe non sembrare una scelta probabile per San Antonio, ma Barnes è un veterano che, arrivato a questo punto della sua carriera, potrebbe accettare un ruolo ridimensionato e un compito da veterano e mentore nel roster di Coach Pop. Con lui, il reparto ali acquisirebbe maggiore flessibilità e qualità su entrambi i lati del campo, oltre ad una naturale dose di esperienza.

  • Draymond Green (Player Option)

Sì, Draymond – sorpresi? Green potrebbe contribuire a portare la difesa degli Spurs ad un altro livello, oltre ad essere una garanzia per quanto riguarda esperienza, etica del lavoro, cultura di squadra e come mentore per i più giovani. Il quattro volte campione NBA è anche un ottimo facilitatore e un giocatore dall’IQ elevato come pochi nell’epoca moderna: la sua presenza equivarrebbe a quella di un allenatore sul parquet. Convincerlo a firmare per San Antonio potrebbe essere un’impresa ardua, ma nella Baia potrebbe essere arrivato il momento della separazione dopo tanti anni, e la favorevole tassazione in Texas è senz’altro d’aiuto. Prima di tutto, in ogni caso, Draymond dovrebbe rinunciare ai 27.6 milioni di dollari dell’ultimo anno previsto dal suo contratto (player option) e diventare free agent. Conclusi i Playoffs sarà il momento di pensarci.